L’anno heavy metal viene inaugurato dall’ottimo nuovo album degli inglesi che puntano forte sulla fusione tra leggiadre armonie vocali femminili e aggressivi e furiosi growl maschili. Un po' come andava di moda a fine anni novanta ma con un suono moderno e malizioso. Così la band nata attorno al chitarrista Ollie Roberts torna nei negozi a distanza di circa due anni e mezzo da ‘The Human Encryption’ mostrando un approccio compositivo maturo e tinte melodiche che farebbero comodo a tante band di prima categoria impegnate a mantenere inalterate le gerarchie internazionali. Non siamo lontani dagli ultimi Opeth ma ridurre una proposta del genere a qualche paragone sarebbe davvero limitante. ‘Catalyst To Awakening’, come sottolineato nell’introduzione, punta forte sul cantato dinamico e variegato di Theresa Smith e Joey Draper ma chitarra e batteria sono sempre in rilievo e la masterizzazione di Tony Lindgren (Kreator, Angra) ha spinto la release su un livello superiore. Le influenze prog sono evidenti, gli assoli mai banali ed in scaletta troviamo le collaborazioni con Timo Somers dei Delain ('Anomalous II: Ghost of Asylum'), Marco Pastorino dei Temperance e Chiara Tricarico dei Teodasia ('Incarcerate'). L’apice viene raggiunto in corrispondenza di ‘Unleash The Fire’ e ‘Carve The Stone’, due pezzi tosti, affabili ed in grado di fare bene anche su radio o canali rock e non strettamente metal.