Sufjan Stevens ha la mia stessa età, solo che lui è nato nella malfamata Detroit ed io a Firenze. Lui ha spinto i giornalisti a mutare l’attribuzione del termine folk pop mentre io al massimo faccio il giornalista. Di regali quest’anno l’autore di ‘Enjoy Your Rabbit’ e ‘The Age Of Adz’ ce ne ha fatti diversi. Il primo è stato ‘Carrie & Lowell Live’, album audio-visivo che ha celebrato il tour dell’ultimo lavoro in studio, ed il secondo ‘Planetarium’, lavoro collaborativo che l’ha visto protagonista assieme a Bryce Dessner dei National, Nico Muhly e il batterista James McAlister. Adesso è venuto il momento di dare alle stampe una serie di outtake, demo registrati con l’iPhone e remix di Helado Negro (‘Death With Dignity’ e ‘All Of Me Wants All Of You’), Doveman (‘Exploding Whales’) e 900X. Quello che potrebbe apparire come un tentativo di scavare in fondo al barile è invece il risultato di un processo a ritroso che ha visto questo straordinario musicista addentrarsi dentro al midollo delle proprie composizioni e rivisitarle oppure recuperarne le versioni grezze per mostrarne i cambiamenti evolutivi. La ripetizione di quanto avvenuto con ‘The Avanlanche’ ma con ancora maggiore enfasi sulle sfumature. In fondo passare da ballate acustiche, rumori lo-fi, spunti elettrici e suggestive orchestrazioni.