La voce di Fenriz rende ancora più viscido l'ibrido tra metal tradizionale, thrash e doom di questo oscuro esordio discografico. Potrebbe apparire strano eppure è proprio il leader dei Darkthrone a rendere caotico e imprevedibile il solenne incedere strumentale voluto da Apollyon degli Aura Noir e Bestial Tormentor degli Infernö. Da supergruppi del genere non è sempre lecito attendersi il meglio ma il trio di Kolbotn sembra aver trovato immediatamente l’amalgama giusto ed in un certo senso i Coffin Storm suonano come un’evoluzione dei Lamented Souls con una produzione più ruvida e organica. Il suono di chitarra di ‘Over Frozen Moors’ è una via di mezzo tra i Celtic Frost ed i primi Kreator ma in scaletta troverete anche agganci alle discografie di Candlemass, Cathedral (‘Eighty-Five And Seven Miles’) e Paradise Lost. L'epica ‘Open The Gallows’, non distante da certe cose dei Mercyful Fate, e la conclusiva ‘Clockwork Abandon’ sono costruite su un paio di riff mostruosi e la sensazione è che i quarantacinque minuti dell’album, immesso sul mercato con la copertina a cura di Maciej Kamuda (Blut Aus Nord, Witchfinder), potrebbero essere dilatati non poco in sede live. Sarà proprio in tal modo che i Coffin Storm dimostreranno o meno la capacità di distinguersi tra tanti progetti paralleli o collaborazioni di pregio che pubblicano un disco interessante e poi si dissolvono nel nulla. Il fatto che ci sia dietro Peaceville mi fa pensare che ‘Arcana Rising’ potrebbe avere presto un seguito.