Oltre a celebrare l’amore di Elias Bender Rønnenfelt per Sky Ferreira, presente in ‘Pain Killer’, ‘Beyondless’ sancisce il definitivo ingresso dei danesi nello starsystem mondiale. Già i precedenti ‘New Brigade’ e ‘You're Nothing’ avevano mostrato le qualità del gruppo, in bilico tra rock e post punk, ma i suoni erano ancora troppo acerbi per potersi imporre su larga scala. La svolta artistica di ‘Plowing Into The Field Of Love’, più vicino a sonorità alla Nick Cave And The Bad Seeds e Bauhaus, e i progetti paralleli Sexdrome e Marching Church hanno contribuito a rendere speciale le atmosfere degli Iceage che ormai non si pongono più alcun limite. In ‘Catch It’ il frontman veste i panni di rocker maledetto, ‘Hurrah’ è un incipit che più punk non si può mentre ‘The Day The Music Dies’ e ‘Take It All’ mostrano una produzione evoluta, curata assieme a Mattias Glavå e Nis Bysted, ed un songwriting che, pur tingendosi di nero, sa sfruttare al massimo il talento di tutti i componenti. Il mixaggio di Randall Dunn infatti mette in evidenza ciascun strumento, la chitarra isterica e demodé di Johan Surrballe Wieth ed una sezione ritmica, formata da Jakob Tvilling Pless e Dan Kjær Nielsen, che sa essere educata quanto scellerata. Tanti colori e tutti giusti.