-Core
Coram Lethe
Italia
Pubblicato il 29/08/2012 da Lorenzo Becciani

Quali sono gli eventi principali che vi hanno portato alla release di 'Heterodox'?
'Heterodox' è il frutto di un lungo periodo di lavoro che abbiamo affrontato in questi anni dalla pubblicazione del suo predecessore e rappresenta il risultato di quello che ci è successo in tutti questi anni dal punto di vista del gruppo e dal punto di vista personale di ogni membro. Sono successe tante cose dalla pubblicazione del precedente '…A Splendid Chaos' ad oggi, per esempio abbiamo affrontato due cambi di cantante con tutti i problemi connessi e derivati, due di noi poi sono diventati padri, e tante altre cose che hanno composto il background emozionale che abbiamo trasformato in musica. Il sound che ne risulta è quello che ad oggi rappresenta i Coram Lethe a trecentosessanta gradi, tant’è vero che eravamo indecisi se chiamare il disco col nome del gruppo. Per rendere il tutto con un’immagine si può dire che con questo disco siamo diventati adulti.

Cosa è cambiato a livello vocale con l'ingresso di Gabriele Diana in formazione?
Gabriele è stato un ottimo acquisto per i Coram e ha coronato alla perfezione le idee che avevamo in mente per il nostro disco. Si è integrato molto bene nel gruppo e ci ha dato davvero la spinta decisiva per finire il lavoro che avevamo iniziato da tre anni e che ci è sembrato non finire mai. Infatti per troppo tempo eravamo rimasti senza un cantante e tornare a sentire una voce come la sua ringhiare nella nostra stanza è stato magico. Personalmente conoscevo già la voce di Gabriele per averlo già visto in qualche concerto con alcune band in cui militava e mi ricordo molto bene che questo ragazzo spiccava su tutti per la profondità della sua voce. Ha infatti un growl molto scuro. Col tempo poi ha dimostrato anche di essere molto versatile tanto da essere in grado di muoversi tranquillamente in più registri vocali, dal growl allo screaming, all’aspirato fino al classico clean con una vena ruggente. Tutto questo gli ha permesso di creare un suo stile personale che si è incastrato con la massima sintonia nel lavoro che avevamo fatto fino al momento del suo ingresso e ci ha permesso di completare il disco proprio come volevamo.

Cosa vi aveva spinto a scegliere una cantante femminile? Cosa ha portato allo split con lei?
La scelta di Erica è stata fatta per un motivo semplicissimo. Erica è un vero talento vocale. Ci colpì subito al primo urlo che sparò nel microfono alla nostra sala prove. Anche noi eravamo scettici del fatto che una donna avesse risposto ai nostri annunci e che fosse così determinata a voler provare a cantare le nostre canzoni, ma dopo pochi minuti eravamo già convinti della nostra scelta. Era davvero la migliore. Aveva una voce molto profonda nel growl e graffiante nello screaming tanto che molti suoi colleghi maschietti sarebbero impalliditi al suo cospetto e la cosa succedeva davvero quando andavamo in giro a suonare. Era molto inesperta e artisticamente immatura quando entrò nel gruppo ma col lavoro fatto per '…A Splendid Chaos' e con i live che vennero dopo dimostrò di crescere ad ogni performance. La separazione da Erica è avvenuta per motivi esclusivamente personali e senza dissapori. Col tempo lei non riusciva più a seguire il gruppo nei suoi progetti. Alcuni di noi sono rimasti in contatto con lei e sappiamo che vive in serenità.

Quanto tempo avete impiegato per comporre e registrare le canzoni?
La registrazione di per sé è stata abbastanza veloce come sempre per noi perché entriamo in studio con le idee chiare. Quello che ha preso tempo è stata la composizione e soprattutto l’arrangiamento di tutto il lavoro. Abbiamo fatto molte registrazioni intermedie con i nostri mezzi da home recording e siamo arrivati ad avere praticamente il disco finito, per lo meno dal punto di vista concettuale, prima di entrare in studio e di avere un cantante. Infatti Gabriele è arrivato quando quasi la totalità del materiale era composto, voci comprese. Il periodo di gestazione di 'Heterodox' è stato molto lungo ma alla fine siamo stati tutti soddisfatti dal risultato che abbiamo ottenuto dopo il mixaggio.

A quali album vi siete ispirati a livello di produzione?
Abbiamo tutti un background musicale diverso e tutti di solito danno il loro apporto ai brani che vanno poi a comporre un disco. In questa fase di evoluzione però posso dirti che dei punti di riferimento comuni ce li avevamo: gli ultimi Mastodon, i Mars Volta e i Baroness sono state tra i nostri artisti più gettonati. Ma non ci siamo limitati a questo, qualunque elenco di artisti per connotare le nostre influenze sarebbe incompleto e forse riduttivo perché i nostri ascolti spaziano dal materiale più old school e intransigente alla musica più avanguardistica e di nicchia. In generale abbiamo comunque cercato di non porci limiti in quello che stavamo componendo anche allontanandoci dai canoni del genere metal estremo.

Quali sono le differenze sostanziali con '… A Splendid Chaos'?
Parlando di musica e di suono credo che '…A Splendid Chaos' sia un disco più diretto e immediato, mentre 'Heterodox', pur mettendo in chiaro le cose fin dal primo ascolto, richiede un po' di attenzione e qualche ascolto in più per percepire tutte le stratificazioni sonore che lo compongono. Il nuovo disco è più ragionato e maturo del precedente, testimoniato anche dal lungo periodo di lavoro che lo separa da '…A Splendid Chaos'.

Quali erano i vostri obiettivi prima di entrare in studio? Cosa intendevate migliorare?
L’unico nostro obiettivo era quello di dare alla luce un disco che rispecchiasse al meglio quelle che erano le nostre idee. Volevamo un disco in cui si trovassero tutti i caratteri che hanno contraddistinto il sound marchiato Coram Lethe in aggiunta a altre atmosfere e soluzioni che sentivamo nel nostro DNA. Per far questo abbiamo cercato e pescato tra le nostre influenze e nel nostro background musicale senza porci limiti e senza mettere paletti alla creatività. Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto e anche dei primi riscontri avuti dal pubblico e questo è estremamente appagante per noi dopo tutto il lavoro fatto.

Chi ha disegnato la cover?
La copertina è basata su un disegno che ha fatto il nostro chitarrista Leonardo. E' molto bravo a dipingere e tutti gli dicevamo “ma perché non provi a farla tu la copertina per il disco?”. Alla fine ha fatto un disegno a matita su una tavola da disegno che poi è stato rielaborato dal grafico Olio nel suo stile personale senza modificare quello che aveva concepito. Il risultato è quello che vedete.

Qual è il pezzo più tecnico della scaletta?
Dipende. Innanzitutto da cosa intendi per “pezzo tecnico”. Spesso con questi termini si intendono le parti di difficile esecuzione, i cosiddetti virtuosismi che spesso rimangono fini a se stessi. Questo non è mai stato nelle corde dei Coram Lethe che hanno sempre prediletto (e sempre lo faranno) le parti più ragionate, introverse e “sensate” tra tutte le soluzioni stilistiche possibili. La tecnica a servizio della creatività e non viceversa. Riteniamo che non gliene freghi nulla a nessuno di sentire dei virtuosi dei propri strumenti che sciorinano esercizi di bravura uno dietro l’altro senza lasciarti nulla di concreto alla fine dell’ascolto. Ci sono molte produzioni di questo tipo in giro e ci hanno sempre disgustato. Crediamo di essere diversi da tutto questo, forse un po’ superbamente, e che le nostre produzioni siano in grado di lasciare un segno nell’ascoltatore alla fine di ogni pezzo. 'Heterodox' è un disco molto semplice nella sostanza e non ci sono molte parti di difficile esecuzione. Ovviamente il tutto dipende dallo strumento su cui focalizzi l’attenzione. Per quanto riguarda il mio posso dirti che il basso ha delle linee molto semplici e non ci sono grandi virtuosismi salvo qualche armonico e qualche diteggiatura un po’ strana (credo sia il primo disco senza una parte di slap per esempio). Per gli altri strumenti credo sia la stessa cosa. Forse l’unica eccezione si può fare per la batteria nella quale Francesco ha fatto una performance eccellente sempre col massimo equilibrio tra tecnica e estro creativo. Se invece per “pezzo tecnico” intendi il più elaborato dal punto di vista compositivo, di arrangiamenti e di suoni la scelta è difficile. Grossa parte del lavoro l’ha richiesta la fase di arrangiamento. Ci siamo concentrati molto nell’aggiunta di strumenti inusuali per il genere estremo come il didgeridoo, l’ocarina, il mandolino e tanti altri che sentivamo necessari per raggiungere quelle che erano le nostre idee per ogni brano. Abbiamo lavorato molto poi anche sui suoni insieme ad Alessandro Guasconi del Virus Studio che ci ha seguito nel nostro progetto. Se proprio devo farti un titolo direi la prima traccia del disco 'Hypnomagik' in cui i suoni e le “atmosfere” sono fondamentali.

Come siete entrati in contatto con Buil2Kill?
Conoscevamo Trevor e soci per aver collaborato con loro per la promozione del nostro precedente lavoro '...A Splendid Chaos' per cui affidarci ai loro servizi è stato naturale per noi dal momento che ci siamo sempre trovati in sintonia con loro e col loro modo di lavorare.

Avete utilizzato una strumentazione molto più varia questa volta. Ritenete che sia un esperimento isolato o si ripeterà in futuro?
Si ripeterà in futuro se lo riterremo necessario per esprimere le idee che avremo. Non ci vogliamo porre limiti durante la composizione dei nostri nuovi brani per cui credo che ci saranno nuovi esperimenti in casa Coram Lethe.

Avete descritto 'Heterodox' come un riassunto della vostra carriera. Quali sono gli errori che non avreste voluto commettere in carriera?
Dopo dodici anni di carriera a volte ti viene naturale guardarti indietro e fare un po’ il bilancio di cosa è andato bene e cosa invece è andato storto. Potremmo fare un elenco lunghissimo di cosa piccole e grandi che hanno costituito degli errori da non ripetere, d'altronde il miglioramento deve passare attraverso l’analisi degli errori fatti. Su tutto direi che uno degli errori più grandi che abbiamo fatto in passato è il dare troppe cose per scontate. Viviamo in un mondo attanagliato da una crisi globale devastante in cui nessuno ci regala nulla e quello che possiamo ottenere ce lo dobbiamo sudare e guadagnare con le unghie e con i denti e non ci possiamo permettere il lusso di fermarci neanche un istante ad attendere di vedere i frutti di quello che facciamo. Credo che i Coram Lethe abbiano imparato la lezione da tempo e non commetteranno di nuovo questo errore.

Quale invece il momento più esaltante?
Il concerto che abbiamo fatto al Gods Of Metal sul MySpace stage nel 2007. Abbiamo suonato per soli quindici minuti nella pausa tra i Blind Guardian e Dream Theater, ma sono stati attimi esaltanti. Si radunò infatti davanti al nostro palco tutto il pubblico che era davanti al palco principale e per tutta la durata del concerto la gente non smetteva di affluire. I cd che avevamo andarono sold out in pochi minuti. Toccammo con mano il calore del pubblico in un momento delicatissimo per noi perché stavamo componendo il materiale per il disco '…A Splendid Chaos' che veniva dopo gli avvicendamenti che ci furono in seno alla band. Avere quel riscontro da parte del pubblico per noi è stato un regalo immenso. A testimonianza di questo c’è un video visibile sulla nostra pagina YouTube e poco altro. Infatti una delle cose che ci ha sorpreso - anzi che ci ha fatto proprio incazzare e che personalmente mi fa incazzare ancora oggi - è che la cosa non è stata minimamente considerata da nessuno dei media che erano presenti al festival e da nessun forum o altra comunità simile. Quello che si respirava nell’aria in quei pochi minuti era proprio il sapore del successo, sai come in quei film tipo “Airheads”, in cui una band si fa un mazzo tanto per “arrivare” e poi dopo mille peripezie in pochi minuti raggiunge una notorietà immensa e da lì vola verso il successo. Era proprio così, tutti noi pensammo che ce l’avevamo fatta, eravamo arrivati al pubblico e questo ci aveva ripagato, ma invece tutto è finito nel dimenticatoio, nessuna parola sul MySpace stage in nessun giornale o webzine e soprattutto nessuna menzione della nostra performance e della folla che si era radunata. Nessun altro gruppo che si è esibito su quel palco ha avuto una tale audience eppure non una parola a riguardo. Un bagno di pubblico come quello non lo si compra e non lo si trova facilmente davanti ad un palco di una band underground! Credo che questo sia un segno evidente di come nel nostro paese ci siano dei grossi problemi e tante cose non funzionino. Abbiamo avuto una prova tangibile e incontrovertibile che il pubblico ha apprezzato la nostra musica eppure sguazziamo ancora nell’underground. Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo raccomandarci a qualche parente illustre ai piani alti ? Non ce l’abbiamo. Dobbiamo suonare in tour con delle band affermate sborsando un sacco di soldi per pagargli il tourbus? Spiacenti non ce li abbiamo. Abbiamo solo le nostre idee e le nostre mani per realizzarle. Vi bastano? A qualcuno sono bastate e a queste persone, con tutto il cuore diciamo grazie.

(parole di Federico Stiaccini)

Coram Lethe
From Italia

Discography
Reminiscence (2000)
The Gates of Oblivion (2005)
...A Splendid Chaos (2009)
Heterodox (2012)
In Absence (2018)