-Core
Unleash The Archers
Canada
Pubblicato il 31/05/2017 da Lorenzo Becciani

Vi siete formati dieci anni fa. Quanto è cambiato il vostro approccio durante questo lasso di tempo? Quali sono stati gli highlights fino ad oggi?
Sono cambiate tante cose, soprattutto la line-up, ma il nostro sound si è evoluto così come la nostra dedizione al tour ed al fine di rendere la musica una priorità delle vite di ognuno di noi. Al momento è più una questione di business che un hobby e ci auguriamo che diventi presto un lavoro a tutti gli effetti. Personalmente gli highlights sono stati suonare al Progpower USA due anni fa ed in Giappone, un paese che ho sempre voluto visitare. È stato come realizzare un sogno per me. Anche il primo tour europeo è stata un’esperienza incredibile. C’è una scena enorme dalle vostre parti.

Vi considerate una band power/melodic death?
Ad essere onesta dico che suoniamo semplicemente metal perché incorporiamo elementi da così tanti generi. La nostra musica è un amalgama di tanti stili diversi e definire il genere di metal proposto è fuori moda in questo periodo. Non ha molto significato in effetti. Se ti piace allora lo ascolterai ancora. Non importa se il death o il power sono tra i tuoi ascolti quotidiani. Non è questione di tradire qualcosa ma di scoprire nuova musica da amare. Nessuno determinerà mai come scriviamo e quali tecniche usiamo. Non seguiamo regole o ci poniamo alcun limite.

Te e Scott siete una coppia. Quali sono vantaggi e svantaggi?
L’unico svantaggio è che non c’è nessuno a casa a guardare il gatto quando siamo in tour. E nessuno a coprire l’affitto se i fondi scarseggiano. A parte gli scherzi Scott è il mio migliore amico, il mio partner d’affari e la mia metà. Se non fosse in tour con me impazzirei. Mi calma quando le cose vanno male e mi corregge quando la mia opinione è troppo soggettiva. Abbiamo portato la band da un branco di ragazzini a musicisti esperti con un piccolo sentore di successo.

Cosa ricordi delle registrazioni del primo demo?
Il primo demo venne registrato con un SM58 posto nel mezzo della sala prove e noi che suonavamo intorno. Nel 2008 comprammo un microfono decente, qualche attrezzatura e Brayden iniziò ad interessarsi al sound engineering. Questa fu una cattiva idea ripensandoci perché per seguire quella carriera ci abbandonò in seguito. In ogni caso per la prima volta mi fu possibile sperimentare con la voce e costruire armonie diverse dal solito. L’esperienza fu rilassata, lo studio temporaneo e senza alcuna pressione finanziaria.

Prova adesso a presentare la band con un breve excursus sugli album pubblicati fino adesso...
‘Behold The Devastation’ - un album di death metal melodico diretto, suonato con le signature del periodo, breakdown, arrangiamenti prog e scream predominante sulle clean vocals.
Demons Of The AstroWaste – un concept sulla chitarra heavy con un sacco di reverberi e effetti di pedale per enfatizzare il tema “galattico” delle liriche. Ancora una volta le death metal vocals predominano su quelle power.
Time Stands Still – propone un approccio più heavy metal tradizionale ma anche elementi melodic death, hard rock, thrash e tecniche power. Liricamente ogni pezzo si focalizza sull’essere una band indipendente canadese. ‘Hail Of The Tide’ parla dei viaggi in traghetto verso la nostra vecchia città, ‘Crypt’ delle ore trascorse in furgone e ‘Dreamcrusher’ del combattere lo status quo dell’industria musicale con altri metallari.
Apex - un disco più power metal con duelli di chitarre e cori catchy. Il basso e la batteria si compensano l’uno con l’altra alla ricerca della perfezione epica e la produzione accentua i passaggi più heavy esaltando nel mix ogni strumento al momento giusto.

Cosa volevate cambiare o migliorare dopo ‘Time Stands Still’?
La produzione era la nostra priorità. Per questo abbiamo contattato Jacob Hansen e fissato il suo studio in Danimarca quando l’album era per metà pronto. In passato ha lanciato band come Amaranthe, Volbeat e Soilwork quindi sapevamo bene che avrebbe fatto un eccellente lavoro.

Come siete entrati in contatto con Napalm Records? Quali sono i piani per promuovere ‘Apex’?
Sono loro ad averci cercati quando stavamo per entrare in studio e registrare ‘Time Stands Still’. Ci chiesero cosa stessimo facendo e noi inviammo loro i video di ‘Tonight We Ride’ e ‘Test Your Metal’ visto che erano già pronti. Prima di firmare il contratto passò parecchio tempo e questo ritardò l’uscita di ‘Time Stands Still’ ma alla fine ne è valsa la pena. Per ‘Apex’ cercheremo di andare in tour il più a lungo possibile. Torneremo in Europa e Nord America e andremo per la prima volta in Sud America. Speriamo anche di riuscire ad organizzare qualcosa in Australia perché fin dall’inizio abbiamo diversi fan da quelle parti.

L’artwork è fantastico. Chi se n’è occupato?
Ken Sarafin di Sarafin Concepts. Gli abbiamo girato delle immagini che erano vicine a quello che volevamo e le ha usate come ispirazione. Ha fatto un lavoro eccezionale perché la copertina potrebbe benissimo essere un quadro appeso in qualche museo. L’uomo sulla montagna è il principale protagonista della storia narrata nell’album, ‘The Immortal’, e la montagna lo ha protetto durante un sonno di oltre mille anni. ‘Apex’ è la montagna ma anche il luogo dove l’individuo ha trovato la sua pace eterna. È più uno stato mentale che un luogo fisico.

Cosa volevate trasmettere con le liriche stavolta?
Raccontare una storia attraverso la musica può essere molto difficile ma fin dall’inizio volevo che ‘Apex’ fosse un concept. Prima che venisse composta anche una sola nota ho scritto la storia, capitolo per capitolo e traccia per traccia, spiegando agli altri quale parte della storia avrebbe narrato ciascuna traccia. Ci siamo messi nei panni dell’ascoltatore e abbiamo usato il copione come guida per comporre le melodie. Trovare le giuste parole è stato difficile e fino all’ultimo avrei voluto cambiare qualcosa.

Puoi recensire ‘Cleanse The Bloodlines’ e ‘Ten Thousand Against One’ per i nostri lettori?
Sono le tracce più heavy dell’album. ‘Cleanse The Bloodlines’ poggia sul riff d’apertura e liricamente è il momento in cui protagonista e antagonista si incontrano per la prima volta. ‘The Immortal’ ha finalmente trovato ‘The Matriarch’ e le chiede di trovare i suoi quattro figli e portarglieli per procedere col rituale dell’immortalità. ‘Ten Thousand Against One’ è stata scritta su una tripla battuta di Scott e il riff è stato scritto per dare spazio alla frase del titolo prima del coro. Nella storia è quando ‘The Immortal’ si confronta col suo figlio più giovane.

Credi nell’immortalità?
Fisicamente e spiritualmente no. Non credo che un uomo possa vivere per sempre o che ci sia una seconda vita ma magari un senso di immortalità può essere associata al significato della storia. Il fatto che gli studenti imparino le lezioni di Socrate lo rende immortale. Contribuire all’evoluzione della società e lasciare qualcosa al genere umano su larga scala manterrà vivo il tuo nome per sempre. L’eternità in ogni caso sarebbe piuttosto noiosa. La ragione per cui troviamo la vita eccitante è che è davvero corta.

Puoi darci qualche update su Archon Legion, Golgotha e Expain?
I Golgotha sono finiti molto tempo fa e gli ex membri hanno di fatto creato gli Archon Legion. Questi ultimi andavano alla grande ad inizio carriera poi circa cinque anni fa sono scomparsi. Andrew, il nostro nuovo chitarrista, li ha lasciati e si è unito a noi dopo poco. Credo rappresentasse la loro energia creativa. Gli Expain sono ancora attivi. Spaccano davvero e si sono costruiti un nome nella scena musicale di Vancouver.

Sei bellissima e talentuosa. Come costruisci le linee vocali? È difficile bilanciare il grado di aggressività della band con il tuo contributo?
Grazie! Scrivo le linee vocali quando tutto il resto è quasi terminato. Quasi sempre capisco quando un riff non ha bisogno di copertura e non forzo niente. Gli scream accentuano per parti più heavy oppure danno un tono diverso al testo o creano un certo tipo di dialogo. A volte l’idea di una linea vocale nasce nella mia mente e ci lavoro attorno. Con gli anni ho potuto imparare meglio questa tecnica e soprattutto conoscere gli altri membri ed il loro approccio compositivo.

Cosa puoi raccontarci del videoclip di ‘Cleanse The Bloodlines’?
A girarlo è stato Richard Olak, un vecchio amico di Vancouver, e le riprese sono state effettuate dai Talbot Twins con una RED Weapon 6k Camera. E’ stato filmato al Falcon’s Rest di British Columbia in un giorno davvero freddo ma bellissimo. A dire il vero ci sono voluti due giorni ma siamo estremamente soddisfatti del risultato. Gli attori sono stati eccezionali, soprattutto Sabre “the gyrfalcon”! Non è stato semplice evitare di inciampare nella neve o di rimanere bruciati ma ne valeva la pena. Lavorare con un falcone è stato altrettanto bello. Adoro gli animali e la prossima volta magari useremo una tigre.

(parole di Brittney Slayes)

Unleash The Archers
From Canada

Discography
Behold the Devastation 2009
Demons of the AstroWaste 2011
Time Stands Still 2015
Apex 2017
Abyss 2020