L’esibizione di Jenny Rossander è stata senza dubbio uno degli highlight dell’ultima edizione del Northside Festival e personalmente sono rimasto colpito sia dalle capacità espressive e performative della ragazza sia dall’intelligenza delle sue divagazioni nel synth pop più commerciale e ballabile. La sua provenienza nordica è evidente fin da subito ascoltando un terzo full lenght, escludendo ‘Seven Dreams Of Fire’ realizzato assieme a Bon Homme e co-prodotto da Trond Bersu degli Highasakite, dove nulla è lasciato al caso. Allo stesso tempo la scaletta riflette gli anni trascorsi nella caotica Shangai e quanto la cultura orientale abbia plasmato una visione già piuttosto futuristica e aperta all’innovazione tecnologica. ‘Money Towers’ è un singolo lascivo e robotico per il quale i Chvrches venderebbero l’anima al diavolo, l’Electric Mistress si è trasformata in ‘Queen Of The Night’ e la quiete di Aahrus è improvvisamente diventata ‘Shanghai Roar’ tra flussi di coscienza analogici, distorsioni e chorus orecchiabili. Un rito propiziatorio in vista di un successo su larga scala che al cospetto della bellezza di questo materiale appare scontato.