-Core
Real Machine
Supercharger
Gain/Sony Music
Pubblicato il 07/05/2018 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Off We Go
2. Rottenburg
3. Shake It Up
4. The Ride
5. Seven
6. Another One To Die
7. Take Back
8. Watching All Our Heroes Die
9. The Punch
10. Forsaken Sin
Songs
1. Off We Go
2. Rottenburg
3. Shake It Up
4. The Ride
5. Seven
6. Another One To Die
7. Take Back
8. Watching All Our Heroes Die
9. The Punch
10. Forsaken Sin

L’uscita dalla band di Mikkel Neperus, all’indomani del tour promozionale del micidiale ‘Broken Hearts And Fallaparts’, aveva sorpreso un pò tutti e lasciato più di una perplessità sul futuro della band. Adesso che questo quarto full lenght è nei negozi possiamo confermare che la scelta del suo sostituto, Linc Van Johnson che finora si era fatto notare assieme ai The Dusters, è stata quanto mai azzeccata. Non solo l’ultimo arrivato ha portato una ventata di freschezza a tutta la band e si supera in ‘Another One To Die’, un pezzo che non sfigurerebbe nella discografia di Marilyn Manson tanto è viscido, ma il suo approccio non si discosta troppo da quello del suo predecessore e questo rappresenta una garanzia per la dimensione live. ‘Real Machine’ è un album potente e energetico, ricco di dinamiche ma solido come il montante di un peso massimo, mantenuto in costante equilibrio tra ritornelli affabili, stacchi ritmici swedish rock e melodie rockabilly. Un album dal quale traspare un’attitudine che poche band possono vantare di possedere e che aspettavamo con ansia dopo avere ascoltato i primi tre singoli. Nello specifico, ‘Rottenburg’ era servita per presentare il nuovo frontman e fare luce su quello che succede di notte tra i divani del Le Bambole di Copenhagen (“We’re all grown up downtown Rottenburg / This time of the year we get our face in the dirt / And we ain’t looking back as we’re heading down the curve..”), ‘The Ride’ ci aveva ricordato quanto fosse bella e brava Clare Cunningham, ex singer delleThundermother, ed infine la tiratissima ‘Off We Go’, aperta da un gigantesco riff alla Backyard Babies, sapeva tanto di locale sporco e fumoso. Quei locali che ai Supercharger piacciono tanto e che sono perfetti per il loro Turbo rock (“Welcome to the sound of the revolution..”). La stessa ‘Rottenburg’ potrebbe benissimo essere un pezzo dei Turbonegro ripulito dal putridume glam che ha reso celebri i norvegesi mentre ‘Shake It Up’ e ‘The Punch’ sono pezzi che sembrano scritti apposta per dare modo a Benjamin Funk di evidenziare il proprio talento dietro le pelli. La produzione è stata quasi interamente seguita dal bassista Karsten Dines Johansen mentre del mixaggio se n’è occupato Tobias Lindell che ricordiamo per le collaborazioni con Hardcore Superstar e Mustasch. Il guitar work di Thomas Buchwald è stellare come al solito e il tastierista Ronni Clasen ha saputo ritagliarsi uno spazio maggiore rispetto al passato. Ora non resta altro che aspettarli in Italia e supportarli al massimo perché lo meritano davvero.

 

Supercharger
From Danimarca

Discography
Handgrenade Blues (2009)
That's How We Roll (2011)
Broken Hearts And Fallaparts (2014)
Real Machine (2018)