Quando si è diffusa la notizia inerente la pubblicazione di quest’album da parte di Contempo, immagino che la mente di molti di voi sia volata ai primi anni dei CCCP, a quella Berlino pura e incontaminata che è rimasta un sogno per almeno un paio di generazioni. Di certo non mi sarei immaginato di imbattermi in ‘Unterwegs’ e in atmosfere alla The Neon Demon, il film di Nicolas Winding Refn mirabilmente sonorizzato da Cliff Martinez. In realtà, seppur appartenenti a contesti differenti, il denominatore comune è il solito ovvero Einstürzende Neubauten (citati con la magnifica ‘In The Garden’) e D.A.F. (la reprise di ‘Kebab Träume’ da ‘Für Immer’ vale da sola i soldi dell’acquisto). Un anno e mezzo dopo la prima dello spettacolo esce questo disco che richiama le emozioni, i contenuti e le sonorità epiche di ‘Nessuna Voce Dentro – Berlino 1981’. Oltre all’opener, Cristiano Roversi ha scritto ‘Superfly’ mentre Massimo Zamboni ha firmato ‘Ein Dunkel Herr’ e ‘La Città Imperiale’, che chiude la scaletta dopo ‘Allarme’ (incastonata come una gemma preziosa in ‘Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi’ tra ‘Io Sto Bene’ e ‘Emilia Paranoica’). Angela Baraldi non sembra cantare in uno studio di registrazione o sul palco di un locale ma riesce veramente a trasmettere la sensazione di essere a teatro e di avere la possibilità di assistere ad una performance unica. Al di là della sua voce, che ha pochi eguali nel panorama italiano, a rendere imperdibile ‘Sonata A Kreuzberg’ è la capacità di dare peso specifico a qualunque istante, anche il più insignificante in apparenza. Le cover che si susseguono riflettono interpretazioni somme, scarnificazioni ciniche e riletture prepotenti di pezzi che hanno fatto la storia (‘Afraid’ di Nico e ‘Berlin’ di Lou Reed’) ed altri meno conosciuti (‘Paul Ist Tot" dei Fehlfarben e ‘Hundsgemein’ degli Ideal). Niente di meglio per descrivere la Berlino di allora ed aiutare i ragazzi di oggi a capire la Berlino di oggi, tra contraddizioni, temperature rigide e memoria svanita.