L’iraniano Peyman Salimi guida questa sorprendente band fiorentina che non nasconde la passione per i masterpiece di The National, Interpol e Editors. Dopo l’EP ‘Stalemate’, registrato quattro anni fa sotto la produzione artistica di Antonio Aiazzi (da poco nei negozi con uno stupendo lavoro solista), per i ragazzi è venuto il momento di misurarsi sulla lunga distanza è il risultato sono dieci tracce che miscelano con intelligenza la new wave italiana degli anni ‘80 e il meglio dell’indie rock statunitense dello scorso decennio. La memoria “muscolare” dei The Allophones passa dalla melodia, e quando la sfrutta lo riesce a fare in maniera estremamente efficace, ma anche da arrangiamenti elaborati e elementi strutturali tipici della musica alternativa. Tiziano Borghi e Eduardo De La Paz, già fonico di The National e Arcade Fire, hanno mixato una scaletta in cui spiccano certamente il singolo a tinte politiche ‘The Owner’, le visioni colorate di ‘Somebody’s Fault’ e ‘Better Days’ e le suggestive atmosfere di ‘Stay’ e ‘Recoded’. Un ascolto che accende la curiosità di vederli dal vivo.