In bilico tra alternative rock, noise e shoegaze, la quarta fatica su lunga distanza del trio gallese rappresenta un attestato di forza dopo il discreto riscontro ottenuto da ‘Wolf's Law’ e ‘Hitch’. La sezione ritmica formata da Rhydian Dafydd e Matthew James Thomas è sicuramente “schiava” della bellezza di Ritzy Bryan, che suonava già col bassista nei Tricky Nixon e domina in lungo ed in largo la scaletta. Al di là della presenza, il suo talento appare indiscutibile e l’energia punk degli esordi non è scemata troppo nella ricerca di una hit da classifica o di un posizionamento più stabile nello scenario anglosassone. Ad anticipare l’uscita del full lenght sono stati ‘Leave No Trace Live In L.A’ ed i singoli ‘The Wrong Side’ e ‘Dance Of The Lotus’. Gli altri passaggi chiave di ‘AAARTH’ sono senza dubbio l’accoppiata formata da ‘What For’ e ‘The Better Me’ e ‘You Can’t Give Me’, che anticipa la chiusura di ‘Caught On A Breeze’ con retaggi new wave e influenze più americane del solito.