-Core
Hidden Scars
Italia
Pubblicato il 14/01/2016 da Lorenzo Becciani


Quante cicatrici si contano sul tuo corpo? E quelle nascoste?
Quelle nascoste sono sicuramente molte più di quelle visibili sul mio corpo. Sono parte di me e, belle o brutte, dolorose o rassicuranti che siano, sono memorie indelebili del cammino fino qui percorso. Ho sempre qualche difficoltà a parlare di me e per vedere dall'esterno quello che si nasconde sotto la pelle bisogna avere la capacità di scavare un po'. La musica è lo strumento che io stesso uso per guardarmi dentro.

Come è nata l'idea di un lavoro solista?
Nel subconscio l'idea è sempre esistita, il materiale non mi mancava, ma in qualche modo mi aveva sempre spaventato l'idea di rendere pubblica quella parte di me che, per forza di cose, non emergeva nella musica di Interferenze (progetto musicale che porto avanti da più di dieci anni insieme a Jac Salani) e nelle collaborazioni con altri artisti. Devo dire che è sato proprio Jac a spronarmi e convincermi, chiedendomi inizialmente di partecipare con un mio brano alla compilation "QuaRock Shots" con cui QuaRock Records (etichetta da lui fondata insieme a Gabriele Bellini) nel 2014 esordiva presentando i propri artisti. Su 16 canzoni in tracklist, già 4 contavano la mia partecipazione. Ad esse si è andata ad aggiungere "Is Happiness So Far Away?", publicata a mio nome. Di lì a pubblicare un intero disco solista il passo è stato abbastanza naturale.

Quando hai scritto queste tracce? Ti eri posto un obiettivo particolare che magari è cambiato con il tempo?
Sebbene avessi già molto materiale e provini registrati nel corso degli ultimi due anni, la maggior parte dei pezzi che sono poi andati a comporre "Hidden Scars" sono stati scritti, in una sorta di flusso di coscienza, nei dieci mesi precedenti l'uscita del disco, tra gennaio e ottobre. Questo ha sicuramente contribuito a dare una maggiore compattezza ed omogeneità alle atmosfere che si respirano all'interno del lavoro, che nelle mie intenzioni voleva avere il senso di un vero e proprio viaggio, con un unico filo conduttore a legare i brani gli uni agli altri.

A quale tipologia di pubblico si rivolge 'Hidden Scars' oltre ai fan degli Interferenze?
Nelle fasi finali di mixaggio mi sono posto la stessa domanda, e sono arrivato alla conclusione che non era poi così importante trovare una risposta. Penso che tutto sommato possa rivolgersi ad un pubblico abbastanza eterogeneo. Non è certo un disco "facile", ma credo che chi ha la sensibilità, la predisposizione e la voglia di lasciarsi trasportare da un continuo flusso di emozioni anche spesso in contrasto tra di loro, possa farsi un bel viaggio con le atmosfere che di respirano in questo lavoro.

Pensi che l'album possa trovare maggiori apprezzamenti nel nostro paese o all'estero?
Difficile dirlo. Devo ammettere che non mi aspettavo che in Italia ricevesse i consensi e gli apprezzamenti che invece sta invece riscuotendo. Il fatto di essere un disco strumentale, e la musica un linguaggio universalmente conosciuto, penso possa aiutare "Hidden Scars" ad affacciarsi anche da qualche parte nel resto del mondo.

Oltre ad etichette come Denovali, Erased Tapes, Hospital Productions e Blackest Ever Black l'elettronica sperimentale sembra attraversare un momento di transizione. Hai ascoltato qualcosa di interessante negli ultimi tempi?
Confesso che è ormai da qualche tempo che non mi capita di ascoltare qualcosa che attiri in modo particolare la mia attenzione nell'ambito dell'elettronica "sperimentale". Troppo spesso capita di imbattermi in produzioni fredde, incapaci di trasmettermi emozioni, in cui la sperimentazione risulta fine a se stessa, senza che la Musica sia protagonista. Più in generale, invece, tra gli ultimi dischi che ho veramente apprezzato c'é "Metanoia" di IAMX, che riesce ad unire elettronica ed elementi acustici in modo raffinato ma efficace, senza troppi orpelli.

Ti sei ispirato a qualche album in particolare per la produzione? Che suoni volevi ottenere?
Non ho avuto un punto di riferimento particolare. "Hidden Scars" è piuttosto il naturale risultato dell'incontro tra il mio percorso musicale, sia dal punto di vista di ascoltatore che di produttore, e la impellente necessità di fotografare e rendere permanenti e immortali certi momenti e sensazioni tramite la musica. La ricerca sonora è stata un passaggio molto importante e impegnativo in tutta la produzione. Essendo il lavoro interamente strumentale, Suono e Melodia hanno il ruolo fondamentale di dare voce, concretizzare e trasmettere determinate atmosfere e sentimenti senza bisogno di ricorrere alle parole. Per questo motivo la miscela, l'incontro e lo scontro della componente elettronica dei sintetizzatori e batterie elettroniche e quella acustica del pianoforte sono stati gli elementi chiave per il raggiungimento del Suono che avevo in mente per questo disco.

Hai utilizzato dei synth particolari per registrare?
Nel corso del tempo sono riuscito a mettere insieme un set-up di cui sono molto contento, fatto di drum machines e synth analogici, vintage e non. Per la registrazione di "Hidden Scars" ho fatto in gran parte ricorso al sistema modulare in formato Eurorack che ho assemblato negli ultimi anni, che mi permette una grande flessibilità e libertà di manovra nella creazione dei suoni. Non esistendo la possibilità di avere o salvare "preset", approcciare la creazione di un nuovo suono è sempre un po' come cominciare a scrivere su di un foglio bianco. Non sto qui ad entrare in altri dettagli tecnici per non annoiare chi legge...

Che rapporto hai con l'elettronica? Quali software utilizzi normalmente per comporre?
L'elettronica è una componente fondamentale delle mie produzioni musicali, all'interno delle quali può giocare il ruolo di protagonista indiscussa, oppure quello di sostegno alla componente acustica del piano. All'interno del processo creativo può rappresentare un punto di partenza per la composizione, uno spunto per successivi sviluppi, oppure un punto di arrivo per canzoni nate al pianoforte. Insomma... È uno strumento al mio servizio, che uso a mio piacimento a seconda dell'obiettivo che voglio raggiungere. All'interno del mio workflow, sebbene ormai certi software abbiano raggiunto un grado di emulazione degli hardware estremamente convincente, preferisco sempre lavorare con le macchine, e quindi avere sotto le dita la tastiera di un synth e non quella di un computer, e dei pomelli da ruotare o cavi da inserire piuttosto che un mouse da cliccare. Quando mi trovo ad utilizzare un software, generalmente si tratta di Reaktor: un synth modulare virtuale dalle possibilità limitate solo dalla fantasia e che mi permette di raggiungere una complessità nella creazione dei suoni difficilmente raggiungibile con l'hardware. In fase di registrazione e produzione utilizzo Logic Pro X, mentre la fase finale di mixaggio e mastering avviene sul bellissimo banco analogico de La Fucina Studio.

Prova a recensire 'Beyond Last Night' e 'Still Here' per i nostri lettori..
Tutto il disco è molto intimo e personale, ma hai scelto proprio i due pezzi di cui ho più difficoltà a parlare. Vi invito però a curiosare sul mio sito, magari vi potete imbattere in una guida all'ascolto...

Quali sono gli altri passaggi chiave dell'album secondo te?
Tutti i brani che compongono "Hidden Scars" hanno un proprio significato e motivo di esistere anche ascoltati singolarmente. Ma è proprio nel loro insieme che ciascuno di essi assume una importanza fondamentale. Solo unendo tutti i pezzi del mosaico si può godere appieno dell'immagine completa. È per questo che consiglio sempre chi approccia per la prima volta l'ascolto del disco, di ritagliarsi un'ora del proprio tempo in modo da ascoltarlo tutto di seguito, senza interruzioni.

Pensi che questo album avrà un seguito in futuro?
Credo proprio di sì ma solo quando avrò qualcosa da dire, senza forzature. Tutto il percorso che ha portato alla nascita "Hidden Scars" è stata una esperienza molto importante e intensa sia dal punto di vista musicale che personale. L'intensità emotiva raggiunta durante la composizione è stata davvero molto forte e voglio sperare in futuro di continuare a sentirmi ancora così "vivo" da dare un seguito a questo lavoro.

Quanto è difficile produrre musica e farsi notare nell'era dei social network?
Dal punto di vista pratico, rispetto a qualche anno fa, grazie alla tecnologia sempre più alla portata di tutti, produrre musica ormai è diventato facilissimo. Produrla bene, secondo me, invece rimane comunque una cosa estremamente difficile, che pochi riescono a fare. Oggi con una spesa relativamente bassa ci si può dotare di un computer e un minimo di attrezzatura per registrare la propria musica in casa. Poi c'è subito il web, che dà a chiunque a possibilità di farsi conoscere e pubblicare il proprio prodotto. Da un certo punto di vista questa è una cosa bellissima e molto importante. Tutti hanno l'opportunità di fare e condividere la propria musica. Dall'altro però, inevitabilmente, la quantità di prodotti qualitativamente scarsi in circolazione è aumentata a dismisura. Il fatto di avere la possibilità di registrare a casa il proprio materiale lascia il tempo che trova se non si ha davvero qualcosa di interessante da dire. Inoltre la qualità finale del prodotto difficilmente sarà paragonabile a quella ottenibile affidandosi a dei professionisti. Proprio per questo sovraffollamento che oggi satura il web ed il mondo dei social network, è sempre più difficile farsi notare e anche le proposte più originali e meritevoli rischiano di rimanere nell'ombra.

A che punto è il nuovo album degli Interferenze? Puoi darci qualche anticipazione?
A distanza di circa un mese sono usciti il mio "Hidden Scars" e "Across the Sky" dei Pulse-r, il side project di Jac. Direi quindi che a questo punto sia finalmente giunto il momento di lavorare sul nuovo disco di Interferenze, che andrà a chiudere la "Trilogy" iniziata nel 2012 con "Green Fragments" e proseguita con "Red Fragments" nel 2013.

Stai collaborando con altri artisti nel frattempo?
Lo scorso anno è uscito "The Swimmer" di Craftycell. Ho avuto il piacere, insieme a Jac, di lavorare a questo disco con la mia elettronica, synth e piano. È un progetto molto particolare e originale che unisce elementi post rock e oscure atmosfere elettroniche.

Hidden Scars
From Italia

Discography
Hidden Scars (2015)
Damaged (2019)
Unsolved (2022)