Sette anni fa gli svedesi hanno intrapreso una strada impervia ma appagante atta a sfogare la propria passione viscerale per il death metal di pionieri come Entombed e Dismember. Adesso, dopo diversi full lenght di valore incensati dalla critica e almeno un paio di ottimi tour, possiamo considerarli tra le migliori formazioni del genere e senza dubbio un punto di forza del catalogo della label fondata da Brian Slagel agli albori degli eighties. La cadenza biennale viene rispettata con ‘World Inferno’, dieci tracce per quarantacinque minuti di durata che non fanno altro che ampliare quanto professato in precedenza. A cambiare è stata la sezione ritmica con il bassista Tommy Carlsson (ex Visceral Bleeding, Infested e Abomination) ed il drummer Martin “Fjalar” Mikaelsson, attivo anche con Istapp e Nivlhel, “rubati” dai Nephariturs e preparati meticolosamente per provocare più danni cerebrali possibili in sede live. A comandare la baracca è sempre il chitarrista Jimmy Lundqvist che da tre anni ha scelto Pontus “Penki” Samuelsson come secondo. Una bella accoppiata di asce che accelera i ritmi solo quando necessario e per il resto procede solenne e fiera verso la distruzione globale. Superbo il mixaggio di Dan Swanö (Edge Of Sanity, Bloodbath) che ben si addice a pezzi totalitari e massivi come ‘The Soul Collector’ e ‘Into Eternal Fire’. ‘Serial Murder (Death Squad)’ e ‘Insane Slaughter’ guardano agli At The Gates, ‘ Condemned To The Grave’ e ‘Dead And Buried’ sono “classici” degli Entrails mentre la conclusiva ‘The Blood Bored’ avrebbe potuto benissimo essere sullo storico ‘Left Hand Path’, tanto è il suo vigore vintage.