Senza volere entrare troppo nel merito della querelle, è fuori di dubbio che i pesanti screzi venutisi a creare tra Merlin Sutter e Chrigel Glanzmann abbiano spinto Ivo Henzi e Anna Murphy a piantare in asso il leader degli Eluveitie e fondare un nuovo gruppo improntato su un folk metal atmosferico e un suono fresco e distante dal passato così come da altri pionieri del genere quali Finntroll o In Extremo. I Cellar Darling mostrano fin dall’inizio di non volere proporre qualcosa di scontato o prevedibile. Il suono di batteria è pulito e potente, lo stile chitarristico vario con groove accentuati e divagazioni nel prog e perfino nel djent mentre il cantato e il magico suono della ghironda della musicista di radici irlandesi (impegnata anche nei Lethe con Tor-Helge Skei dei Manes) mantengono forte il legame con la tradizione celtica. ‘Avalanche’ è un’ottima apertura ma è con la seguente ‘Black Moon’ che il disco prende una piega importante, superata forse solo da ‘Six Days’ a metà scaletta, e la sensazione è che gli appassionati potrebbero gradire, in attesa di capire se la frattura con gli Eluveitie verrà prima o poi ricomposta. L’edizione mediabook di ‘This Is The Sound’ contiene tre cover inconsuete come ‘The Cold Song’ di Henry Purcell, dalla colonna sonora di ‘King Arthur’, ‘Mad World’ dei Tears For Fears e ‘The Prophet’s Song’ dei Queen.