-Core
Embryo
Italia
Pubblicato il 23/01/2018 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto direi di fare un recap della storia della band per chi ancora vi conosce poco. Come si sono formati gli Embryo? Quali sono stati i passaggi chiave dalla registrazione del primo demo ‘The Source of Hate’ fino ad oggi?
Gli Embryo si sono formati ufficialmente nel 2000 e nessuno di noi aveva la più pallida idea di cosa sarebbe successo negli anni successivi; l’unica cosa che ci accumunava era la voglia di esprimerci e di suonare insieme. In realtà non ci sono dei passaggi chiave, è stata una continua evoluzione dove l’unica costante è l’entusiasmo che avevamo allora e che abbiamo ancora oggi.

Quali erano i vostri obiettivi ad inizio carriera? Quanto sono cambiati adesso che ‘A Step Beyond Divinity’ è realtà?
Se guardo al passato mi viene da sorridere. L’obbiettivo più grande che avevamo in quel periodo era quello di suonare al pub, anche se la voglia è sempre la stessa, oggi gli obbiettivi sono decisamente cambiati. L’obbiettivo principale oggi è quello di continuare a lavorare nella giusta direzione, quello di continuare a scrivere e suonare ciò che ci piace e riuscire a proseguire nel nostro percorso evolutivo, sia a livello musicale che a livello lirico.

Quando avete cominciato a comporre il nuovo materiale? É stato un processo complicato?
È stato un percorso lungo e meticoloso. L’idea di comporre un disco ispirato alla vita di Leonardo da Vinci mi è venuta nel 2015 durante il tour europeo di “Embryo”. Una volta focalizzata l’idea, metterla in pratica non è stato semplice, ogni dettaglio doveva essere più che perfetto, Leonardo da Vinci è tutt’ora l’uomo più geniale di sempre. Ho lavorato prima di tutto sul messaggio da dare e poi sulla tonalità più adeguata, per la stesura totale ci sono voluti due anni.

La sezione ritmica è cambiata da poco. Quanto ha influito la stesura delle nuove tracce?
Non più di tanto, tutti i brani vengono composti da me da sempre seguiamo questa linea, anche se Enea (batteria) ha contribuito a rendere tutto migliore grazie al suo talento.

Dove avete registrato l’album? Che tipologia di produzione avevate in mente?
Abbiamo registrato ai Domination Studio di San Marino; per quanto riguarda la produzione direi che è perfetta e ci ha permesso di concretizzare quello che avevamo in mente.

Chi si è occupato del mixaggio? Cosa avete chiesto in particolare?
Simone Mularoni (che per l’occasione ha anche suonato il basso nell’album) con cui collaboriamo dai tempi di No God Slave e che consideriamo ormai parte della famiglia Embryo, si è occupato di tutto il lavoro in studio, ci fidiamo ciecamente di lui, non abbiamo avuto bisogno di chiedere nulla, sapeva perfettamente cosa doveva fare, ed il risultato è ottimo.

In cosa ritenete che ‘A Step Beyond Divinity’ sia migliore rispetto a ‘Embryo’?
Non lo ritengo affatto migliore, sono due dischi diversi in tutto e per tutto: sia la struttura musicale che quella lirica sono profondamente diverse ed è quindi per me molto difficile fare un confronto, sono semplicemente due aspetti dell’universo Embryo. Amo entrambi questi album.

Provate adesso a recensire 'Vanguard For The Blind' e 'The Greatest Plan' per i nostri lettori..
‘Vanguard For The Blind’ è un pezzo che ha il “marchio di fabbrica” degli Embryo con la nostra tipica struttura ritmica, ma che incorpora una sezione centrale molto melodica. La melodia è parte integrante dei nostri pezzi e in questo caso non è stata affidata unicamente alla tastiera, ma anche la chitarra (grazie anche alla particolare accordatura con cui ho suonato l’intero album) ha contribuito a creare questa intensa apertura. A livello lirico volevamo descrivere l’unicità di Leonardo, soprattutto se confrontata con i suoi contemporanei, anche a costo di scontrarsi con le tradizioni e le usanze che si erano tramandate per decenni come dogmi impossibili da sconfessare. Nella parte centrale abbiamo riportato una citazione tratta dalle Metamorfosi di Ovidio che Leonardo ha riportato all’inizio di uno dei suoi numerosi quaderni d’appunti (e che ha poi ripreso più volte in seguito) e che vuole sottolineare come quello che per i suoi contemporanei erano comportamenti fuori dall’ordinario, per lui non rappresentavano un modo per mettersi in mostra, ma semplicemente il suo modo di essere e di esprimere sé stesso. Per quanto riguarda ‘The Greatest Plan’, invece, parliamo di un brano tecnicamente più impegnativo e che rappresenta una certa novità per noi, ma anche in questo caso non abbiamo accantonato la melodia che è ben presente anche qui anche se meno “marcata” rispetto a ‘Vanguard For The Blind’ . Per quanto riguarda il testo ci siamo concentrati sullo studio della natura e la quasi ossessione per essa che ha portato Leonardo a convincersi che l’unico modo di comprendere il mondo che lo circondava fosse quello di studiarne le diverse componenti (animali, fiumi, ecc.). Anche in questo caso nella parte melodica centrale abbiamo inserito una citazione tratta dagli appunti dello stesso Leonardo (“Nature is full of infinite reasons that have never been in experience”) che esemplificava alla perfezione quello di cui stavamo parlando nel resto del pezzo.

Quali temi trattate con le liriche? La copertina fa riferimento ad un testo in particolare?
Ogni disco è un capitolo a sé, non trattiamo sempre gli stessi temi. I dischi precedenti erano riflessioni sulla realtà circostante o considerazioni personali sull’animo umano; nel caso di “A Step Beyond Divinity” abbiamo deciso di un creare una specie di concept ispirato alla vita del grande genio Leonardo da Vinci e di soffermarci su alcuni episodi della sua vita che ci hanno colpito.
La copertina fa riferimento all’intero concept e al dualismo che abbiamo voluto sottolineare tra l’artista, il genio e l’uomo.

Come avete intenzione di promuovere l’album? State organizzando anche delle date all’estero?
Assolutamente si, stiamo valutando molte proposte di tour in Europa ed altri paesi, sicuramente la direzione sarà quella di fare più live possibili all’estero. Finora l’esperienza più eccitante è stata il Master of Rock del 2014.

Ci sono delle band italiane che ritenete particolarmente valide o con le quali avete legato più delle altre?
Sono veramente molte le band valide ma purtroppo c’è sempre una sorta di ombra competitiva tra band nel nostro paese che non permette una vera e propria collaborazione.

Il 2017 è finito da poco. A vostro parere quali sono stati i dischi migliori o che avete ascoltato di più?
Sinceramente non è stato un anno particolarmente ricco di uscite memorabili, nonostante molte band (anche “storiche”) abbiano fatto uscire i loro album lo scorso anno. Sicuramente siamo rimasti colpiti da ‘Codex Omega’ dei SepticFlesh, per il resto credo che ognuno abbia qualche album che ha ascoltato/apprezzato maggiormente, ma siamo a livello di gusti personali che travalicano anche i confini del metal estremo, quindi non ne menzionerei altri. Considera inoltre che siamo stati impegnati praticamente tutto l’anno per la preparazione dell’uscita di ‘A Step Beyond Divinity’, quindi non abbiamo avuto modo di addentrarci molto alla scoperta di nuove band.

(parole di Eugenio Sambasile)

Embryo
From Italia

Discography
Chaotic Age 2006
No God Slave 2010
Embryo 2015
A Step Beyond Divinity 2017