Lo stoner doom grezzo e senza fronzoli dei transalpini colpisce fin dall’inizio per efficacia e originalità. Sebbene la devozione per la scena psichedelica californiana sia evidente, i Greyfell mostrano anche di amare stili più estremi come l’hardcore e il black metal e questo rende l’ascolto molto più fruibile e attraente. Introdotto dal drone ossessivo di ‘The People's Temple’, ‘Horsepower’ è la loro seconda fatica su lunga distanza, segue di tre anni il più derivativo ‘Vol. 1: I Got The Silver’ e dice tutto quello che c’è da dire nel giro di cinque canzoni. ‘Horses’ è la traccia più immediata del lotto mentre le conclusive ‘Spirit Of The Bear’ e ‘King Of The Xenophobia’ sono quelle in cui emerge maggiormente il profilo da jam band e il contributo dei synth appare significativo. Un lavoro che spicca nel catalogo recente di un’etichetta attiva come Argonauta Records. Trentacinque minuti di caos, doom e oscurità. Trentacinque minuti durante i quali non ci si annoia di certo.