-Core
Destrage
Italia
Pubblicato il 02/12/2010 da Lorenzo Becciani
Perché questa immagine di un re vecchio e grasso associata alla vostra musica?
La figura di cui parliamo è una specie di capro espiatorio del sistema di potere verticale del quale siamo tutti vittime e carnefici, pecore e lupi. Volendo dare un nome e una forma a quello che è il modello capitalistico nel quale volteggiamo come in un tornado abbiamo fatto ricorso a questa anonima figura di re, che ricorre ad una corona (lo status, la gerarchia) come 'penis engagement' ed adopera due mani per raccogliere potere e controllo, accumulando capitale nello stomaco (fat) distribuendo con altre due mani terrore e ignoranza (old, non è certo una formula inventata ieri), indorando la pillola con dosi di intrattenimento a prova di idiota per anestetizzare le masse ed educarle alla richiesta e al consumo veicolato, cosicché the King possa regnare per sempre. La copertina del disco mostra la testa del re e l'interno del booklet contiene altri dettagli dell'artwork completo, un disegno a mano di circa 60x60cm.
Cosa significa Destrage?
E’ una domanda che ci fanno in molti, ma in realtà non ha un particolare significato. E’ nato quando avevamo circa 17 anni, è stato detto per scherzo ci è piaciuto e non ci siamo mai più posti il problema. A noi è sempre suonato bene!
Vogliamo sapere tutto del clip di 'Jade's Place'. Com'è stato ideato? Dove lo avete girato? Quanto tempo è stato necessario per completarlo?
Il clip di 'Jade's Place' è nato dall'idea di creare un flusso di visioni senza narrazione in cui i musicisti interagissero con una gigantesca e improbabile macchina animata dalla musica. Una volta scritte tutte le scene, intavolate le idee e preparate le coreografie, ho ripreso la band in uno studio con fondo verde (quello che si usa per gli effetti speciali nei film per intenderci) e dopodiché ho cominciato a giocare con tutto il materiale raccolto nei mercatini delle pulci e nelle cantine dei vecchi artigiani per costruire la macchina. Con un massiccio lavoro di post produzione ho poi fuso i musicisti con i materiali. Non volevo fare un video di motion graphic utilizzando grafiche già fatte rubate qua e la come se ne vedono tutti i giorni. Volevo fare della grafica in movimento ricavata da oggetti veri, materiali di discarica con un identità propria ed animali in carne ed ossa, diabolicamente danzanti e meccanicamente reattivi al suono di ogni singola nota come in un circo allucinogeno. Credo sia questo il punto di forza del video: essendo progettato da musicisti la sincronia di immagini e suono non è apparente o appena accennata, è letterale. E' esatta. Mi ci sono voluti circa quattro mesi per scrivere e realizzare il tutto.
Sono convinto che molte persone vi conosceranno grazie al video. Quale ritenete sia il vostro target di riferimento?
Non puntiamo ad un target preciso. Ci piace sempre cambiare, non chiuderci in un genere che andrebbe inevitabilmente a mettere delle barriere, soprattutto in fase di composizione. Penso che chi ascolta I nostri dischi lo faccia perchè capisce questa nostra attitudine, e la supporta.
Avete in programmi altri video? A quali canzoni dell'album pensate di associarli?
Si, ne abbiamo già girati altri due ed è previsto anche un video con immagini dal vivo riprese in occasione del nostro release party allo Zoe di Milano. Credo che nel giro di un paio di mesi usciranno uno dopo l’altro. Ma i pezzi non possiamo ancora dirveli!
Quali sono le vostre influenze principali?
Guarda in verità le influenze di tutti noi cinque messe assieme creerebbero una lista a dir poco infinita. E non parlo di metal bensì di tutto cieograve; che è racchiuso tra musica classica e techno. Se dovessi pereograve; darti dei nomi eldquo;grossierdquo; pensando ai singoli componenti dei Destrage direi Soilwork, The Dillinger Escape Plan, Protest The Hero, Lamb of God, Death, Prodigy , In Flames , John Zorn, Animals As Leaders, Sikth, Nevermore, Karnivool, Beatles, Alter Bridge, Creed, Extreme, Everytime I Die, Botch e Suicidal Tendencies ma sono davvero i primi che mi vengono in mente! Come puoi ben vedere non esiste una vera e propria corrente unica che raccoglie le nostre influenze!
A quali album vi siete ispirati a livello di produzione?
Davvero difficile rispondere. Più facile dire con certezza cosa abbiamo cercato di evitare. Sicuramente volevamo Ettore Rigotti a dirigere la produzione, ma non volevamo un sound troppo 'mundish'. Ettore si è dimostrato recettivo ed aperto. Ha saputo veicolare il suo possente know how in una direzione nuova per confezionare quello che anche lui definisce il suo miglior lavoro da produttore. Batterie naturali, dinamiche ampie, potenza e freschezza di linguaggio. Anche in fase di registrazione abbiamo preso una piega leggermente in controtendenza rispetto al mercato degli ultimi anni, registrando segmenti lunghi, editando al minimo, cercando di esaltare la mano del musicista a scapito della compattezza forzata e dell'iperprecisione da sequencer.
In cosa credete di essere migliorati maggiormente a livello tecnico dal debutto?
Sicuramente nella composizione di gruppo. In questo disco c’è lo zampino di ogni singolo membro dei Destrage e questo lo rende ancora più nostro. Il fatto di aver consolidato il nostro rapporto, la conoscenza reciproca e l’essere cresciuti insieme sotto tutti I punti di vista, da quello tecnico a quello umano ha reso per noi 'The King Is Fat elsquo;N’ Old' un album di grande importanza.
Come siete riusciti a conciliare sonorità simili a Protest The Hero e Black Dahlia Murder con un'anima melodica di ampio respiro?
Per caso. O meglio per istinto. Quando si è trattato di dover cominciare a scrivere il nuovo disco abbiamo fatto lunghe riunioni su come avremmo impostato il lavoro, su quali pezzi avrebbero colpito diversi target, bla bla bla. Poi ci siamo stretti la mano, abbiamo detto 'tutti d'accordo ragazzi?' e siamo partiti a scrivere come fossimo una corporation. Tempo poche settimane e ci siamo accorti di quanto quei piani fossero inutili. Semplicemente il materiale nuovo veniva fuori come gli pareva. Incontrollato. Al diavolo i piani. Abbiamo allestito una parete attaccando di qua e di là decine di postit con le varie idee, abbiamo composto e scomposto tutto molte volte e alla fine il risultato del puzzle è stato 'The King Is Fat'N'Old', che è semplicemente la traduzione sonora di quello che siamo come persone.
Cosa dobbiamo attenderci in futuro a livello di sound?

Credo che ci porremo il problema a tempo debito, magari ci radicalizzeremo ancora di più, chissà.
Quale esperienza live ricordate con maggiore eccitazione?
Credo che il release party di The King sia stato il momento in cui la band ha iniziato davvero a sentire il supporto dei fan. E’ stato davvero grandioso vedere così tanta gente cantare i nostri pezzi usciti solo da un mese. A gennaio suoneremo in Giappone e non vediamo davvero l'ora.
Di cosa parlate in 'Back Door Epoque' e 'Collateral Pleasure'?
'Back Door Epoque' parla dell'era anale, una teoria di R. Murray Shafer riadattata per infilarci il tema della zuccherosa anestetizzazione culturale attuata dai piani alti per tenerci buoni, zitti, affamati, smaniosi, prevedibili e felicemente consenzienti. Nel famoso disegno del King, una frase di backdoor époque si snoda nell'intestino del re, dove lo zucchero è marrone ed il rumore bianco. 'Collateral Pleasure' è la strada verso la via d'uscita da questa cornice, parla della gioia delle cose piccole, che vengono fuori per caso dalle situazioni fastidiose, in maniera collaterale. L'esempio di cui la canzone parla è un ricordo vividissimo di quando andavo alle elementari, e la maestra ci diceva 'andiamo in cortile' e io davo di matto che non vedevo l'ora cazzo, e poi la maestra diceva 'basta correre! in fila per due! mano nella mano!' che in pratica per un bambino è come tagliargli le gambeehellip; E poi nel cielo nero della fila per due severamente militarizzata arrivava un raggio di sole, lei, la possibilità di prendere per mano la fighetta della classe, per giunta facendo finta che non dipendesse dal pizzicore al pisolino, tu mandrillo in erba, tu povero piccolo uomo costretto da una maestra infame a toccare la mano della principessina, sogghigni fingendo imbarazzo e di colpo le limonate bavose nelle puntate di Beverly Hills non ti sembrano più così lontane. Il piacere collaterale. Fantastico.
Che rapporto avete con i social network? Non pensate che con le loro contraddizioni facciano parte anch'essi di un sistema da cambiare?
Le contraddizioni esistono in ogni cosa che viviamo e respiriamo ogni giorno. I cambiamenti spesso e volentieri arrivano da soli e in maniera naturale.. specialmente ora che con internet è davvero la gente a decidere dove e come passare il suo tempo. Come ogni fenomeno di massa avrà la sua ascesa ed il suo declino. Nel nostro caso i social network sono indispensabili per farci conoscere da persone che altrimenti non avrebbero mai sentito parlare di noi.

Destrage
From Italia

Discography
2007 – Urban Being
2010 – The King Is Fat 'n' Old
2014 – Are You Kidding Me? No.
2016 - A Means to No End
2019 - The Chosen One
2022 - SO MUCH. too much