-Core
Lisa Morgenstern
Danimarca
Pubblicato il 26/01/2019 da Lorenzo Becciani

Quali erano le tue ambizioni all’inizio della tua carriera?
In realtà volevo diventare una ballerina e ho fatto parte di quel mondo per diversi anni. A causa degli infortuni che ho avuto ho però dovuto mollare la scuola di ballo e sono stata fortunata di possedere un altro talento e trovare una nuova passione che mi permettesse di tornare sul palco.

Sei la figlia di due musicisti d’orchestra. Hai avuto un training classico?
Sì certo. A cinque anni mia madre ha cominciato a darmi lezioni di pianoforte. Ho suonato repertorio classico e partecipato a competizioni fino a quando, durante l’adolescenza, ho cominciato ad essere più ribelle e darmi da fare con la chitarra. È stata però una fase breve e, dopo il ballo, mi sono riconciliata col pianoforte e, gradualmente, ho ripreso la mia strada. Nonostante la mia famiglia ci sono ancora tanti motivi per cui non dovrei fare la musicista. Mia madre scuote ancora la testa a volte.
 
Quali sono le tue prime memorie in ambito musicale?
Quando ero piccola prendevo lezioni di piano, amavo il ballo e, come tutti i bambini, guardavo Tom & Jerry. Guardavo i balletti col videoregistratore e sapevo a memoria quelli di Tchaikovsky come Il Lago Dei Cigni, La Bella Addormentata e Lo Schiaccianoci. Vengo ancora accusata di essermi addormentata durante La Sagra Della Primavera di Stravinsky, nonostante i biglietti fossero carissimi, ma la mia opera preferita è Romeo e Giulietta di Prokofiev. Le cassette di Frank Sinatra, Nat King Cole e Doris Day giravano spesso in macchina e più tardi ho scoperto Nina Simone. Probabilmente sono stata influenzata anche da ascolti punk, rock, metal e gothic che ho fatto in seguito. Un paio di anni fa sono entrata in una fase in cui ho ascoltato tanta musica neoclassica e credo che questo movimento abbia influenzato in maniera forte ‘Chameleon’ anche se non mi sono mossa nella direzione di una musica strumentale minimale.
 
Come sei entrata in contatto con Iceland Airwaves?
Ho avuto un discreto slot al Great Escape Festival di Brighton e dopo lo show mi sono trovata davanti diversi promoter. Non avevo idea di chi fossero ma uno si è rivelato dell’organizzazione di Iceland Airwaves. Poco dopo ho dovuto prenotare i voli per Reykjavik. E’ stato come una favola e ho avuto la possibilità di incontrare Ólafur Arnalds, una delle più belle anime in questo universo musicale.

È stata la tua prima volta in Islanda?
Il giorno dopo il concerto ho preso un’auto e ho visitato un sacco di bei posti. Ho avuto modo di vedere dei paesaggi incredibili e siamo pure riusciti a registrare qualcosa nonostante il fortissimo vento che c’era. Al primo tentativo ha cominciato a piovere e abbiamo dovuto mettere al riparo i sintetizzatori ed i microfoni. Abbiamo raggiunto velocemente l’auto e siamo corsi a cercare una casa per asciugare gli strumenti. Per fortuna alla prima porta a cui abbiamo bussato c’era una larga stanza con dei radiatori e questo ci ha permesso di fare un altro tentativo e registrare nei pressi di una grande cascata.

Uno dei migliori aspetti del festival è il fatto che viene posta grande attenzione alla voce. Come hai scoperto la tua? É stato difficile trovare un’identità sonora?
Dal punto di vista canoro ho provato quasi tutti gli stili. Ci sono ancora tante cose che vorrei imparare. Ho sempre visto la mia voce come uno strumento. Non molto tempo mi sono detta che avrei dovuto cantare più piano ed in questo modo ho potuto esplorare tonalità differenti. Il nuovo album si intitola ‘Chameleon’ e non perché stessi necessariamente cercando qualcosa. É arrivato tutto in maniera molto naturale ed il fatto che suoni molto diverso da ciò che avevo pubblicato in passato è la dimostrazione che mi sono evoluta.

Quando hai iniziato a comporre le tracce?
Tre anni fa. L’album cattura un lasso di tempo molto ampio.  
 
Perchè hai deciso di lavorare con Sebastian Plano? Che tipologia di sound desideravi ottenere?
L’ho visto suonare dal vivo in un posto molto piccolo ma speciale di Hannover. È stato uno dei primi artisti che ho scoperto in quel genere e lo ritengo un musicista incredibile. In quel periodo stavo lavorando in uno studio di registrazione, seguendo diversi artisti ma non il mio materiale, e ho sentito la necessità di lasciare e portare con me quello che avevo imparato. In seguito l’ho visto di nuovo a Berlino e quando ho capito che vivevamo nella stessa città mi è venuto in mente di coinvolgerlo come produttore. Avevo bisogno di qualcuno che centrasse l’album e ha dato una multitudine di colori alle canzoni senza farle apparire caotiche. Tutte sono speciali.

Qual è stato il momento più elettrizzante delle registrazioni?
Quando ho composto ‘Levitation’. Non ho potuto suonare il piano per un certo periodo a causa di un problema alla mano e questo mi ha spinto verso i sinth modulari. Ho registrato otto minuti di musica in un solo take ed in seguito ho aggiunto le parti vocali. In seguito abbiamo trovato spazio al bellissimo assolo di violoncello di Sebastian. È stato lui ad incoraggiarmi a improvvisare, piazzando microfoni ovunque e cercando di trovare il finale di un pezzo. Una volta trovato qualcosa con un harmonium ho cantato alcune cose ed è nata ‘Deflowering’. L’ho chiamata così perché è stata la mia prima improvvisazione e ascoltandola si può facilmente sentire la fragilità della mia voce nelle prime note cantate.

Sei bellissima e hai un grande talento. Hai anche qualche difetto?
Grazie di cuore. Non ho risposto a tante interviste quindi non sono ancora brava in questo. Devo migliorare nel reggere lo stress e riuscire a concentrarmi su più obiettivi alla volta.  A volte riesco ed in altri casi sono troppo emotiva.

 

Lisa Morgenstern
From Danimarca

Discography
Amphibian - 2013