-Core
Móðurástin
Katla
Prophecy Productions
Pubblicato il 16/10/2017 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Aska
2. Hyldýpi
3. Nátthagi
4. Hvila
5. Hreggur
6. Kul
7. Móðurástin
8. Dulsmál
Songs
1. Aska
2. Hyldýpi
3. Nátthagi
4. Hvila
5. Hreggur
6. Kul
7. Móðurástin
8. Dulsmál

Sono legato da lunga amicizia con Aðalbjörn Tryggvason dei Sólstafir e so bene quanto dolorosa sia stata la separazione tra lui e il batterista e visual artist Guðmundur Óli Pálmason. Ho inoltre amato alla follia tutti i lavori in studio da ‘Köld’ in poi di conseguenza è inevitabile che sia un po' di parte. Premesso questo ho vissuto sulla mia pelle la crescita esponenziale della scena black metal islandese nel periodo recente – se volete divertirvi segnatevi Svartidauði, Misþyrming,Carpe Noctem, Naðra, Árstíðir Lífsins, Auðn e Momentum e fate le vostre ricerche - e amo pure la Prophecy Productions (tra l’altro responsabile di un bellissimo digipack) che ogni anno ci regala pochi dischi ma tutti di valore, il debutto di GlerAkur giusto per rimanere nella terra del fuoco e del ghiaccio è un esempio, e quando ho saputo che ‘Móðurástin’ non ho avuto dubbi sulla sua qualità. Un altro indizio che mi sarei trovato al cospetto di un grande album l’avevo avuto al momento della conferma di Einar Thorberg Guðmundsson al microfono. Consapevole del suo potenziale, ascoltare il materiale dei Fortíð e dei Potentiam per credere, mi sono avvicinato ai Katla con curiosità e rispetto rimanendo totalmente sbalordito di fronte a pezzi come ‘Aska’, ‘Hyldýpi’ e ‘Hreggur’ che valgono da soli l’acquisto e non meritano alcun paragone. All’inizio vi imbatterete in atmosfere familiari, quelle dei Sólstafir appunto, ma a lungo andare i contrasti creati dal duo vi porteranno in territori sonori del tutto differenti. Quelli solcati dai Kontinuum, talmente decadenti e ritmici da costringere ad un ripasso immediato dell’intera discografia dei Bauhaus, quelli dei Sunn O))) e ancora quelli dei Satyricon. Arpeggi da brividi, echi di un vento gelido e cinico, brama di celebrità, voci femminili (nella devastante ‘Kul’ che rappresenta forse l’apice della tracklist) e terrore che quel Vulcano, proprio Katla, torni ad eruttare dopo oltre un secolo di quiete. Un capolavoro di musica cinematica. L’unico modo che mi viene al momento in mente per ricongiungersi con la Natura. Però fatemi un favore, non commettete l’errore di paragonarlo a ‘Berdreyminn’ e godete di questa musica preziosa fino al termine dei vostri giorni.  

Katla
From Islanda

Discography
Móðurástin (2017)
Allt þetta Helvítis Myrkur (2020)