-Core
Jelena Ciric
Serbia
Pubblicato il 03/12/2018 da Lorenzo Becciani

Sei serba e canadese e adesso vivi in Islanda..
Sono nata in Serbia ma la mia famiglia si è trasferita in Canada quando avevo quattro anni. Sono cresciuta a Toronto che è un magnifico posto dove vivere. Ho studiato musica classica, sia pianoforte che canto, ma ad un certo punto mi sono resa conto che non avrei voluto diventare una musicista in tale ambito. Ho cominciato ad appassionarmi alla musica contemporanea e, tramite il Berklee Music College, ho frequentato un Master in Spagna. Volevo fare un’esperienza all’estero e ho potuto trascorrere un anno in una grande scuola di musica. Ho conosciuto mio marito che è islandese e anche lui musicista e produttore poi ho ricevuto un’offerta per insegnare in Messico e quindi sono stata un paio di anni là. È stata un’esperienza incredibile perché ho vissuto in una città universitaria in contatto con numerosi talenti e progetti indipendenti. Nell’università dove insegnavo c’erano addirittura due ensemble, uno di musica latina ed un’orchestra, e ho suonato in continuazione. Siamo tornati in Islanda perché mio marito ha avuto un’opportunità di lavoro e da quel momento ho deciso di concentrarmi sul mio progetto solista.

Tutto questo in soli ventotto anni. Stai lavorando al tuo primo album?
Sì, ho già registrato dei demo ed a Gennaio inizierò le registrazioni vere e proprie. Sto cercando di ottenere un suono molto minimale perché la mia musica è sostanzialmente incentrata sulle liriche. Voglio esprimermi attraverso storie e, anche se il pianoforte, il violino e la viola aggiungono colori, il focus è sul contenuto. Vorrei fare uscire l’album per primavera o estate.

Tra le tue influenze troviamo Joni Mitchell e Regina Spektor..
I testi sono molto importanti e le melodie vocali nascono quasi contemporaneamente. A quel punto aggiungo qualche accordo. Regina Spektor è sicuramente un’influenza così come i The Mountain Goats che ascoltavo da piccola. In generale amo i songwriter, chi riesce a raccontare delle storie ed entrare in connessione con l’ascoltatore. Avendo studiato jazz e musica classica ho la possibilità di prendere ispirazione da artisti molto diversi tra loro. Amo la musica tradizionale islandese per la semplicità e la potenza delle sue melodie.
 
Ti piace improvvisare dal vivo?
Nella mia musica c’è spazio per spunti diversi. Magari cambio qualcosa a seconda dello show, se ho dei musicisti con me o sono da sola con un synth.  Mi piace creare qualcosa di magico per il pubblico.

Qual è il pezzo che ti rappresenta di più?
Forse ‘Rome’, l’ultimo pezzo che ho suonato al mio show allo Skuli Bar. Ci sono elementi di narrazione, ironia e anche un paio di riferimenti seri. Amo la mitologia e trovo che ci siano delle similitudini tra l’Antica Roma e le città di oggi. Spesso ciò che pensiamo come tradizioni sono in realtà delle novità.

Che differenze ci sono tra la scena serba e quella islandese?
Non conosco bene la scena musicale serba perché ci ho vissuto solo da piccola ma ho suonato di recente a Belgrado e ho percepito il fatto che nessuno sia in grado di vivere facendo il musicista. Anche qui in Islanda è difficile ma lì è proprio impossibile e di conseguenza è bello che ci sia una scena attiva nonostante le difficoltà.

Quali sono gli artisti islandesi che trovi più interessanti?
Sicuramente Snorri Helgason che l’anno scorso ha registrato un disco basato sull’eredità folk islandese (‘Margt býr í þokunni’). Petur Ben è un fantastico songwriter e con lui ho collaborato in KORUS, un coro nel quale militano tanti musicisti famosi (Einar Indra, Gyda..) e ognuno porta delle idee originali. Un progetto che non credo sia possibile realizzare in nessun’altra parte del mondo. Questo è il motivo per cui artisti come John Grant o Damien Rice hanno deciso di trascorrere così tanto tempo in Islanda. Mi piacciono molto anche Ólöf Arnalds e Ösp Eldjárn (‘Tales From A Poplar Tree’).
 
Quando hai scoperto la tua voce?
È un processo di apprendimento costante che non credo sia ancora terminato. Mi sono resa conto che avevo bisogno di seguire un’altra direzione quando suonavo musica classica. Sono felice di avere trovato delle persone che credono in me.

Qual è il tuo peggiore difetto?
Forse curo troppo le cose. Seguo tutti gli aspetti creativi e passo un sacco di tempo a prepararmi per farmi trovare pronta.