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Death SS
Italia
Pubblicato il 14/09/2018 da Lorenzo Becciani

Dopo tanti anni che faccio questo mestiere mi sono reso conto come le interviste più belle non siano necessariamente quelle con i musicisti con cui hai un rapporto privilegiato o comunque che ti fanno divertire. Sono quelle con i musicisti che riescono sul serio a farti calare nelle atmosfere del disco, coloro che permettono a chi scrive e chi legge di conoscere una band da un punto di vista differente o insolito. Sono entrato più volte all’FP Recording Studio di Freddy Delirio e ogni volta ho percepito la sensazione che la musica si elevasse da quella Soundcraft 6000 nel corso dell’intervista. Come se il suono dell’organo ed il coro lugubre di ‘Black Soul’, oppure la voce tagliente di Steve Sylvester in ‘Hellish Knights’, rimbombassero nella mia mente e non riuscissi a liberarmene in alcun modo. Anche per ‘Rock ‘n’ Roll Armageddon’ il tastierista e produttore, che ricordiamo per gli H.A.R.E.M. ed il progetto solista ‘Journey’, si è superato contribuendo in maniera determinante alla stesura di un altro capitolo chiave nella carriera della storica heavy metal band italiana.

Cinque anni fa ‘Resurrection’ ha riaffermato in maniera forte il nome dei Death SS. Come è nato il successore?
Ritengo che ‘Resurrection’ sia un album molto fresco e con una personalità significativa. Ascoltandolo si sente la matrice Death SS ma allo stesso tempo esibisce caratteristiche sonore nuove. Questo perché non vogliamo mai ripeterci. Di fatto con Steve succede sempre che, lavorando ad altri progetti o alle colonne sonore di qualche film horror, saltano fuori delle tracce interessanti. Anche in questo caso appena concluso il processo di ‘Resurrection’, i ragazzi della Extreme Video, che hanno realizzato i video di ‘Eaters’ e ‘Rock ‘n’ Roll Armageddon’, ci hanno contattato per una pellicola sugli zombie, la tipica situazione post-atomica con tanti ex soldati nazisti. Da quel lavoro è nata ‘The Fourth Reich’, per la quale ho studiato un coro tedesco che desse il senso di quest’ambientazione piena di zombie. Poco dopo a Steve è venuta in mente una canzone che si distacca dai soliti canoni metal e hard & heavy e possiede un ritornello fantastico ovvero ‘Your Life Is Now’. Nel solito periodo è nato l’embrione del ritornello di ‘Hellish Knights’. Ovviamente sto parlando di tracce salvate nei nostri archivi ma caratterizzate da arrangiamenti abbastanza evoluti. In seguito, lavorando con Pierluigi JJ Masini, fondatore dei W.O.G.U.E. che mi ha dato una mano pure su ‘Another World’, sono nate ‘Madness Of Love’ e ‘Creature Of The Night’, un pezzo molto anni ‘80 con uno spiccato feeling hard rock. A quel punto cominciavamo ad avere cinque-sei tracce ed è nata l’idea dell’album. Steve è da sempre innamorato di ‘Witches’ Dance’, inserita come b-sides nell’EP ‘Darkness Night’ che si è classificato al primo posto nel nostro Paese, e come me la considerava un po' “sacrificata”. ‘Glory Of The Hawk’ faceva parte dell’EP ‘Dyonisus’ mentre ‘Zombie Massacre’ era su ‘Eaters’. Più avanti sono nate le altre tracce. Prima ‘Slaughterhouse’ che è ispirata all’orrore che si vive negli allevamenti intensivi. Dei veri e propri lager che il movimento animalista condanna con tutta la forza. Poi ‘Black Soul’, che vedo come una sorta di purificazione, un pezzo lungo e profondo, intimo ed esoterico con un organo possente ed un coro molto oscuro. Invece di partire con un pezzo tirato abbiamo scelto questa suite che ammalia riproponendo la classica matrice sinistra che ha reso celebre la band nel mondo. Infine Al De Noble ha scritto i riff di ‘Promised Land’ e ‘Forever’ che in seguito abbiamo completato tutti insieme.

La produzione è semplicemente fantastica, le tastiere sono in grande rilievo ma anche la voce di Steve, che migliora di album in album, la batteria e la chitarra. L’album suona in maniera organica e pulita ed il mixaggio è davvero superbo.
Forse più heavy rispetto a ‘Resurrection’ che aveva un’anima rock n’ roll. Per entrambi i dischi ho seguito interamente questo aspetto, dal momento della registrazione al mixaggio fino al mastering. Una moltitudine di progetti che si sono rivelati delle vere e proprie odissee. Un processo estremamente laborioso e stimolante, più complicato del previsto perché nel corso degli anni cresci musicalmente ed evolvi il tuo rapporto con la tecnologia e con gli strumenti che utilizzi. Cerco sempre di dare un taglio al di là della resa sonora, che deve essere priva di risonanze e piacevole all’ascolto. Per esempio il rullante di batteria di ‘Black Soul’ è totalmente differente da quello di ‘Slaughterhouse’. A parte l’interpretazione del batterista, nel primo caso ho dovuto trovare una certe morbidezza per esaltare il suono dell’organo e la voce di Steve che a tratti è appena sussurrata. Un lavoro delicato, ricco di chiaroscuri con atmosfere sospese ed improvvise parti sparate. Trovare un equilibrio non è semplice.

Come dicevo in precedenza, la scaletta è piuttosto varia ma organica. Non ci sono dubbi però sul fatto che ‘Black Soul’ sia una delle vostre tracce più ambiziose di sempre e pure ‘Hellish Knights’ e ‘Creature Of The Night’ sono destinate ad entrare nella storia dei Death SS. Quando scrivete tracce di questo tipo come vi rapportate ai classici?
Tanti fan ce l’hanno detto. Mentre componevamo l’album abbiamo pensato che dopo quarant’anni potevamo permetterci tante sonorità differenti rapportate all’era moderna. ‘Hellish Knights’ è un pezzo che riporta alla mente ‘Heavy Demons’, ‘Slaughterhouse’ invece mi ricorda un po' ‘Cursed Mama’ di ‘Black Mass’. Anche se dal vivo non possiamo esimerci da eseguire alcuni classici come ‘Terror’ e ‘Vampire’, cerchiamo sempre di inserire nuove tracce e dare spazio alle composizioni in cui crediamo di più. La risposta è ottima perché fortunatamente ci seguono tanti fan della prima ora ma anche giovani.

Anche se risale ad un’epoca diversa, ‘Witches’ Dance’ richiama alcune atmosfere di ‘The Seventh Seal’ ma soprattutto di ‘Do What Thou Wilt’, il motto di Aleister Crowley ed un disco che ho letteralmente consumato e che a mio parere rappresenta uno degli apici di sempre di Steve Sylvester. A distanza di così tanto tempo come giudichi quest’album?
Ci sono affezionato perché anche se in quel periodo ero uscito dalla band, dopo la prima esperienza dal ‘94 al ‘96, avevo iniziato a lavorare ad alcuni provini e quindi conoscevo buona parte delle tracce in versione embrionale. É un disco storico e importante con il quale i Death SS hanno dimostrato che potevano sperimentare ma risultare comunque potenti, organici e maligni. Dopo ‘Resurrection’ abbiamo cercato di tornare “oscuri” come allora. Alla fine il primo obiettivo è sempre quello di shockare la gente e credo che anche stavolta ci siamo riconosciuti.

Qual è la traccia in cui c’è più di Freddy Delirio?
Forse proprio ‘Witches’ Dance’, scritta nel ‘91-’92 per il progetto ‘Journey’ e poi elaborata assieme a Steve per renderla adatta ai Death SS. Ho curato l’arrangiamento di tutti gli strumenti e la sento molto mia.

Le recenti accuse che vi hanno rivolto non meritano nemmeno commento. Ho qui in mano una copia di ‘Opus Dei’ e immagino concorderai con me che non è cambiato proprio niente...
No, vedo che ogni volta accadono le stesse cose. Siamo nel Medioevo e certe associazioni, allo scopo di distogliere lo sguardo da problematiche ben più grosse delle quali dovrebbero vergonarsi, cercano un caprio espiatorio. Vogliono distrarre l’opinione pubblica non rendendosi conto che puntare il dito contro qualcuno non è affatto un gesto divino o armonico ma una caccia alle streghe che ha del demoniaco, ovviamente nel senso più kierkegaardiano del termine, e patetico.

Il recente dvd ‘Beyond Resurrection’ mi suggerisce una domanda sull’iconografia dei Death SS. Com’è cambiata la vostra immagine nel tempo?
È una bella domanda e credo che la maniera più corretta di approcciarsi ad una questione del genere sia capire come si vedono i Death SS all’età in cui vengono scoperti. Io li ho scoperti da fan, comprando un numero di ‘HM’ e leggendo una recensione ed un’intervista. Già scorrendo quelle parole mi ero fatto un’idea chiara nella testa e quando sono andato ad acquistare ‘In Death Of Steve Sylvester’ era esattamente come me l’ero immaginato. Fino a poco prima avevo ascoltato solo musica classica ed ero rimasto piuttosto chiuso nei confronti dell’altra musica. È stato fantastico. La copertina di Alex Horley, un disegnatore che ha realizzato copertine per DC Comics, Marvel e Rob Zombi, è un omaggio al passato ma anche alla passione per i fumetti che Steve ha da sempre. Ho il piacere di sottolineare che Federica Serafini si è occupata dell’intero lavoro di make-up e dei costumi. I trucchi passati erano molto retrò, legati al folklore tradizionale, con personaggi come la mummia fasciata e la morte, che ora non c’è più. Oggi ci siamo adattati ad al periodo che stiamo vivendo ed i fan continuano a rinnovarsi.

Quanto è difficile proporre certe tematiche ai ragazzi di oggi che ascoltano rap e non hanno un impianto stereo..
E’ in atto una rivoluzione di usi e costumi. Negli ultimi quindici anni è cambiato tutto, passiamo il tempo con in mano un telefonino con cui dialoghiamo, che amiamo e odiamo. Tutto avviene dietro ad una tastiera, siamo sempre più pigri e ci limitiamo ad un “mi piace” o “non mi piace”. Se scorriamo il video di una tragedia o di una storia divertente non fa differenza. I social sono diventati un modo per buttare fuori frasi o sentenze come se si fosse dallo psicologo e non c’è più empatia. La cultura è sapere decodificare le nostre esperienze e purtroppo oggi quasi tutto è usa e getta. I ragazzi hanno perso quel momento sacro che era scartare un disco e inserirlo nello stereo. Penso che se i Pink Floyd pubblicassero adesso ‘The Wall’, a meno di una grossa promozione, rischierebbero di restare in secondo piano.

Prima è uscita ‘Desire’ e poi ‘Another World’. È l’anteprima di un altro progetto solista?
Ho pubblicato ‘Desire’ per festeggiare i venticinque anni di ‘Journey’. ‘Another World’ invece è un singolo uscito per Self e rappresenta l’inizio di una nuova avventura che mi porterà a pubblicare presto un disco per Black Widow a nome Freddy And The Phantoms. Mi è stato proposto da Massimo Gasperini che mi ha chiesto esplicitamente certe sonorità. Ho lavorato come si faceva una volta ovvero con un produttore che mi diceva cosa fare. Un’esperienza nuova che mi ha ispirato tantissimo. Di colpo ho fatto vibrare delle parti di me che aspettavano solo il momento di uscire fuori. In un paio di mesi ho composto il materiale poi mi sono dedicato a ‘Rock ‘n’ Roll Armageddon’ e ora sto finalmente completando il mixaggio. Uscirà ad autunno e sono curioso di vedere come reagirà il pubblico.

(parole di Freddy Delirio)

Death SS
From Italia

Discography
...in Death of Steve Sylvester (1988)
Black Mass (1989)
Heavy Demons (1991)
Do What Thou Wilt (1997)
Panic (2000)
Humanomalies (2002)
The Seventh Seal (2006)
Resurrection (2013)
Rock 'N' Roll Armageddon (2018)
X (2021)