Non uno ma quattro singoli ad anticipare la release, una promozione curata nei dettagli e tanta energia. I “topi di Göteborg” hanno reso il loro hard rock metallizzato ancora più affabile e tornano sul mercato con una scaletta infarcita di grandi pezzi che rischiano veramente di fare concorrenza a formazioni affermate come In Flames e Hardcore Superstar, di recente autori dell'anthemico 'You Can't Kill My Rock n' Roll'. La grana delle chitarre è superba, la batteria di Alex Karlsson martella dal primo all’ultimo minuto e Chris Blood si rivela un portento al microfono. Come in occasione del precedente ‘The Fall’, le registrazioni sono state supervisionate da Oscar Nilsson che si è anche occupato del mixaggio e ‘Hisingen’, detta anche “The Devil Island” (citata anche dai Graveyard nel loro migliore lavoro in studio) non è solo il luogo dove buona parte dell’album è stato composto ma anche quello in cui sono cresciuti i membri. Un centro culturale dove le influenze hip hop, hardcore, punk e metal sono parte della vita di tutti i giorni e, logicamente, si riflettono nelle composizioni fresche e dinamiche del quintetto che stavolta non si è posto alcun limite in termini artistici. 'Cleaning House' è introdotta da un riff alla Korn e parti vocali che rimandano immediatamente ai Rage Against The Machine poi il pezzo si fa sempre più caotico e l'anima del gruppo emerge lampante. I ragazzi però non hanno lasciato niente al caso e tutto l'album merita la vostra attenzione. ‘The Hunt, Pt. II’ e ‘They Say’ (l'incipit ricorda i System Of A Down) illuminano la prima parte, ‘I Got No Friends’ e ‘Behind The Flag’ mostrano il desiderio di abbattere nuove barriere mentre la title track, ‘So What’ e ‘Lights Out’ sono pronte per diventare dei classici dal vivo. Nel complesso potrete vivere un ascolto bi-dimensionale. Da una parte vi sembrerà di essere sotto palco durante il concerto della vita e dall'altra di scorrere tutto quello che musicalmente ha caratterizzato la scena metal e hardcore-punk negli ultimi quindici anni.