Quando si è soli nella propria stanza, al buio e senza stimoli nella vita terrena, non c’è niente di meglio che un po' di rumore assordante. Il romanticismo suggerito dal titolo è infatti lontano da quello che inizialmente si potrebbe pensare. Nella visione dei danesi non c’è spazio per fidanzate o amori perduti ma solo per un noise di eccellente fattura, compatto e potente, che a tratti svicola in generi come il punk, il post-rock e pure l’alt-folk. Lo stile vocale di Mathias Bertelsen è stato paragonato a quello di Jeff Buckley, ‘Joaquin’ e ‘Heroine’ sono due grandi singoli dotati di un sapore cinematografico molto aspro e non a caso la Tambourhinoceros (Palace Winter, The New Springs) punta molto su di loro. Un altro riferimento potrebbe essere quello dei Deftones di ‘Gore’ e ‘White Pony’, soprattutto per come le parti vocali distorte vengono inserite in una complessa stratificazione di chitarra e batteria. L’album non è scevro da difetti, il basso scompare troppe volte nel mixaggio di Nis Bysted e Jens Ramon e la seconda parte si rivela meno incisiva, ma siamo comunque al cospetto di un trio molto lucido e cinico quando si tratta di accelerare i ritmi e generare confusione. L’impressione è che dal vivo possano crescere in maniera spaventosa e quindi, in attesa delle prossime mosse discografiche, c’è curiosità di vederli al più presto dalle nostre parti.