-Core
Tall Heights
USA
Pubblicato il 25/10/2018 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto vorrei sapere di più del processo creativo alla base di ‘Pretty Colors For Your Actions’…
In un certo senso è una reazione al disco precedente ovvero ‘Neptune’ ed a tutti gli esperimenti elettronici che abbiamo effettuato in studio in quelle sessioni. Dopo tanti anni in cui ci siamo esibiti come duo acustico è stata una vera svolta per noi ma l’idea di pubblicare due volte di fila lo stesso disco ci annoiava. Per questo ‘Pretty Colors For Your Actions’ ha un suono diverso. Se fossi un pittore, preciso che non so disegnare, non vorrei mai realizzare due volte lo stesso quadro e ciò vale in tutte le forme d’arte. Le nuove tracce sono più potenti, probabilmente a causa del suono di basso che è in costante evidenza, ma il processo è stato più o meno uguale al passato.

Come scrivete solitamente?
Io e Tim viviamo nel solito appartamento. Io scrivo al piano di sotto e lui sopra. Quando abbiamo delle idee ci sediamo insieme e ci lavoriamo fino ad ottenere una bozza di traccia. É un processo costante.

Avete registrato solo queste undici canzoni o avete scartato del materiale?
Siamo entrati in studio con tredici-quattordici idee di canzoni e dopo un paio di settimane ne avevamo una ventina che sarebbero potute andare bene. Le abbiamo registrate ed in seguito abbiamo scelto quelle che stavano meglio insieme. ‘Pretty Colors For Your Actions’ è un disco coraggioso ma coerente.

Avete lavorato con lo stesso team di ‘Neptune’ e questo avrà sicuramente reso l’atmosfera confortevole. Però il suono di ‘Pretty Colors For Your Actions’ è molto diverso da quello del disco precedente..
Secondo me ci sono degli elementi di continuità ma anche di discontinuità dati dal fatto che gli esperimenti in studio sono stati spontanei e non certo pianificati. Non ci atteniamo rigidamente alla prima visione e la modifichiamo con il passare del tempo. Il sassofono in ‘House Of Fire’ per esempio è stata un’idea venuta dopo che avevamo provato il pezzo con solo voce, chitarra e violoncello.

Qual è la traccia chiave del disco?
Forse l’ultima ovvero ‘Roanoke’, perché racchiude un po' tutti gli elementi del disco ed è stata realizzato con l’intero set di tools che abbiamo usato durante le sessioni di registrazione.

Il mio pezzo preferito è senza dubbio ‘House Of Fire’ che per certi versi mi ha ricordato George Michael ed in generale la seconda metà degli anni ‘80. Siete nostalgici di quell’era?
Amiamo tanti dischi di quell’epoca ma per noi la musica riguarda soprattutto tempi e suoni. Riguardo al suono dei synth sicuramente guardiamo a quel periodo ma personalmente sono più legato agli anni ‘90. ‘White Ladder’ di David Gray è uno dei dischi che mi ha influenzato di più.

Cosa puoi dirci del tuo background come musicista?
Sono cresciuto in una famiglia di musicisti. Mio padre suonava il piano, mia madre il violino ed è stata mia nonna a regalarmi il primo violoncello. Durante l’high school ho iniziato a provare l’ebrezza di esibirmi e condividere le mie idee. La comunità musicale di Boston è molto attiva e con Tim siamo cresciuti insieme ma abbiamo iniziato a suonare come duo soltanto dopo qualche anno e alcuni progetti personali che non si erano realizzati. Una delle mie prime performance è stata a Milano, dove ho vissuto tre anni facendo l’insegnante di inglese. Ho suonato per i miei studenti ed è stato elettrizzante.

Ascolti più ballate folk o synth songs?
Dipende dal momento del giorno..

Siete fan dei Boston Celtics?
Sì, certamente. Amiamo anche i Red Sox che sono impegnati nei playoff proprio adesso.

Perché vi siete bendati in copertina?
La copertina ha un duplice significato. Intanto volevamo trasmettere l’idea di un messaggio di propaganda. Di qualcosa che viene celato per un motivo non ben comprensibile. Inoltre per noi le emozioni umane sono più importanti di tutto il resto, sia dei colori che delle azioni..

(parole di Paul Wright)

 

Tall Heights
From USA

Discography
Man Of Stone 2013
Neptune 2016
Pretty Colors For Your Actions 2018