Uno per tutti e tutti per uno. Quale motto migliore per festeggiare venticinque anni di carriera in nome dell’heavy metal più sano e tradizionale. L’opener del successore di ‘Inject The Venom’, ‘The Almighty’, rappresenta un tuffo nel doom degli anni ottanta mentre ‘The Legend’ è cento per cento NWOBHM. Un inizio di album che chiarisce al di sopra di ogni dubbio quali siano anche stavolta gli obiettivi della band ovvero un tributo onorevole alla storia di Iron Maiden, Riot, Judas Priest e Saxon senza quell’approccio nostalgico che caratterizza buona parte delle formazioni revival di oggi. I Gang si divertono ancora e pezzi come ‘Another Tomorrow’, ‘Warchild’ e ‘Follow The Sign’ lo dimostrano. L’apice della scaletta è però segnato dalla title track che avrebbe potuto benissimo essere inclusa in dischi storici della “Vergine di Ferro” quali ‘Somewhere In Time’ o ‘Fear Of The Dark’. Nella lista crediti troviamo tra gli altri Katerina (R.U.S.T.X.), Steve Morrisson (Tysondog) e Tony Dolan (Venom Inc.) per un approccio condiviso e libero che ha dato ulteriore smalto al lavoro. Tutt’altro che innovativi ma epici e coinvolgenti come pochi al mondo.