-Core
Apocalypse Orchestra
Svezia
Pubblicato il 20/05/2017 da grunt

Di dove siete ragazzi?
Siamo tutti di Gävle. Buona parte di noi ci sono nati e cresciuti.

Quali sono i tuoi ricordi più lontani nel tempo legati alla musica?
Dipende dal genere. La prima volta che sono entrato in contatto con la musica folk è stato quando ero appena teenager. Avevo ascoltato qualcosa di tradizionale svedese ma è stata una band che suonava un eccellente folk irlandese a illuminarmi. Erano tutti polistrumentisti e avevano delle armonie vocali meravigliose. In seguito ho suonato in tour con band di quel tipo. Per il resto sono sempre stato nel rock e nel metal.

Quali erano le tue influenze a quel tempo?
I miei genitori ascoltavano un sacco di musica quindi ho conosciuto i classici del pop, del rock e pure del rock sinfonico. Opere degli anni settanta che mi hanno spinto a scrivere musica come faccio adesso. I Led Zeppelin sono sempre stati tra i miei preferiti.

Sei rimasto influenzato anche da qualche act medievale?
Di sicuro band come i Falsobordone ma preferisco ricercare musica personalmente e trovare vecchie melodie meno abusate.

Come avete scelto di chiamarvi Apocalypse Orchestra? Quali erano i vostri obiettivi quando avete formato la band?
Il termine “apocalypse” può essere intrepretato in mille modi. I più penseranno alla fine del mondo in chiave biblica ma l’etimologia della parola, dal greco, suggerisce un’epifania o una rivelazione. C’è quindi un senso di illuminazione come uno di tremenda desolazione. Volevamo abbracciare entrambi gli aspetti. Quando abbiamo iniziato a comporre brani con Mikael, con cui avevo suonato già in altre band, il concept era quello di fondere il metal con melodie medievali e sostanzialmente scrivere materiale che avremmo voluto ascoltare. Il resto è venuto naturale. Una volta scritte le prime canzoni è emerso il desiderio di suonarle dal vivo ed a quel punto sono arrivati Andreas, Rikard e Jonas.

Trovi che la scena folk metal sia ancora forte?
Certamente! Adesso più di prima. Mi dispiace che qualche band che apprezzavo non sia più attiva ma ci sono tante ottime formazioni in circolazione, la scena è forte e il pubblico, come spesso accade nel metal, è affezionato. Faccio difficoltà a separare generi e etichette come folk metal, pagan metal e così via. Tra le mie influenze ci sono sicuramente Lumsk, Otyg, Vintersorg ma anche Myrkgrav e Lars Jensen.

C’è un concept dietro a ‘The End Is Nigh’?
Rompere i miti, deglorificare i tempi difficili e cercare di fare luce su aspetti medievali che in passato non sono stati menzionati troppo. Povertà, fame, malattia e rigide regole di vita imposte politicamente e religiosamente. Per non menzionare le guerre, spesso celebrate come forme eroiche di storia e non come momenti di terrore. Non ci sono vincitori nelle guerre.

Com’è stato lavorare con William Blackmon agli Studio Overlook?
William ha registrato le parti di batteria. Il resto è stato registrato dalla band allo Studio Bordun. William è un vero professionista. Il setting è stato ultimato in mezza giornata e poi abbiamo iniziato a registrare. Essendo un grande batterista ha un eccellente orecchio e sa darti rapidi consigli per rendere il processo confortevole e ottenere il massimo risultato. I pezzi erano pronti quando siamo entrati in studio quindi tutto si è svolto regolarmente. Personalmente i momenti più esaltanti sono stati quando abbiamo registrato i cori. Ci sono stati anche degli errori o dei tentativi falliti che ci hanno fatto ridere. Per esempio quanto abbiamo registrato il rauschpfeife, un registro di mutazione composta tipico della tradizione tedesca e costituito da due file di canne aperte in metallo, intonate diversamente. Una sorta di flauto dal terribile rumore che veniva utilizzato in battaglia per spaventare i nemici. In ogni caso il suono che senti nell’album ci ha accompagnato fin dall’inizio del processo ed è nato in maniera spontanea.

Cosa avete chiesto a Per Nilsson in termini di mixaggio?
I suoi gusti musicali sono piuttosto vari e quindi è stato facile capirci. Volevamo mantenere una forte componente folk-medievale soprattutto grazie agli strumenti tradizionali. Allo stesso tempo è riuscito a darci un suono metal moderno grazie alle sue qualità di produttore. Ha saputo sposare queste due esigenze superando le nostre aspettive. Non era facile ma ha saputo farlo a meraviglia.

Puoi spiegarci nei dettagli cosa avete suonato?
Per la componente metal del nostro sound non siamo così avanzati. Jonas suona una chitarra a otto corde con un bridge Evertune e io una sei corde normalissima. Le corde del basso di Rikard sono gigantesche! Mikael suona la fisarmonica costruita dal maestro austriaco Wolfgang Weichselbaumer e abbiamo registrato anche strumenti a corde contemporanei realizzati dai lutai svedesi Ådin e Nordwall. Ci sono anche diverse parti di cetra e cornamusa. Mikael suona una Redpipe dal vivo!

Se dovessi scegliere un pezzo per presentare l’album a qualcuno di totalmente profano su quale punteresti?
In questo momento inserirei l’album nel lettore e lancerei ‘The Garden Of Earthly Delights’.

Che piani avete per promuovere l’album? Siete mai stati in Italia?
Non ci siamo mai stati e sarebbe un sogno venire a suonare dalle vostre parti. Per il momento stiamo organizzando un release party nella nostra città e qualche data estiva.

Qual è stata la vostra esperienza live migliore finora?
Quando abbiamo suonato con la Gävle Symphonic Orchestra ed il Forsbacka Chamber Choir. 106 musicisti e cantanti sul palco in una hall totalmente esaurita. L’esperienza musicale della mia vita. L’abbiamo filmata ed è possibile trovarla online.

Il vostro stile è fortemente legato alla tradizione svedese. Quanto condiziona il risultato finale? Quanto è importante per voi mostrare il vostro senso di appartenenza?
Sono felice che me l’hai chiesto perché anche noi ci abbiamo pensato spesso. La musica è sempre una questione di interpretazione considerato che le influenze possono essere lette in vari modi e che non ci sono regole rigide nel panorama di oggi. È molto difficile sapere la velocità di una melodia suonata ottocento anni fa e soprattutto per noi svedesi visto che le fonti sono emerse più tardi che da altre parti. Di conseguenza le influenze maggiori sono legate al vecchio continente sebbene l’oscurità scandinava sia presente nelle nostre melodie. Avrà sempre un impatto importante.

(parole di Erik Larsson)

Apocalypse Orchestra
From Svezia

Discography
The End Is Nigh (2017)