-Core
The Black Dahlia Murder
USA
Pubblicato il 13/10/2017 da Lorenzo Becciani

Anche stavolta il tema horror è trattato apertamente. Da dove è nata questa fascinazione e cosa hai visto di recente che ti ha colpito?
Sono cresciuto con i vecchi gore movie e le atmosfere bizzarre e spaventose di alcune pellicole che hanno fatto la storia del genere. Di recente ho visto poca roba che mi ha veramente impressionato. Qualche serie e ‘Inside’, un film francese che ha influenzato il testo di ‘Matriarch’. L’horror è il motivo per cui amo così tanto il death metal. I Cannibal Corpse sono dei fenomeni perché riescono a realizzare queste storie horror di tre minuti incredibili. Amo quel format e trasportarlo nella band è una sfida. È chiaro che il mondo di oggi è diverso da quello di vent’anni fa ma non per questo è meno oscuro. Anzi, con internet ci sono più informazioni e quindi è tutto più spaventoso. Abbiamo accesso a pornografia estrema e notizie terribili. Tutti guardano Walking Dead e American Horror Story e ci siamo abituati a certe immagini.

Oltre al metal cosa ascolti?
Personalmente sono invaghito anche delle colonne sonore dei Goblin (‘Suspiria’ e ‘Profondo Rosso’) e credo che in ‘Catacomb Hetacomb’ si capisca. Poi tanta musica degli anni ottanta. Pop, punk, Depeche Mode, Wham, Stevie Wonder. Tutta questa musica realizzata coi sintetizzatori. In questo momento credo manchi qualcosa di extreme metal davvero originale. C’è bisogno di qualche nuova band.

Ha ancora senso parlare di metalcore o deathcore in associazione alla vostra musica?
In passato ci hanno affibbiato un sacco di categorie. All’inizio faceva comodo definirci metalcore perché andavano di moda Killswitch Engage e Unearth. Poi è diventato famoso il deathcore e allora hanno cominciato ad avvicinarci a quel genere. Di sicuro siamo stati fraintesi ma questo ci ha anche portato un sacco di fan in più perché siamo stati bravi a pescare nuovi appassionati in tutti i tour che abbiamo portato a termine.

Sei più giovane di me e quindi forse non hai vissuto il periodo del tapetrading ma quello che hanno di bello i The Black Dahlia Murder è che ascoltando le vostre canzoni sembra davvero di avere messo nel registratore una cassetta di Cannibal Corpse o Entombed..
Non potevi farmi un complimento migliore perché è da quella musica che vengono le nostre maggiori influenze. Il mio primo disco metal è stato ‘Pierced From Within’ dei Suffocation e sono fissato con tanti demo americani o provenienti dal Nord Europa che non sono mai stati nemmeno pubblicati. Roba fantastica! In quest’album abbiamo riscoperto pure i Dissection, una band che ha dominato negli anni novanta.

In cosa consiste la vostra evoluzione sonora?
Nello scrivere canzoni che mettano in evidenza le nostre individualità ma suonino allo stesso tempo coese, dinamiche e emozionali. Abbiamo sfruttato più tecniche di songwriting e il matrimonio con la Metal Blade è perfetto. Le vendite stanno andando alla grande e per noi è un sogno che si è realizzato.

Le vostre copertine sono sempre piuttosto simili ma cambia il colore principale..
Da ‘Nocturnal’ in poi abbiamo cercato di rimane nello stesso universo e quindi il soggetto è simile. Il colore serve a distinguerle ed a rendere ancora più accesa l’atmosfera. Rispetto a ‘Abysmal’, che conteneva pezzi più catartici e personali, siamo tornati alle nostre radici cercando in ogni caso di apparire freschi e moderni.

Siete la classica band che colleziona riff e poi li inserisce nei vari pezzi oppure avete messo da parte venti-trenta canzoni e scelto le migliori?
Non amiamo registrare extra tracks, lavoriamo affinché ogni pezzo sia perfetto e bello grasso. Nei nostri dischi non ci sono filler, ogni tanto in questo modo perdiamo dei riff interessanti ma è il nostro modo di lavorare. Fin dall’inizio del processo cerchiamo, grazie a pro-tools, di rendere i demo estremamente professionali in modo da sfruttare al massimo il potenziale che abbiamo a disposizione e avere già una chiara idea di come verrà fuori il pezzo. Il nostro vecchio bassista Ryan Williams è stato estremanete coinvolto nel processo. Abbiamo registrato da lui diverse parti di basso, batteria e chitarra. Io ho registrato le mie parti vocali a casa a Detroit insieme a Joe Cincotta che ha lavorato anche all’ultimo disco degli Obituary. Alla fine abbiamo girato tutto a Jacob Hansen in Danimarca perché volevamo un tocco europeo visto che suoniamo molto scandinavi.

Quali sono le canzoni che non potete evitare di eseguire dal vivo?
Le più richieste sono sicuramente ‘What A Horrible Night To Have A Curse’ e ‘I Will Return’ che considero una delle migliori mai scritte dalla band. Anche ‘Funeral Thirst’ e ‘Vlad, Son Of The Dragon’ fanno sempre parte delle nostre setlist.

Cosa ricordi delle registrazioni del primo demo e di ‘A Cold-Blooded Epitaph’?
Sono ricordi molto eccitanti. Volevamo registrare a tutti costi qualcosa per essere recensiti ed è stato il momento in cui abbiamo cominciato a prenderci davvero sul serio.

(parole di Trevor Strnad)

 

The Black Dahlia Murder
From USA

Discography
2003 - Unhallowed
2005 - Miasma
2007 - Nocturnal
2009 - Deflorate
2011 - Ritual
2013 - Everblack
2015 - Abysmal
2017 - Nightbringers
2020 - Verminous