Sia sulle riviste specializzate che sulle webzine ho letto recensioni confuse e maledettamente vuote di contenuti su quest’album. Come se la maggior parte degli addetti ai lavori non avesse compreso quali fossero gli intenti degli Stone Sour dopo il doppio album ‘House Of Gold & Bones’ oppure fossero reticenti a parlare male di Corey Taylor. Per quanto mi riguarda trovo che ‘Hydrograd’ sia un album molto più facile da assimilare di quanto possa sembrare, quello che in tanti non hanno capito è che si tratta di un album rock e non alternative metal o groove metal che dir si voglia. Nonostante qualche cambiamento di line-up di troppo, gli Stone Sour hanno saputo mantenere fede alle promesse fatte all’inizio della loro avventura, evitando di pubblicare lo stesso lavoro due volte di fila e lasciando che la creatività fluisse liberamente. In attesa di sapere quali saranno le mosse future degli Slipknot, lo scatenato Corey Taylor, coadiuvato dai chitarristi Josh Rand e Christian Martucci, ci regala una quindicina di pezzi dinamici e potenti. Le registrazioni si sono svolte in presa live ai Sphere Studios di North Hollywood, sotto la supervisione di Jay Ruston (Anthrax, Kill Devil Hill), per non smarrire l’energia ed il suono aggressivo e grezzo dei demo. La sezione ritmica è portentosa, come di consueto le liriche vengono scandite in maniera decisa e la tensione di alcuni passaggi viene compensata con chorus enormi e facilmente assimilabili (su tutti ‘Song #3’ e ‘Fabuless’). Notevoli anche ‘Taipei Person/Allah Tea’ e ‘Knievel Has Landed’, nelle quali il frontman dimostra a tutti i motivi per cui è tanto amato ovvero un timbro vocale aggressivo ma estremamente esteso, mentre nella seconda parte spiccano ‘Thanks God It's Over’ e ‘Whiplash Pants’, senza dubbio meno prevedibili di tanti pezzi del post-’Come What(ever) May’. La personalità della band emerge anche negli arrangiamenti che si rifanno ai classici degli anni ‘70 e sono certo che gli ascoltatori perdoneranno qualche uscita meno felice come il pezzo country ‘St. Marie’ o la radio friendly ‘Friday Knights’.