-Core
Fallujah
USA
Pubblicato il 12/03/2019 da Lorenzo Becciani

Avete cambiato tanti membri nel corso della vostra carriera ma immagino che perdere il frontman dopo dieci anni non sia stato semplice. Cosa è successo con Alex Hoffmann?
Fare parte di un progetto di questo tipo significa dare tutto e dedicarsi a tempo pieno, la pressione in grado di spingere su un livello superiore e incoraggiare i membri a crescere è immensa e non tutti sanno reggerla.

Come avete scelto Antonio Palermo come sostituto? Avete svolto delle audizioni?
Abbiamo ricevuto qualcosa tipo duecento messaggi video di candidati e ne abbiamo presi in considerazione seriamente una quindicina. Abbiamo audizionato vari stili e range vocali, oltre a livelli di esperienza differenti. In certi casi si trattava di cantanti famosi nel circuito metal ed in altri di persone che non avevano mai fatto un tour nella loro vita. È stato interessante ascoltare i demo cantati in maniera diversa e la voce di Antonio ci ha letteralmente spazzato via. Abbiamo capito subito che era la scelta giusta.

Avete scritto alcuni pezzi di ‘Undying Light’ quando la line-up non era ancora completa?
Quasi tutte le progressioni e le atmosfere erano già pronte al momento delle audizioni che sono durate circa due mesi. Spesso arrangio e creo i pezzi da solo e poi mi confronto col resto del gruppo ma stavolta il cantante è stato coinvolto molto di più nel processo. Volevamo che l’album apparisse coeso e avesse personalità. Scrivere le parti vocali in maniera che fossero incorporate alla parte strumentale è stata la chiave per ottenere questo tipo di sound.

Cosa desideravate cambiare o migliorare dopo ‘Dreamless’?
Prima di tutto volevamo migliorare il missaggio. È sempre stato complicato mixare il nostro tipo di sound; sono così tanti gli elementi da bilanciare che è facile lasciare qualcosa indietro o cancellarlo per sbaglio. Sapevamo che tenendo il missaggio in mente avremmo potuto creare qualcosa di più potente e pulito rispetto al passato. Un altro obiettivo è stato quello di dimostrare la forza della band come unità senza avvalersi di featuring.
 
Perchè avete deciso di registrare a Nashville?
Semplicemente perché Mark Lewis, il nostro produttore, ha il suo studio lì.

Che tipologia di suono desideravate ottenere?
Un disco dark e heavy, malinconico e denso di colori ma che non si faticasse ad ascoltare. Un suono coeso ma anche esplorato in modi diversi di canzone in canzone. Potente, crudo e organico. Non c’è nessun filler.

Adesso prova a recensire ‘Glass House’ e ‘Sanctuary’ per i nostri lettori?
Entrambe le canzoni sono state scritte secondo i dettami classici dei Fallujah. La sezione dei riff è molto intensa con motivi ripetuti e intrecci strumentali. L’aggiunta di Antonio ha portato il sound ad un livello emozionale ancora più elevato. Sia ‘Glass House’ che ‘Sanctuary’ evidenziano lo stile di Antonio e il suo approccio viscerale. ‘Sanctuary’ è tra i miei pezzi preferiti, dal riff principale all’intro psichedelica. Ha un feeling dark e originale, molto vicino al sound che volevamo catturare e davvero moderno.

Quale significato si cela dietro a ‘Last Light’?
I dubbi che tutti noi abbiamo sulla durata della terra. C’è una luce interiore dentro di noi che vogliamo alimentare e far crescere. Significa coltivare i propri sogni ma anche aver paura del tempo che scorre e di frantumarli. ‘Last Light’ parla di cosa succede alle persone che vedono quella luce esaurirsi. Le liriche sono un modo di connettere la nostra musica ad un messaggio che possa essere importante per noi e mettere allo stesso tempo il pubblico nello stato mentale giusto per ascoltare la band. Scriviamo di problemi che possano rappresentare ulteriori elementi da portare durante i nostri concerti. Quando una band è unita il proprio messaggio appare più forte dal vivo.

Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi show?
Un’intensità che non avete mai visto.

Cosa provate a sentirvi un’influenza per altre band?
È molto bello ma incoraggiamo sempre le persone ad essere autentiche e seguire l’istinto nel processo creativo. È importante seguire la propria strada.
 
Come vi approcciate ad un pubblico sempre più vasto?
Uno degli elementi che attrae le persone è l’abilità di forgiare il proprio percorso e un suono distintivo. Non abbiamo mai guardato ad altri come guide e non lo faremo mai. Cerchiamo di guardarci dentro e scegliere il meglio per il progetto.

(parole di Scott Carstairs)

Fallujah
From USA

Discography
The Harvest Wombs - 2011
The Flesh Prevails - 2014
Dreamless - 2016
Undying Light - 2019
Empyrean - 2022