Non soddisfatto di averci donato la malvagia creatura Mork, Thomas Eriksen si è mosso con avidità alla ricerca del sound black metal più primitivo e lancinante. Sinceramente non conosco il motivo per cui il polistrumentista norvegese, attivo pure con The Deathrip e Pale Kids, abbia deciso di distinguere questa manciata di tracce da quelle di ‘Dypet’ perché la matrice non è poi così dissimile. Probabilmente per il suo progetto principale ha in serbo un’evoluzione sonora che cambierà le carte in tavola; per il momento però possiamo goderci questo lavoro, anticipato in rete dalla ferale ‘Avgudsdyrker’, che si ricollega in un certo senso a ‘Isebakke’ e addirittura presenta un profilo più grezzo e crudo. C’è molto dei Darkthrone in ‘Udåd’, anche se Eriksen ha dichiarato di aver preso spunto pure dagli scatti fotografici scarni e disumani di Jørg Buttgereit. In pezzi catartici come ‘Bakenfor Urskogens Utkant’, ‘Den Virkelige Apokryf’ o ‘Antropofagens Hunger’, caratterizzati da un approccio vocale senza precedenti e chitarre alquanto malsane, ho riscontrato anche qualcosa dei primi Djevel. In definitiva siamo al cospetto di un disco piuttosto classico per chi conosce nel profondo il black metal norvegese, ma allo stesso tempo singolare perché al giorno d’oggi la brutalità viene fin troppo mascherata con produzioni elaborate e contaminazioni variopinte.