-Core
The Doomsday Kingdom
Svezia
Pubblicato il 17/04/2017 da Lorenzo Becciani

Hai sempre messo un focus enorme in tutti i tuoi progetti. In molti ti conoscono per i risultati raggiunti con i Candlemass ma hai pubblicato anche solo album e suonato con diverse band importanti tra le quali Avatarium, Krux e Abstrakt Algebra. Anche stavolta sembriamo al cospetto di una vera band e non del tipico progetto parallelo nato per divertimento..
Sono d’accordo. Avatarium sono una vera band e anche se in questo momento non posso seguirli dal vivo i concerti stanno andando alla grande. Gli stessi The Doomsday Kingdom sono nati con l’idea di creare qualcosa che crescesse col tempo. È fantastico che Nuclear Blast creda nel mio lavoro e la risposta dell’EP è stata incredibile. Sono stato fuori dal giro per molto tempo e per certi versi pensavo che questo tipo di musica potesse essere ormai totalmente fuori moda. Invece i fatti dicono esattamente il contrario.

Questo probabilmente perchè non siete la solita revival band ma musicisti in grado di rendere fresca e potente una proposta che scava nel passato..
Hai ragione ed è questo lo stimolo più grande che si cela dietro ai The Doomsday Kingdom. Sono sempre stato una persona ambiziosa non nel senso di vendere più dischi rispetto ad altri ma nel senso di pubblicare dischi interessanti. È il motivo per cui in scaletta trovi otto brani. Ho inserito solo il materiale essenziale perché alla mia età non posso permettermi errori.

Quando hai registrato ‘Never Machine’ pensavi già a qualcosa di concreto?
In quel periodo non ancora. Ero preparato a qualunque tipologia di riscontro e pensavo a sostenere le registrazioni col crowdfunding. Quando però si è saputo che mi trovato in studio le label hanno iniziato a scrivermi e sono felice di potere fare tutte queste interviste e promuovere l’album nel migliore dei modi.

È difficile bilanciare il songwriting per Avatarium e The Doomsday Kingdom?
Non lo è affatto perché i The Doomsday Kingdom sono davvero metal mentre con gli Avatarium scriviamo pezzi più rock e ispirati agli anni ‘70 e band come Deep Purple e Uriah Heep. I dottori mi hanno obbligato a dedicarmi ad un solo progetto alla volta. Non sono ancora al cento per cento. Spero che mi diano presto il permesso di tornare a suonare dal vivo. Magari non dei propri tour ma un concerto ogni tanto. Suoneremo al Roadburn Festival giusto per cominciare.

Ti fai chiamare The Doomfather. Dove ritieni che sia nato il doom? In Inghilterra con i Black Sabbath oppure più tardi in Svezia con i Candlemass?
Senza dubbio i Black Sabbath sono la prima doom band di sempre. Forse con ‘Epicus Doomicus Metallicus’ abbiamo pubblicato il primo album doom metal. In ogni caso il regno della morte domina su tutti. La morte è superiore a tutti noi e non ha alcun confine. Il bellissimo artwork di Erik Rovanperä ce lo ricorda.

È stato difficile coinvolgere Niklas Stålvind e Andreas “Habo” Johansson nel progetto?
Assolutamente no. Marcus è uno dei miei migliori amici e un grande chitarrista. È come avere Leslie West, Tony Iommi e Randy Rhoads nella band allo stesso tempo. È stato lui a segnalarmi Habo. Ha uno studio a Stoccolma e ha registrato lì le parti di batteria che sono assolutamente fantastiche. Niklas Stålvind è stato l’ultimo membro ad aggiungersi alla line-up e devo dire che è stata una scelta perfetta perché è stato capace di donare potenza alle parti vocali. Ritengo inoltre che la produzione di ‘The Doomsday Kingdom’ sia superba. David Castillo dei Ghost Ward si è dedicato alle canzoni come fossero sue.

(parole di Leif Edling)

The Doomsday Kingdom
From Svezia

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