Una vera sorpresa il debutto discografico dei tedeschi che vedono tra le proprie fila musicisti esperti come Leon Fuller, Julia Leisen e Daniel Haniß, chitarrista e produttore degli Eskimo Callboy. L’impatto con l’album è eccezionale grazie a tre mine come ‘PowPow’, ‘Minefield (Follow You, Swallow You)’ e ‘White Swan/Black Dolphin’ ma in generale l’ibrido tra hip hop, metal, dubstep e gothic rock colpisce per la naturalezza e l’arroganza con cui riesce ad imporsi in breve tempo. L’alternanza tra voce maschile e femminile è una prerogativa del progetto così come l’utilizzo massivo dell’elettronica in un contesto caratterizzato da liriche di effetto ed improvvise esplosioni ritmiche. Resta da capire in che modo ‘Open Heart Surgery’ potrà essere trasportato dal vivo ma nel frattempo chi non ama la musica canonica o gli standard commerciali ma soprattutto cerca del materiale che lo scuota fisicamente e mentalmente, ha trovato l’album giusto. Un’operazione a cuore aperto che lascerà inevitabilmente il segno.