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Pubblicato il 26/04/2017 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto vorrei sapere come siete entrati in contatto con House Of Mythology e quali ritenete le release più interessanti dell’etichetta fino adesso..
(Luca Mai) Grazie a Massimo e al suo progetto Laniakea con Daniel O'Sullivan già membro degli Ulver. Con Daniel ci conosciamo dai tempi in cui militava nei Guapo e dalla stima reciproca è nata un'amicizia che poi, nel tempo ha portato alle collaborazioni con Massimo e poi, per proprietà transitiva, al rapporto diretto con House Of Mythology. Loro già ci conoscevano bene ed erano entusiasti di lavorare con noi e viceversa, tant'è che quando gli abbiamo accennato che avevamo una semplice traccia embrionale di Jhator hanno insistito per averla e ascoltarla.
(Massimo Pupillo) Il bello di House Of Mythology è che è una label con un idea estetica molto precisa e che fa riferimento ad un gruppo di musicisti, ed in questo mi ricorda vecchie etichette come la prima 4AD o anche la SST, cioè label di cui compravi anche band a scatola chiusa, che non conoscevi ma ti fidavi solo perchè uscivano per loro. Per ora l'uscita che mi ha colpito di più è ‘Amputation’ di Stian Westerhus, un disco incredibile, quasi pop come scrittura ma totalmente astratto e poetico ed impossibile da catalogare.

Quando avete iniziato a comporre i brani di 'Jhator'?
(Luca Mai) ‘Jhator’ comprende tante di quelle suggestioni avute in questi ultimi anni ma specialmente l'ultimo che non userei la parola composizione ma pratica. ‘Jhator’ è come un mandala e cosi lo abbiamo fatto .

Volevate cambiare o migliorare qualcosa in particolare dopo ‘Cortar Todo’?
(Luca Mai) No perché quando facciamo un disco lo lasciamo andare e non ci ritorniamo sopra facendo "l'analisi logica". I lavori sono sempre frutto di particolari momenti storici in cui abbiamo delle esigenze da esternare e ‘Cortar Todo’ non fa eccezione.

Dove avete registrato? In termini di produzione e mixaggio vi siete posti degli obiettivi specifici?
(Luca Mai) Abbiamo registrato al Vacuum Studio dell’amico Bruno Germano a Bologna che ci ha permesso di usare lo studio come vero e proprio "strumento" per potere spremere al massimo tutte le sue potenzialità . Non abbiamo lasciato nulla di intentato e questo ha voluto mesi di lavoro e se ti devo dire non ì male lavorare in questo modo perchè si da tempo alla musica e a noi stessi di sedimentare e di vedere il tutto da differenti angolazioni, che una maggior fretta dovuta a scadenze o altro, non ti permette .

Provate a recensire ‘Jhator: A Sky Burial’ e ‘The Dawning Moon Of The Mind’ al massimo con tre righe per ciascun pezzo.
(Luca Mai) Sarò ancora più stringato e ti segno il percorso del disco: profondo amore, profondo dolore, profonda liberazione e profondo amore.

Su wikipedia siete associati a termini come free jazz, noise, math e prog rock. Vi sentite a vostro agio con qualcuno di essi? Come definite il vostro stile dopo tanti anni nel music business?
(Luca Mai) Noi non siamo mai stati nel music business o se no avremmo uno stile ben preciso e mai ce ne saremmo discostati . Il fatto di avere sempre gestito personalmente la nostra attività ci ha dato un margine di libertà per decidere chi siamo e cosa vogliamo dalla vita. Anche decidere di non fare nulla per anni come è successo. Il music business non ce lo avrebbe mai permesso e se ne avessimo fatto parte a quest'ora, per rispettare determinate regole o clausole capestro, sicuro saremmo degli aridi cocainomani che chiedono sul tech rider le prostitute a fine concerto .

Nel corso della vostra carriera avete collaborato con artisti incredibili come Mats Gustafsson, Mike Patton e Xabier Iriondo. C’è una collaborazione in particolare che vi ha lasciato esterefatti e sopreso oltre le più rosee aspettative? 
(Luca Mai) Carriera, music business, ambizione, sono parole che non ci competono. Sono profondamente sbagliate perchè creano una geografia mentale che poi miete vittime. Una cosa del genere mi diverte farla sul gioco Rock Life, ma se accetti questo schema diventi solo un animale da scuderia pronto per il macello appena non sei più remunerativo . Questo Ë il nostro pensiero e modus vivendi, non vogliamo certo insegnare nulla a nessuno ma per esperienza abbiamo visto molti gruppi provare a fare il cosiddetto salto e rimanere stritolati. Mieko Suzuki è una sound artist giapponese di base a Berlino con cui abbiamo fatto un po di date in questo tour di Aprile. Artista incredibile che lavora solo con turntable e lettori cd .
(Massimo Pupillo) Una collaborazione che per me è stata importantissima è stata quella con Romeo Castellucci e la Societas Raffaello Sanzio. Mentre lavoravamo alla colonna sonora per loro, Romeo Castellucci mi parlò della drammaturgia che sentiva insita nella nostra musica e questa semplice frase pian piano aprì completamente il mio modo di guardare a quello che facevamo. Iniziai a realizzare che nella musica noi stavamo già raccontando delle storie, anche se senza voce e parole. Dopo la collaborazione con la Raffaello Sanzio scrivemmo tutto l'album ‘Carboniferous’ e questa prospettiva è stata fondamentale anche nella scrittura di ‘Jhator’.

Come avete incontrato il vostro nuovo batterista?
(Luca Mai) Tomas era un fan degli Zu e con il suo duo, gli Yodok, invitarono Massimo per mettere il basso su un loro disco . Quando lo vide all'opera mi chiamò dalla Norvegia dicendomi che Tomas faceva al caso nostro. Era un momento in cui ci eravamo resi conto che per alcuni motivi non poteva funzionare con Gabe Serbian. Quindi mai momento fu cosi provvidenziale .

Mi sono sempre chiesto il motivo per cui avete registrato un live proprio a Helsinki..
(Luca Mai) La Finlandia insieme alla Scandinavia e tutta la zona del Mar Baltico sono l'unico luogo al mondo che corrispoda esattamente alla geografia omerica dell'Iliade e dell'Odissea, da sempre consideata "sconclusionata". Tra l'altro ci sono toponomi che straordinariamente combaciano con i nomi delle epopee omeriche. Il nostro è stato un omaggio e un ponte ideale con la mitica terra di Iperborea .

È sbagliato definire ‘Carboniferous’ il vostro lavoro in studio più ambizioso di sempre?
(Luca Mai) Sì, come dicevo sopra ogni lavoro che facciamo ha e vive il suo momento, ha una sua epica un suo respiro, e l'unica cosa a cui ambiamo è che ci soddisfi pienamente.

In passato associare ambient e rock era considerato un’eresia. Adesso sembra invece uno degli spunti più interessanti per il futuro. Da che parte state?
(Luca Mai) Mai sul carro del vincitore .

Meglio l’Himalaya o il Perù?
(Massimo Pupillo) Meglio i Boredoms o gli Slayer? Meglio Kubrick o Tarkovsky?

Qual è stato fino adesso il momento più difficile della vostra carriera? E il concerto più elettrizzante?
(Luca Mai) Zu è un percorso che fa parte della nostra vita e siccome non tende alla carriera ma a sgrezzarci come esseri umani ti direi che i momenti difficili sono parte di questo viatico e sono solo formativi, dipende sempre da che punto di vista li vedi e soprattutto da come li vivi. Per il resto viviamo sempre in bilico come l'oltreuomo di nietzschiana memoria, "sulla corda tesa sopra l'abisso". Di concerti particolari che ricordiamo come epici ce ne sono un bel po : direi l'Atp nel 2009, santiago del cile 2010 con Mike Patton, Brno 2002 dopo una visita ad Auschwitz, ed il Roadburn2017, l'altro ieri.

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From Italia

Discography
1999 - Bromio
2000 - The Zu Side of the Chadbourne
2001 - Motorhellington
2002 - Igneo
2004 - Radiale
2005 - The Way of the Animal Power
2005 - How to Raise an Ox
2006 - Rai Sanawachi Koe Wo Hassu
2007 - Identification with the Enemy - A Key to the Underworld
2009 - Carboniferous
2014 - The Left Hand Path
2015 - Cortar Todo