L'eclissi è un fenomeno ottico-astronomico molto conosciuto. Come mai avete deciso di intitolare così il vostro secondo lavoro in studio?
Il nostro è un disco che parla di mostri, e abbiamo usato il termine "eclissi" proprio per questo: nell'antichità quest'ultima veniva vista come un fatto assolutamente misterioso, che incuteva timore. Il nostro ultimo lavoro parla  dei mostri e delle paure che ha ciascuno di noi, in riferimento sia a quelle interne, sia a quelle provenienti dall'esterno, come abbiamo raccontato, ad esempio, sia nel brano "Forma e Sostanza", scritto dopo il tragico attentato al Bataclan di Parigi, sia nel brano "Sei gocce di veleno", che parla delle paure che, in alcune circostanze, possono essere indotte dall'amore. È un invito a combattere le proprie paure, a non tirarsi indietro di fronte a niente. C'è, inoltre, un invito ad esprimersi, a non trattener le proprie angosce: la condivisone è senz'altro un fattore che può aiutare molto le persone.

"Meno sanno che in astronomia viene genericamente usato anche il termine "occultazione". C'è qualcosa di più oscuro che vi attrae di questo fenomeno?
Hai centrato in pieno quello che è il significato del nome della band come l'Eclissi anche la Zizzania si occulta tra il grano e con esso può essere confuso, bisogna stare bene attenti alle apparenze che per lo più ingannano.

Cosa desideravate cambiare o migliorare dopo 'Alchimia'?
Alchimia è il primo step, un disco totalmente autoprodotto, a noi piace parecchio ma il passo fatto con "Eclissi" ha portato un disco sicuramente di un livello superiore. Poi la nuova veste che abbiamo dato ad alcuni pezzi live è la dimostrazione che i brani vivono di vita propria, difficilmente rimangono come concepiti inizialmente.

Qual è secondo voi la differenza principale tra i due album?
Alchimia è il seme Eclissi il frutto.

Come siete entrati in contatto con Fabrizio Simoncioni? Cosa vi ha stupito del suo modo di lavorare?
Lo abbiamo contattato e per fortuna lui ha ritenuto il nostro materiale  valido tanto da curare poi la produzione artistica del disco.

Provate adesso a recensire 'Sei Gocce Di Veleno' e 'Perdere Le Tracce' per i nostri lettori...
Recensire i propri "figli" è difficile: quello che possiamo dire è che noi abbiamo cercato di essere onesti al cento per cento in ogni canzone, poi è bello che ognuno trovi il suo senso alle canzoni

Il video di Alvise Riviero Gonzalez è sicuramente efficace. Dove lo avete girato? Qualche aneddoto divertente sulle riprese?
"Perdere le tracce è stato girato a Verona, poi Alvise è stato bravo a trasformarci durante le riprese ci siamo divertiti e si è creato un bel rapporto tanto che anche il video di "Sei gocce di veleno" girato  in Sicilia in un casale abbandonato ed il terzo videoclip  "Oblio" che uscirà a breve hanno la sua regia. Vederlo cadere a terra dopo 10 minuti di girotondo attorno a noi è stato bello.

Come costruite le parti vocali? I testi arrivano per ultimi?
Al momento nasce tutto quasi per magia, i testi per noi sono molto importanti: cerchiamo di dare ad ogni brano l'atmosfera che il testo merita. Ovvio che poi qualcosa cambi per motivi musicali e di metrica ma cerchiamo di mantenere il senso di quello che vogliamo dire. Vogliamo ringraziare Gaetano Catania e Leonardo Tancredi che per noi sono membri del gruppo anche se non salgono sul palco, fondamentali per la creazione e la realizzazione di "Eclissi".

Cosa ricordate delle registrazioni della cover dei Litfiba per '30 Desaparecido'? Perché avete scelto proprio 'La Preda'?
E' stato un onore e un piacere partecipare al tributo di uno dei dischi che ha dato vita al rock in Italia. Il brano ci è stato assegnato, ma era la nostra seconda scelta quindi siamo stati fortunati, la cosa bella è che l'abbiamo veramente stravolto, trattandolo come se fosse nostro, non aveva senso fare un copia e incolla.

Il catalogo di Vrec è ricco di band interessanti. Quanto è difficile suonare questo tipo di musica nel nostro Paese? Ci sono dei gruppi con cui avete stretto rapporti forti?
Abbiamo avuto il piacere di conoscere gli Overdose e i Casablanca  nel tour estivo che ci ha portato a girare l'Italia, e ci sono piaciuti sia come band che come persone. Ormai oggi è tutto difficile: fare il barista, il medico l'avvocato ecc. e nel  campo musicale chi fa inediti è pazzo, dicono. Ma chi fa scrive canzoni non può accontentarsi di suonare tutta la vita pezzi degli altri e quindi bisogna non mollare, cercare di crearsi col lavoro un pubblico e una credibilità tale da poter andare avanti

Altri gruppi Siciliani che meritano il nostro interesse?
Cannella e i Granja sono due band che a noi piacciono.