-Core
The Kentish Spires
UK
Pubblicato il 12/08/2018 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto partirei dalle vostre origini e fondamenta. Come si è formata la band? Puoi parlarci degli altri progetti in cui siete stati attivi?
Ero a scuola col bassista Phil Warren e vivevamo nella stessa strada di Bexley, Kent. Abbiamo entrambi frequentato la Swanley comprehensive school dove formammo una band col batterista Barry Purkis aka Thunderstick che poi finì a suonare nei Samson. La mia famiglia si trasferì a Porthcawl, South Wales all'ultimo anno di scuola e quindi persi di vista gli altri ragazzi. Due anni fa ci siamo ritrovati in studio e Phil ha suggerito l'idea di comporre un disco con la musica con cui eravamo cresciuti. Tutti noi amavamo Yes, Genesis e le altre band sinfoniche dell'epoca ed eravamo intrigati dallo stravagante suono delle band appartenenti alla scena di Canterbury così come quelle che tentavano di proporre qualcosa di differente come Matching Mole, Caravan, Camel, Gentle Giant e Van Der Graaf Generator. Barry ha registrato il suo comeback album 'Something Wicked This Way Comes' ai Piggery Studios, che gestisco assieme alla mia partner Helen Williams. Per il ruolo di cantante abbiamo audizionato Lucie V. e dopo quel progetto io e Phil l'abbiamo coinvolta nella band. Il polistrumentista Paul Hornsby è stata la mia prima scelta perché ho collaborato spesso con lui per il mio lavoro in televisione così come con il drummer Tim Robinson. Il tastierista Rik Loveridge si è trasferito a Garway per pura coincidenza e ha completato la line-up. Negli anni siamo stati tutti coinvolti in altre band. Phil ha suonato con Barry e Miks Stock (Stock Aitken and Waterman). Al mio terzo anno di college sono stato scelto da un produttore per registrare tre pezzi, assieme a mio fratello Adrian, per un Apple Corp dove i Beatles avevano costruito uno studio e una boutique. Nel South Wales ho suonato in diverse pop band per poi formare i Korig Roots con cui supportammo formazioni come Quintessence, Pink Faries, Daddy Long Legs e Patto. Ho fatto delle audizioni per i Silverhead di Michael Des Barres e gli Scorpions, quando Michael Schenker li lasciò, e anche se non sono stato preso mi sono servite come esperienze. Arrivato il punk ho dato vita ai Dozy con cui suonammo in tutto il circolo dei pub londinesi supportando The Skids, X Ray Specs, The Boom Town Rats ed i francesi Telephon. Nel '82 ho partecipato al Festival di Reading con i Just Good Friends, nati dalle ceneri dei Singapore. Catturammo l'attenzione della Rocket Records e del produttore Simon Napier Bell (Japan, Wham) per poi finire su Magnet e pubblicare il singolo 'One Night' con Pete Hammond che ai tempi stava mixando Stock Aitken and Waterman. Dopo un anno però venimmo scaricati e mi sono dedicato alla scrittura di score per la televisione e il cinema. In questo modo ho conosciuto Rob Reed (Magenta) con cui ho formato i Fyreworks. Infine ho suonato negli Swinggang, una sorta di progetto prog-jazz e blues sulla falsa riga dei Patto.

Da cosa è nato l'amore per la scena prog di Canterbury? Quali sono i tuoi album preferiti dell'epoca?
Quando ero teenager andavano Cream, Jimi Hendrix, Jethro Tull, JohnMayall e Humble Pie. Quando ascolto i vecchi album della mia giovinezza, compresi quelli della scena di Canterbury, mi tornano in mente momenti topici come la prima volta che mi sono ubriacato, che ho avuto una fidanzata, che ho fatto sesso o che ho esplorato il mondo delle droghe. Con il passare degli anni il prog è diventato sempre più popolare e formazioni come Yes, Genesis e PFM hanno iniziato ad emergere. I miei album preferiti sono 'In The Land Of Grey And Pink' dei Caravan, 'The Snow Goose' dei Camel e 'The Confessions Of Dr. Dream And Other Stories' di Kevin Ayres. Mi ha sempre affascinato l'eccentricità.

Sembrate influenzati non solo dal prog rock ma anche dal folk celtico..
Al college componevo canzoni sullo stile di Bob Dylan. Il mio insegnante d'arte Peter Abnett mi trovò degli ingassi al Rochester Folk Club che erano un ottimo locale per il genere. Ricordo artisti come Julie Felix, Pete Sega e Donovan. Mio fratello mi fece ascoltare The Incredible String Band ed il loro meraviglioso 'The Hangmans Beautiful Daughter' e quando sono cresciuto mi sono innamorato degli Strabws ed in particolare di 'Antiques And Curios' con Rick Wakeman alle tastiere. Ai tempi ascoltavo un sacco di pop, band come Them, The Kinks, Beatles, Rolling Stones, Manfred Mann e The Animals. Mio fratello comprò un registratore con cui iniziai a registrare in multitraccia. I Beatles con 'Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band' dimostrarono al mondo che la musica non doveva più necessariamente essere catalogata in un solo genere. Questo spinse un sacco di band a rompere le barriere, espandere le proprie idee e sperimentare ancora di più. Sono stato fortunato a nascere in tale epoca.

Dove avete registrato l'album? Puoi spiegarci le tecniche che avete utilizzato?
Nel mio studio nell'Herefordshire. The Piggery Studio è un ambiente professionale costruito su una vecchia stalla. La console è una ASP 8024 collegata ad un vecchio G5 con Logic X e convertitori Apogee. Come monitor uso un Dynaudio M1 ed un Genelec 5.1, soprattutto quando compongo musica per film. Abbiamo anche un Vac Rac 4000. Al di là della strumentazione è necessario avere un buon istinto per gli arrangiamenti e sapere come trasportare l'ascoltatore in un viaggio emozionale attraverso le canzoni. Per non annoiarlo il segreto è quello di partire con un bel pezzo e poi mostrare a poco a poco i virtuosismi dei musicisti lasciandoli esprimere al massimo. Avere una deadline è importante per catturare l'eccitazione del momento. Scarto sempre outtakes e pezzi troppo complessi perché mi piace lavorare al presente. Come produttore giudico l'energia che c'è in sala e cerco di mantenere elevato il grado di ispirazione. Sono sempre solo quando mi occupo del mixaggio perché non voglio i commenti dei singoli musicisti che chiedono che le loro parti siano in evidenza. Non sono troppo legato alla tecnologia. È facile avere gli ultimi plugin ed ogni musicista è fissato con la strumentazione ma spesso un pezzo diventa più potente quando togli qualche pedale o qualche plugin di troppo. Mi piace sentire il testo di una canzone ma anche la potenza della band che suona attorno. É un equilibrio critico ma per fortuna con Lucie V e la sua magnifica pronuncia è stato facile fare in modo che si percepisse ogni singola parola. Registrare quest'album è stata una gioia perché ogni membro dei The Kentish Spires voleva pubblicare il migliore lavoro di sempre. Tutto quello che ho dovuto fare è stato accendere i microfoni e premere record.

Avete utilizzato della strumentazione particolare? La riproporrete anche dal vivo?
Sull'album trovi il mio vecchio Hammond ed un AKG 414 che però è troppo pesante da portare in giro. Tim ha suonato un DW Kit che abbiamo comprato insieme seguendo le sue specifiche. Per le prossime date useremo la mia Fender Hotrod con un paio di pedali, Rik porterà la sua Nord Stage, Lucie V il suo violino, Phil il basso che usa sempre e Paul sax, flauti e qualche sorpresa. Più o meno quello che abbiamo utilizzato in studio.

Prova adesso a recensire le due tracce più lunghe dell'album ovvero 'Kingdom Of Kent' e 'The Last Harvest'..
Sono cresciuto in un piccolo villaggio chiamato Cliffe e ho frequentato la St. Helens primary church school. Ricordo che nel periodo del raccolto riempivamo la chiesa per la grande festa che veniva organizzata in città. Gli inni erano accompagnati dal potente suono di un organo a pipe che aveva dei bassi fantastici. Questa visione non mi ha mai lasciato. Quando ho scritto 'The Last Harvest' ho cercato di evocare quel feeling in maniera semplice. Volevamo una sequenza d'accordi simile a 'A Whiter Shade Of Pale' dei Procol Harum o 'All The Young Dudes' dei Mott The Hoople. Phil e io abbiamo scritto un testo che è una sorta di racconto post apocalittico nel quale il genere umano ha preso tutto da Madre Natura senza dare niente in cambio. Per questo si tratta veramente dell'ultimo raccolto prima che la terra si rifiuti di far crescere altro cibo. È anche una specie di accettazione che si chiarisce bene dal tono di Lucie V, prima malinconica poi aggressiva e infine con i lamenti dell'accettazione. L'organo di Rik ricorda chiaramente quello che sentivo quando ero un bimbo negli anni '60. Con 'Kingdom Of Kent' volevamo trasmettere il senso di una battaglia combattuta al largo delle spiagge del Kent. Ecco perché Tim apre con quel drum pattern e Lucie V se ne esce con un verso potente e poi con vocal più pensate, al momento di realizzare che non c'è più spazio per la pace. I suoi lamenti di dolore descrivono la vista dei cadaveri e la perdita di alcuna speranza. La parte strumentale centrale è una specie di marcia mentre il chorus parla della gente del Kent in disarmo di fronte alla carneficina avvenuta.

Come avete costruito le linee vocali?
Siamo soliti presentare i demo a Lucie V in modo che possa controllare che siano nella chiave giusta per lei. Alcuni testi sono scritti da lei mentre in altri ha solo apportato dei cambiamenti. Il suo stile è molto definito, sa bene cosa vuole, ha un grande orecchio per le armonie e ama esplorare ogni angolo del materiale finchè non è pronta a registrare. É un dono per qualunque produttore. Una delle cantanti più facili con cui lavorare.

'Clarity' è mixata da Rob Reed. Volevate una “edit version” come singolo?
Siamo amici da trent'anni e ho sempre ammirato il suo modo di lavorare. Gli ho chiesto di darci una mano per il singolo e lui ha anche girato il video.

Quali sono i vostri piani per promuovere l'album?
Supporteremo The John Hackett Band per un paio di date inglesi e stiamo fissando un paio di festival. Siamo aperti a tutti perché suonare dal vivo è la cosa che ci piace di più. Lucie V è una performer fantastica ed i nostri show sono molto scenici pur evitando la pantomima rock.

(parole di Danny Chang)

The Kentish Spires
From UK

Discography
The Last Harvest - 2018