-Core
Engine Of Perdition
Fleshworks
Apostasy Records
Pubblicato il 29/03/2018 da Lorenzo Becciani
Songs
01. Death By Autopsy
02. Clockwork Of The Empires
03. Spitting Venom
04. Acclamation To Deprivation
05. The Moloch
06. Somewhere In The Severs
07. Walk The Purgatory Lane
08. In The Face
09. Steamram Beating
10. Dead Men Working
Songs
01. Death By Autopsy
02. Clockwork Of The Empires
03. Spitting Venom
04. Acclamation To Deprivation
05. The Moloch
06. Somewhere In The Severs
07. Walk The Purgatory Lane
08. In The Face
09. Steamram Beating
10. Dead Men Working

C’erano una volta i Branded Skin, originari di Osnabrück nella Bassa Sassonia, ed il loro death metal potente e scarno che ottenne un discreto riscontro a livello underground con ‘Shadows Of Fear’. Dopo l’esordio però la band registrò un promo senza attirare l’attenzione di un’etichetta discografica importante e così decise di sciogliersi. Dalle ceneri dei Branded Skin sono nati i Fleshworks, sostanzialmente la stessa band con un nuovo cantante ovvero Dirk Frenking, ex Fetocide e Difused. Prima è uscito ‘The Deadventure’ e adesso, dopo nove lunghi anni, ‘Engine Of Perdition’, che ripaga questi cinque musicisti di tutti i loro sforzi e si attesta tra le release estreme migliori degli ultimi mesi. La speranza è davvero quella che Apostasy Records (tra le sue fila anche Night In Gales, Fragments Of Unbecoming e Maladie) sia in grado di supportare al meglio questo masterpiece. É sufficiente accendere lo stereo, inserire il cd nel lettore e premere il tasto play per essere travolti dalla furia cieca dei tedeschi; il basso di Jens Wendlandt è mostruoso, Alexander Schmidt non perde un solo colpo dietro le pelli e il guitar work è iper-tecnico ma mai fine a sé stesso. All’inizio l’album sembra collocarsi nel limbo del brutal death più rigoroso e demodè ma con il passare dei brani, ‘Acclamation To Deprivation’ e ‘The Moloch’, un fervore epico comincia a serpeggiare nel songwriting fino alla chiusura solenne di ‘Dead Men Working’ che farebbe invidia a Unleashed o Revel In Flesh. Il cantato è demoniaco quanto basta per far sì che le gigantesche invettive ritmiche profuse mostrino il loro lato dinamico. Un monolite in grado di asfaltare tutto quello che trova sul suo cammino e il premio ad una carriera che finora non era stata troppo fortunata.

Fleshworks
From Germania

Discography
The Deadventure 2009
Engine of Perdition 2018