“E già lo so non sei tu che mi dici cosa fare, quando poi ti avrò conosciuto bene, you are dreaming away..” è uno dei versi che ha accompagnato la mia crescita. Avevo diciannove anni e al Cencio’s di italiano passavano quasi esclusivamente ‘Emilia Paranoica’ e ‘Punk Islam’ dei CCCP e ‘Tziganata’ dei Liftiba poi vennero Le Notti di Maciste, Marlene Kuntz, Ritmo Tribale e Prozac + ma nel frattempo c’erano i Disciplinatha. Coloro che criticano e negano e come tali saranno criticati e negati. ‘Un Mondo Nuovo’ non è soltanto il loro capolavoro, dopo due mini di fondamentale importanza quali ‘Abbiamo Pazientato 40 Anni. Ora Basta!’ e ‘Crisi Di Valori’ e prima del controverso ‘Primigenia’, ma è un disco cardine della musica italiana degli anni ‘90. Uno di quei dischi che non ti molla più dopo averlo ascoltato. Così è accaduto anche a me di rimanere invischiato nel pogo sotto palco e di percepire come reali suoni che probabilmente solo all’estero potevano essere compresi nella loro essenza e che nel nostro paese trovavano spazio solo nei sogni. Il basso di Roberta Vicinelli era gigantesco, le voci di Valeria Cevolani e Cristiano Santini avevano la capacità di trasportarti in un’altra dimensione, la chitarra di Dario Parisini ruggiva come un leone in gabbia e la batteria di Daniele Albertazzi si ergeva potente tra numerosi campionamenti e inserti elettronici. A pochi mesi dallo straordinario esordio dei Dish-Is-Nein, Contempo Records ha deciso di ristampare in formato vinilico questa gemma, uscita in origine per I Dischi Del Mulo di Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti, e riascoltare pezzi come ‘Lune Taglienti’, ‘Ultima Fatica’ e ‘Sei Stato Tu A Decidere’ emoziona e ferisce. Emoziona perché è come immergersi nel mio passato e vedere metà della mia esistenza scorrere davanti agli occhi. Ferisce perché i Disciplinatha erano avanti, talmente avanti che la musica di oggi in confronto sparisce. La title track e ‘Up Patriots To Arms’ di Battiato, riproposta anche alla seconda Contempo Night (che oltre a loro ha visto protagonisti tra gli altri Gianni Maroccolo, Massimo Zamboni, Angela Baraldi e Life In The Woods), non hanno smarrito il loro fascino e ‘Vi Ricordate Quel 18 Aprile?’ “scivola dalle mani” e con lei tutti gli stereotipi che hanno ucciso la cultura.