Se questa estate mi avessero chiesto di scommettere sul futuro degli autori di ‘Core’ e ‘Purple’ probabilmente mi sarei tirato indietro e invece la scelta di Robert e Dean DeLeo di onorare il proprio passato, continuando a produrre musica con Jeff Gutt al microfono, viene accompagnata da una release di assoluto spessore. Sebbene la storia degli Stone Temple Pilots sia legata alla controversa figura di Scott Weiland ed in generale alla seconda metà dei ‘90, non sono in pochi ad aver riscontrato qualcosa di buono anche nel loro periodo con Chester Bennington. Ora che entrambi se ne sono andati c’era bisogno di una svolta e l’ex concorrente di X Factor, che ricordiamo nei Dry Cell, reclutati dallo stesso Jeff Blue che aveva scoperto poco prima i Linkin Park, si è rivelato perfetto per ricoprire un ruolo così delicato. A partire da ‘Middle Of Nowhere’, ciascuna traccia si rivela una piccola lezione in ambito grunge o alternative rock e, se da una parte gli echi di ‘Nothing’s Shocking’ dei Jane’s Addiction e ‘Dirt’ degli Alice In Chains risultano inevitabili e già sentiti, in alcuni frangenti il profilo tecnico appare fresco e innovativo e le linee vocali trasmettono il desiderio di sperimentare territori sonori nuovi. ‘Meadow’ e ‘Roll Me Under’ sono tra gli apici di una scaletta, mixata con intelligenza da Ken Andrews dei Failure, in grado di sottomettere il 90% del materiale che esce nell’era dei social network.