Il limite maggiore di queste dieci tracce è rappresentato dal loro legame fortissimo con il materiale che è andato a costituire ‘Dew Drops’ e ‘Premonition’. Al di là di conoscere o meno il passato di Satoshi Takeishi (Anthony Coleman Quartet, Black Phebe, Marco Cappelli Acoustic Trio), senza ascoltare i due lavori precedenti è difficile comprendere pienamente la visione che si cela dietro al progetto e quella che è stata l’evoluzione sonora del batterista-compositore giapponese negli ultimi anni. Preso singolarmente, ‘Fragments’ risulta un buon lavoro di sperimentazione in ambito elettronico, costruito su performance basate sull’improvvisazione e dettagliato in seguito a seconda delle varie rifiniture. Alcune registrazioni sono state effettuate su cassetta con strumenti giocattolo, un campionatore e una autoharp rotta (‘Corrugated Realm’). Tra modern classical, ambient e memorie uditive che fanno tanto chic ma non risultano così concrete come nelle intenzioni dell’autore.