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HeavenBlast
Italia
Pubblicato il 27/09/2018 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto direi di presentare la band sottolineando quelli che sono stati i capitoli chiave della vostra carriera.
La band nasce nel '95 dal cantante Marco La Corte e dal chitarrista Alessandro Saponaro, dopo alcuni anni di assestamento di formazione e maturazione (che ruotano principalmente attorno al mio ingresso nel '96, a quello del batterista Diego Chiacchierini nel '97 e a quello del tastierista Diego Regina nel '98) registra due demo ('98 e 2000) e due album (2003 e 2007). Nel 2009 c'è uno scioglimento e negli anni a venire una lenta ricostruzione per mano mia e del tastierista di allora Nico Di Benedetto. Per vari contrattempi e impedimenti, la realizzazione del nuovo disco ‘STAMINA’ comincia nell'estate del 2014 e vedrà la luce solo nel 2018, grazie all'ingresso nella band dei membri attuali.

Sono passati diversi anni da ‘Flash Back’ a ‘STAMINA’. A cosa è dovuto tutto questo tempo?
Considerando che la band è ripartita realmente solo nel 2012, il resto della stasi è dovuta prima di tutto a ripensamenti di membri che da allora si sono avvicendati, anche in corso delle registrazioni stesse; in secondo luogo, ma neanche tanto, ad impedimenti tecnici e logistici tra cui, per citare i più eclatanti, la rottura di una licenza di software negli studi di registrazione e l'emigrazione del proprietario dei suddetti studi! Se raccontassi altri dettagli, capiresti che l'uscita di ‘STAMINA’ è una sorta di miracolo.

Possiamo affermare che la line-up adesso è stabile? Dal vivo le parti vocali saranno a cura solo di Chiara oppure inviterete degli ospiti?
La line-up è stabile ad eccezione del bassista: finora si sono alternati un mio collega di conservatorio e un mio ex-allievo, ma forse abbiamo in serbo una piccola sorpresa, che potrebbe vedere il secondo subentrare come seconda chitarra. Riguardo alle voci, per ora le parti maschili sono affidate in gran parte a Simone Flammini, un cantante più che noto dalle nostre parti per la sua poliedricità e che verosimilmente presenzierà anche sui prossimi lavori studio, e in minor parte al tastierista Matteo Pellegrini è appunto anche un ottimo cantante.

Oltre ad essere molto bella, Chiara possiede un timbro vocale davvero originale. Dove l’avete trovata? Quanto è difficile proporre delle parti vocali interessanti in un genere di questo tipo?
Se non sbaglio, la prima volta l'ho sentita in una tribute band in cui suonava il mio ex-allievo cui accennavo prima, diversi anni fa: in effetti rimasi molto colpito dal timbro ma soprattutto dalla potenza e dall'estensione. Dopo un altro paio di occasioni o video in cui l'ho sentita, io e Nico la chiamammo per un provino: confermai quanto avevo notato ma mi resi anche conto che non era pronta per un'esperienza professionale, in studio, che sarebbe stata stressante per chiunque, ricca di controvoci, cambi di dinamica eccetera (e direi che non c'è niente di male visto che aveva 16 anni). Il caso ha voluto che dopo alcuni anni, durante cui lei ha continuato a cantare e migliorarsi, il disco fosse pronto ma mancante di alcune parti vocali, e che ci rincontrassimo ad una jam-session, e credo sia stato il momento in cui ‘STAMINA’ ha visto la luce in fondo al tunnel. Proporre parti vocali interessanti è forse la cosa più difficile da fare in musica, tant'è che il diritto d'autore tutela poco altro oltre ad esse. Penso anche che in un certo periodo storico molte band metal abbiano concepito lo scream e il growl non tanto come esigenza espressiva ma come “soluzione” a questa difficoltà. Devo anche aggiungere che proprio per questo motivo sono ancora in contatto col vecchio cantante Marco, membro fondatore e compositore melodista che io ritengo davvero eccezionale e che ha scelto di continuare a mettere la propria creatività a disposizione della band nonostante l'abbia lasciata da tempo.

Che strumentazione avevate in studio? Quali avete utilizzato per registrare l’album?
La batteria è stata registrata agli UnderRoom Studios di Teramo e onestamente non ricordo che strumentazione avessero. Per tastiere e chitarre io e Nico avevamo “in casa” una normale scheda audio ed un Mac, ovviamente con tutto il software necessario. Io ho usato due Steinberger (GM7TA e Spirit) e una Jackson Kelly Mexico, più una Telecaster prestataci per le parti crunch, e due Godin per le parti di classica ed acustica; lui due Nord Stage. Il reamp delle chitarre è stato poi fatto in un terzo studio (col Multiamp Dv Mark), come pure il basso e le voci (non ho idea di che microfoni siano stati usati). Il mastering è stato poi fatto agli H. C. C. project studio dove, per far fronte ai problemi tecnico-logistici cui ti accennavo prima, credo sia stata usata la maggior concentrazione di equalizzatori, compressori e limiter nella storia della musica!

Al video di ‘Alice In Psychowonderland’ è spettato presentare la nuova line-up. Dove lo avete girato?
Lo abbiamo girato presso la sede dell'accademia Lizard di Pescara, gentilmente offertaci dall'allora direttore Gianni De Chellis, un ex-agriturismo in campagna che si prestava molto bene a quello che avevamo in mente. E' stato divertentissimo benché molto impegnativo. Per amor di cronaca ti dico che nel video, a parte me e Chiara, non trovi esattamente la band ma degli ospiti: Marinella Iezzi alla voce, Nicolò Colombaro come batterista-brucaliffo e Giorgia Iannelli come tastierista-regina di cuori.

Quali sono gli altri passaggi memorabili della scaletta a vostro parere?
Sono molto legato a ‘Purity’, brano d'apertura ideale per un disco eterogeneo come ‘STAMINA’, a ‘The Rovers’ in quanto primo brano scritto dopo lo scioglimento della formazione originale, alla title track per le melodie geniali di Marco e per un lavoro di chitarre per me molto avvincente, ma anche e forse soprattutto per il testo, e alla conclusiva ‘Canticle Of The Hermit’, dedicata ad un membro fondatore della band che non è più tra noi.

A distanza di qualche mese dall’uscita dell’album qual è il suo pregio migliore? E il difetto che avreste voluto evitare o comunque limitare?
Il pregio migliore penso sia la spontaneità, l'urgenza artistica senza compromessi, assieme all'eterogeneità degli stili e delle influenze, che rendono il disco un manifesto d'amore non per questo o quel genere, ma per tutta la musica. Il difetto forse è una resa audio che non sempre valorizza debitamente queste tante sfaccettature.

Quale significato si cela dietro all’artwork di ‘STAMINA’?
Penso che dopo avergli esposto il senso del concept, Alberto abbia mescolato la foto di Alida (“Alice” nel nostro video) ed il disegno di Federica per realizzare una sorta di guerra sofferta tra realtà e finzione, dove il fuoco che le divide è l'arte senza compromessi.

Avete ancora qualche copia dei demo ‘Crown Of The Light’ e ‘Promo 2000’? Quanto è cambiata la scena metal italiana da quel periodo ad oggi?
Io non ho una copia di ‘The Crown Of The Light’! Ho l'artwork su computer e ovviamente il cd audio, ma copie fisiche della demo nessuna, anche perché all'epoca ne stampammo veramente poche. E per lo stesso motivo ho una sola copia del promo del 2000. L'altra domanda che mi hai fatto meriterebbe pagine e pagine, posso limitarmi a dire che alcuni festival, sia di fama nazionale che delle mie parti, hanno chiuso, ergo forse in generale ce la passiamo un po' peggio di allora. L'anno scorso una cittadina turistica qui vicino ha visto nascere una nuova realtà estiva molto valida: il Frantic Fest. Spero fungerà da detonatore per altre iniziative.

Avete già scritto qualche pezzo nuovo? Ci farete aspettare ancora così tanti anni?
Abbiamo circa 6 bozze mie e 2-3 di Matteo, credo che ora mi metterò in stand-by per dar modo agli altri membri di assimilarle e dire la propria; ai tempi di ‘STAMINA’ ero praticamente l'unico membro che componeva, senza considerare che diversi brani furono scritti poco dopo la pubblicazione di ‘FlashBack’ dalla vecchia line-up ed è stato per la nuova naturale recuperarli. Ora lo scenario è molto diverso, vedremo come si metterà: penso che la nuova formazione, dopo essersi trovata di fronte a brani già pronti, ha molta voglia di cimentarsi in nuove composizioni proprie.

Cosa vi manca per compiere il salto di qualità definitivo?
Probabilmente lo scoglio maggiore al momento è raggiungere un bacino d'utenza di respiro internazionale, interessato ed appassionato agli stili musicali di inquadratura e catalogazione non immediate come il nostro. In questo senso ringrazio gli sforzi della nostra etichetta Music Force che ci ha permesso di avere tanti spazi.

(parole di Donatello Menna)

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