-Core
shutdown.exe
3TEETH
OMF Records
Pubblicato il 09/08/2017 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Divine Weapon
2. Pit Of Fire
3. Atrophy
4. Oblivion Coil
5. Shutdown
6. Degrade
7. Tower Of Disease
8. Tabula Umbra
9. Voiceless
10. SlaveGod
11. Insubstantia
12. B.O.A
13. Away From Me
Songs
1. Divine Weapon
2. Pit Of Fire
3. Atrophy
4. Oblivion Coil
5. Shutdown
6. Degrade
7. Tower Of Disease
8. Tabula Umbra
9. Voiceless
10. SlaveGod
11. Insubstantia
12. B.O.A
13. Away From Me

Di recente la scena industrial californiana si è risvegliata con gli Orgy di Jay Gordon al lavoro su nuovo materiale, un mini niente male da parte dei Society 1 di Matt Zane ed il bellissimo ‘Ephemeral’ dei The Anix ma come spesso accade per scrivere la storia serve qualcosa di più. Un’affermazione deflagrante, un successo clamoroso oppure un capolavoro che venga benedetto senza mezzi termini sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori. In tutta onestà non credo che i 3TEETH siano già in possessodelle chiavi di ingresso per il paradiso e difficilmente li vedremo a breve nelle prime posizionidelle classifiche alternative ma di sicuro ‘shutdown.exe’ è il disco di industrial più avvincente uscito da tempo immemore. Oltre a riuscire a catapultare l’ascoltatore direttamente nella prima metà degli anni novanta con lussuriose referenze ai Nine Inch Nails di ‘Pretty Hate Machine’ e ‘The Downward Spiral’ (‘Oblivion Coil’ e ‘Shutdown’), i White Zombie di ‘Astro-Creep: 2000’, così come Marilyn Manson e Prong, questo secondo lavoro in studio mostra uno sguardo attento all’evoluzione della tecnologia di produzione e ci regala dei suoni semplicemente incredibili. Non c’è nulla di retrogrado in questi ragazzi che i Tool hanno scelto come supporto per il loro ultimo tour statunitense. Nulla di plastica e soprattutto nulla di prevedibile. A dire il vero un indizio che il successore di ‘3TEETH’ avrebbe potuto spingersi su livelli inaspettati me l’aveva fornito Sean Beavan, durante un’intervista assieme a Jørgen Munkeby degli Shining, indicandomelo con uno dei dischi più interessanti pronti ad uscire dal circuito underground ma di sicuro non credevo che fosse possibile arrivare a tanto. Alexis Mincolla si rivela un frontman gigantesco cambiando approccio vocale ad ogni canzone. Si va dalle harsh vocals di ‘Divine Weapon’ all’ostentato Rob Zombie di ‘Atrophy’ passando per il Brian Warner più viscido di ‘SlaveGod’. Il resto lo fanno le liriche letali e mai banali. Il riffing di Chase Brawner è inesorabile come quello di Richard Kruspe dei Rammstein e ‘Pit Of Fire’, ‘Degrade’, ‘B.O.A.’ e ancora la conclusiva ‘Away From Me’ si distinguono per il loro approccio vario e originale. Le tastiere di Xavier Swafford sono sempre presenti ma solo in rari casi ammorbano il resto del tessuto strumentale e la batteria di Andrew Means è stata esaltata in fase di mastering da un maestro come Howie Wienberg, per anni a servizio dei Deftones. A tratti ‘shutdown.exe’ pare un disco uscito dal NAMM, perfetto tecnicamente, avanti anni luce in tutte le soluzioni utilizzate e suonato da turnisti di valore mondiale. Nulla di più falso, i 3TEETH sono freschi e urgenti come se fossimo tornati indietro di cinque lustri e il mondo non stesse andando allo sfascio. Se poi siete rimasti delusi dalla crisi di identità in cui è caduta l’ebm ma non vi siete rassegnati a lasciare prendere la polvere ai vinili di Skinny Puppy, Frontline Assembly e Nitzer Ebb, allora ‘shutdown.exe’ con la sua copertina futuristica non può mancare nella vostra collezione. Qualunque sia il vostro rapporto con l’industrial il consiglio è di non lasciarvi sfuggire queste tredici tracce perché sapranno rendere più bollenti le vostre serate sadomaso o semplicemente allietarvi allorché le vostre schiavette non stiano rispettando gli ordini ricevuti. 

 

3TEETH
From USA

Discography
3TEETH (2014)
shutdown.exe (2017)