-Core
Rosemary & Garlic
Olanda
Pubblicato il 18/01/2018 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto parliamo dei primi anni del progetto. Come vi siete formati? Quali erano i vostri obiettivi principali all’inizio e quanto sono cambiati adesso che il vostro debutto è nei negozi?
Io e Dolf ci siamo conosciuti durante una competizione di songwriting all’università. Studiavamo letteratura e storia ed entrambi amavamo la musica. Abbiamo deciso di lavorare a qualche canzone insieme e registrarle e produrle nei nostri appartamenti di studenti. Non avevamo alcun piano, nessuna promozione o etichetta. Abbiamo fatto uscire il primo EP, ‘The Kingfisher’, su Spotify e Bandcamp.  Ci siamo resi conto che l’EP vendeva molto bene ed era ascoltato in continuazione; il ricavato lo abbiamo utilizzato per registrare il nuovo album. L’obiettivo era quello di fare un bel lavoro.

Come descriveresti il vostro stile a qualcuno di totalmente profano?
Sognante, poetico, folk ma su un tappeto di elettronica.
 
Quali sono le vostre maggiori influenze? Anche qualche nome meno noto...
Amiamo musicisti, scrittori e artisti soprattutto dell’area romantica. The Lake Poets per esempio o Nan Shepherts. Per quanto concerne la musica Patrick Watson, Sufjan Stevens ma anche Laura Veirs e Ane Brun.
 
Ci sono dei vecchi dischi che vi hanno influenzato in modo particolare?
Sicuramente Nick Drake per i suoi cambi di accordi, Joni Mitchell per l’originalità del tono e Mike Olfield per le sperimentazioni elettroniche.

Ascoltate anche neo-classica?
Sì certo. Amiamo Nils Frahm ma anche Arvo Part e Olafur Arnalds.
 
Quando avete iniziato a comporre il materiale? É stato un processo complicato?
Per il nostro primo EP avevamo più canzoni pronte prima di iniziare a registrare. Per quest’album abbiamo iniziato da una pagina bianca. Eravamo semplicemente noi due in studio, suonando e scrivendo. Seguendo il nostro intuito. Era primavera, quindi le prime canzoni possedevano quel feeling. La storia ha preso forma con l’idea del cambiamento delle stagioni. L’album parla di una grossa perdita e dei diversi periodi che l’hanno accompagnata.
 
Dove avete registrato? Che tipologia di suono volevate ottenere?
Abbiamo un piccolo studio nella nostra città. Siamo fortunati perché possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo per registrare e arrangiare le tracce. Il nostro suono è un mix tra il vecchio folk ed un tocco elettronico. Per esempio abbiamo usato un mellotron e un paio di Moog. In una traccia abbiamo usato diversi tipo di riverbero, vecchie incisioni vocali e giocato col Polysix. Su ‘The Tempest’ abbiamo tagliato dei sample di Arvo Part suonandoli più lenti in sottofondo. Era come una tempesta in avvicinamento. È stato fantastico costruire la canzone da una piece classica. In generale abbiamo tentato di ottenere qualcosa di unico senza prendere ispirazione da nessun altro.

Cosa desideravate migliorare o cambiare dopo l’EP?
Volevamo prenderci più tempo e aggiungere layers alle tracce, realizzare arrangiamenti migliori ed esplorare più territori elettronici. Le canzoni hanno preso forma come dei piccoli dipinti inseriti in un quadro molto grande.  

Come costruite le linee vocali?
Scrivo le melodie in maniera molto intuitiva e le canzoni prendono forma con le parole ed il sottofondo. É un processo molto strutturato che non termina finché non abbiamo trovato i suoni giusti e le liriche perfette.  
 
Prova adesso a recensire ‘I’m Here’ e ‘Shine’ per i nostri lettori..  
‘I’m Here’ è una canzone che abbiamo catturato in pochi minuti ma che ha necessitato un sacco di tempo per il mixaggio. É un piccolo dipinto in realtà, al quale abbiamo aggiunto dettagli. Parla di due individui che vogliono sentirsi vicini e accettano la loro personalità. É una canzone molto colorata e siamo venuti in Italia per girare il video. ‘Shine’ è diversa. É legata all’ultima parte del processo quando perdi una persona molto cara. Parla di accettare il fatto che se ne sta andando dal mondo, anche se la terrai comunque dentro di te. Più il tempo passa e più la sensazione di rabbia e tristezza prende spazio. ‘Shine’ parla di trovare conforto in questa fonte di luce che rimane al proprio interno. Accoglierla è come ritrovarsi a primavera..

Chi è Julia?
Domanda molto interessante. Una musa, una sirena. Nel nostro album uno dei personaggi la sta cercando. Si perde nella sua immaginazione e sogna di trovarla nella foresta. In molte relazioni ci sono tante Julia, una sorta di maledizione, qualcuno che sarà sempre meglio di te.  
 
Come siete entrati in contatto con l’etichetta di Vök e The Veils?
Nettwerk Music ci ha contattato dopo avere caricato ‘I’m Here’ su Spotify. Siamo felici di far parte del loro catalogo e amiamo Great Lake Swimmers, Austin Basham e Julia Stone.  
 
Quali sono i vostri piani dal vivo?
Siamo stati in Italia la scorsa estate per girare il video di ‘I’m Here’ e suonare qualche piccolo show. Ci piacerebbe tornare presto. Vogliamo suonare in tante nazioni quest’anno.

(parole di Anne van den Hoogen)

Rosemary & Garlic
From Olanda

Discography
Rosemary & Garlic - 2018