-Core
Barús
Francia
Pubblicato il 10/07/2016 da Lorenzo Becciani

Cosa significa il vostro nome?
Barús è un termine greco che può essere definito come qualcosa di grande peso, sia in senso fisico che in senso metaforico. Il nome si adatta all'estetica della nostra musica che vuole essere heavy, monolitica e asfissiante.

Quali erano le vostre ambizioni quando avete cominciato?
Il nostro scopo era quello di creare musica con forte personalità e significato per noi, trovare un equilibrio tra suono e atmosfere per descrivere i temi che volevamo sviluppare. Intendevamo anche offrire un tipo di death metal con influenze prog, un approccio dark e malinconico e retaggi old school piuttosto che seguire i trend moderni o la scena technical di oggi.

Cosa avete registrato fino adesso?
Solo l'EP. Buona parte dei membri dei Barús hanno lavorato insieme in altri progetti passati ma in questo caso volevamo iniziare qualcosa di totalmente differente. L'EP è stato registrato a fine 2014, pubblicato digitalmente nel marzo dello scorso anno e poi in versione fisica, quest'anno, da Les Acteurs de l’Ombre.

Quali sono le vostre influenze principali?
Le nostre influenze includono varie formazioni extreme metal, altre sperimentali come i Meshuggah e altre ancora sludge o avantgarde black metal come i Deathspell Omega. Più che da diversi stili o scene siamo influenzati da quelle band che offrono una visione unica attraverso la loro musica. Qualcosa di profondo e autentico.

Come siete entrati in contatto con Les Acteurs De L'Ombre Productions? Forse siete la band “meno black” del loro catalogo...
Li conoscevamo perché un paio di membri suonano nei Maïeutiste. Sono un grande team, dedicato alla scena underground con un approccio moderno alla comunicazione e alla promozione. Pongono particolare attenzione alle release fisiche e credo che tutte le band in catalogo propongano più generi. Per esempio Deluge e Regarde Les Hommes Tomber hanno influenze post hardcore. Non siamo certo la band black metal più diretta dell'etichetta ma è comunque una componente importante di quello che facciamo.

Qual è la vostra band preferita dell'etichetta?
È difficile sceglierne solo una. Direi The Great Old Ones. Ho consumato il loro primo album 'In Cauda Venenum'.

E le vostre band death francesi preferite?
Deathspell Omega, Blut Aus Nord, Ataraxie. La scena extreme metal è molto ricca attualmente anche se non tutte le band sono così visibili.

Dovendo presentare l'EP a qualcuno di totalmente profano potendo scegliere solo una canzone su quale puntereste?
Sceglierei 'Chalice' perché è monolitica, atmosferica, ritualistica con alcune parti frenetiche e aggressive e una struttura moderna ricca di elementi sperimentali.

Dove avete registrato? Chi ha prodotto l'EP?
Lo abbiamo registrato nel nostro studio personale e in sala prove. Ho prodotto personalmente l'EP che poi è stato masterizzato da Eddy Dorigny agli Octavox Studios. Ci piace avere controllo sulla nostra musica e cercare di combinare suoni, atmosfere e emozioni. Registrare le parti vocali è stato il momento più eccitante e divertente delle sessioni. Molto intenso soprattutto con Keithan che ha registrato tutto in poche ore. Di solito io scrivo la musica e lui si occupa delle parti vocali. Ha interpretato i testi in maniera singolare lasciandosi perdere nelle tracce e partendo da idee grezze fino alla realizzazione di tutte le voci, degli overdub e di uno stile definito.

Vi siete ispirati a qualche album in particolare in termini di produzione e mixaggio?
Non volevamo suonare perfetti o troppo puliti ma possedere una vera anima e un suono potente e organico. Un punto di riferimento è sicuramente 'Jane Doe' dei Converge ma anche 'Without' dei Burden o qualcosa degli Autopsy.

C'è un concept particolare dietro all'album?
Le quattro canzoni sono una specie di esternalizzazione dei confini dello spirito umano dal nostro punto di vista. Potrei riassumerlo con un riflesso introspettivo e fatalista di vita, morte e dubbi esistenziali di tutti noi.

Provate adesso a presentare 'Barús' con un breve track by track..
'Tarot' è l'opener e anche il pezzo più death e diretto di tutto l'EP con alcune parti ritmiche folli e sezioni frenetiche. 'Disillusions' è più sfumata con parti death moderne e un'atmosfera sporca e torbida. 'Chalice' è ritualistica e monolitica mentre 'Cherub' è una sorta di doom-death con voci in inglese e francese.

Con chi vi piacerebbe suonare dal vivo?
Con i danesi Undergang. Abbiamo organizzato uno show insieme l'anno scorso ed è stato fantastico. Oltre a loro con Drowning Horse e Devouring Star. Al momento stiamo per completare le registrazioni del primo full length che dovrebbe essere mixato entro l'anno.

(parole di James)

Barús
From Francia

Discography
Barús (2016)