Il debutto di tre anni fa aveva chiarito al di sopra di qualunque dubbio le influenze principali dei francesi ovvero quelle band che hanno contribuito a creare una terra di confine, misteriosa e oscura ma ugualmente molto frequentata, tra prog e alternative metal. Nel successore di ‘Upon The Hill’ troverete un po' di tutto, dal rap al growl, da stacchi ritmici che possono ricordare Opeth e Riverside (‘Checkmate Fool’) a sussulti melodici che non nascondono ascolti ripetuti di Incubus, Deftones e Karnivool. La produzione non si distacca troppo da quella dell’esordio e questo rappresenta il limite maggiore di un disco che desidera essere competitivo con quanto esce all’estero, soprattutto sul mercato americano, ma non possiede i mezzi necessari per farlo. Gli Shuffle hanno bisogno di crescere ulteriormente e, anche se la voce femminile di ‘Wintertide’ tenta di aprire il gruppo a fasce di pubblico diverse, ‘Spoil The Ground’, non a caso posta ad inizio scaletta, è l’unica traccia in grado di fare sul serio la differenza.