Il senso di desolazione e impotenza che si sperimenta nel quotidiano viene descritto a meraviglia da una dei progetti che riesce maggiormente a bilanciare la passione per la tecnologia e le nuove tecniche di produzione con i valori della vecchia scuola death metal. Erik Rutan omaggia a più riprese la discografia di Death, Possessed e ovviamente Morbid Angel ma in una scaletta compatta e trucidissima compaiono anche pezzi come ‘What Lies Beyond’ e ‘Dark Age Of Ruin’ che smantellano le architetture sonore moderne e si fanno beffe delle derivazioni hardcore di tante formazioni revival. ‘The Violent Fury’ ha il compito di introdurre l’ascoltatore nelle gelide lande che circondano i Mana Recording Studio di St. Petersburg, ‘Nothingness Of Being’ e la title track riflettono un patrimonio tecnico superlativo e mettono in luce la varietà dei riff del chitarrista, affiancato ancora una volta la bassista JJ Hrubovcak e dal drummer Hannes Grossmann. Sul finale ‘For Whom We Have Lost’ è allo stesso tempo un omaggio agli amici che si sono persi per strada ed uno stimolo a non rassegnarsi e continuare combattere le proprie battaglie.