La magniloquente copertina realizzata da Dan Seagrave (Decrepit Birth, Malevolent Creation) introduce il secondo full lenght del progetto nato in omaggio alla memoria di Martin “Kiddie” Kearns e forse sorpreso dall’attenzione ricevuta da ‘For The Fallen’. In effetti, ascoltando ‘The Hellfire Demos’ pareva di essere al cospetto dell’ennesimo supergruppo dalla durata imprecisata ma personaggi come Karl Willets (Bolt Thrower) e Frank Healy (Benediction) difficilmente lasciano qualche dettaglio al caso e di fronte ad un debutto del genere la scena death ed il movimento metal in generale non hanno potuto che inchinarsi. Così sono aumentate le pressioni, probabilmente anche da parte dell’etichetta discografica, ed i Memoriam si sono ritrovati in studio per registrare altro materiale inedito. Il risultato è un disco ancora più coeso e feroce nel quale un paio di episodi più estesi e dilatati, ‘Nothing Remains’ e ‘No Known Grave’, fanno da cardine ad altri passaggi selvaggi, live oriented e fortemente retrogradi (su tutti l’opener ‘Soulless Parasite’, la title track e ‘As Bridges Burn’). Strepitoso anche il contributo di Scott Fairfax e Andrew Whale in un contesto destinato ad entusiasmare i più giovani e far commuovere chi è cresciuto con l’intransigenza di certo metal estremo. Una conferma che attendevamo ed un colpo inferto all’industria musicale che deve, e sottolineo deve, credere in release di questo tipo. Ho la netta sensazione che nomi di prima categoria faranno a gara per averli di supporto in tour.