-Core
Fading Rain
Italia
Pubblicato il 23/08/2018 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto parlerei della storia dei Fading Rain. Come siete nati? Quali sono le vostre influenze principali? Come siete arrivati alla pubblicazione di ‘Let Silence Begin’?
James – Era il 2013, io e Marco ci siamo incontrati sapendo di avere in comune la passione per la musica Dark e Post Punk, dopo un brevissimo confronto abbiamo capito di poter mettere su una band con una direzione chiara. Dopo dei piccoli assestamenti nella line up, abbiamo raggiunto la definitiva stabilità musicale e compositiva con Tristano alla batteria e Pierpaolo alla voce.  A livello di influenze, i nostri numi tutelari sono sicuramente i capisaldi della scena dark anni ’80: Joy Division, The Cure, Bauhaus, The Sound, Wire, Sisters of Mercy, Christian Death, Litfiba e Diaframma, a cui si aggiungono band della scena shoegaze come My Bloody Valentine, Jesus And Mary Chain, le nuove leve del revival dark dei primi anni 2000 ovvero Editors, Interpol oltre a gruppi più undeground come gli Have a Nice Life ed un pizzico di Post-Rock, genere musicale a cui sono particolarmente legato. La pubblicazione di ‘Let Silence Begin’ arriva a compimento di un percorso musicale durato quasi cinque anni, durante i quali abbiamo anche pubblicato un EP, ‘Winter Ballads’, che ci è servito come prima bussola stilistica per una maturazione compositiva e stilistica che nel nostro esordio sulla lunga durata mostra i diversi aspetti e le diverse influenze della nostra musica. In ‘Let Silence Begin’  puoi ascoltare la crudezza dei Christian Death, alcune concessioni pop dei The Cure, la marzialità dei Joy Division e le aperture ambient caratteristiche dello shoegaze e del post-rock.  Purtroppo il disco che avrebbe dovuto rappresentare un trampolino di lancio, si è trasformato in un tragico epitaffio a causa dell’improvvisa e assurda morte di Pierpaolo, rimasto vittima di un infarto.

Come si è evoluto il vostro stile dopo ‘Winter Ballads’?
James- Credo che rispetto a ‘Winter Ballads’ abbiamo optato per delle soluzioni più variegate, complice anche la maggiore durata di un long playing rispetto ad un EP, che ci ha permesso di trovare un equilibrio fra le numerose influenze che ognuno di noi ha portato con sé. Io e Marco, ad esempio, abbiamo un trascorso nella scena black metal e se ascolti con attenzione, in alcuni brani ritroverai dei riferimenti al nostro passato, il tutto ovviamente rivisitato in un contesto musicale decisamente diverso.

Nella recensione ho citato tanti gruppi che più o meno sono vicini a voi dal punto di vista sonoro. Ne avrò di sicuro dimenticato qualcuno. Vi sentite parte di una scena oppure si tratta solamente di prossimità geografica?
James – La risposta è nel mezzo. Siamo sicuramente parte di una scena musicale globale a livello “virtuale”, grazie ad internet ed ai social che ci permettono di diffondere la nostra musica quotidianamente. Da un punto di vista strettamente “fisico” invece sento di doverti dare una risposta negativa, nella nostra zona il Dark è poco seguito, sicuramente c’è una piccola comunità di appassionati, ma il numero è talmente esiguo da non poter costituire una scena attiva.
Tristano - In realtà esistono band sparse per la Puglia che presentano uno stile musicale analogo al nostro, ad esempio i The Whip Hand o i Playontape. Con alcune di loro abbiamo anche avuto modo di collaborare, parlo dei Karma In Auge e dei Nero Moderno.

‘Let Silence Begin’ è un titolo sicuramente cupo e drammatico. È legato alla scomparsa del vostro cantante o c’è un altro significato dietro a tale scelta?
James- In realtà il titolo lo avevamo già scelto tutti insieme, perché ci sembrava una sorta di consiglio su come approcciare l’album. Purtroppo, col senno di poi, ‘Let Silence Begin’  si è prestato anche ad indicare la triste vicenda che è accaduta a Pierpaolo.

Anche la copertina mi ha colpito molto. È decisamente noir e mi ha ricordato quei wallpaper minimali che si scelgono per potere collocare i propri file senza troppi impicci. Descrive l’atmosfera di un pezzo in particolare?
James- La foto ritrae una parte del Teatro della mia città, il Teatro Verdi. E’ una struttura dallo spiccato stile modernista (a dire la verità non bellissima se contemplata nella sua interezza alla luce del sole), che, credo, cattura perfettamente lo spirito della musica post punk e dark. Se ci fai caso, in questi due generi, troverai due iconografie dominanti: il gotico e il modernismo. Sembrano aspetti quasi antitetici, passionale il primo e freddo e meccanico il secondo, eppure le geometrie minimali, come quella della nostra copertina, sembrano avere una particolare potenza espressiva, quando si tratta di esprimere tematiche esistenzialiste.
     
Provate adesso a recensire ‘Crystal Tears’ e ‘Cut The Silence’ per i nostri lettori...
James- ‘Crystal Tears’ è forse uno dei brani più evocativi del disco. Scrivendo le parti di chitarra mi sono ispirato a ‘Hollow Hills’, ‘The Figurehead’ e ai Wolves In The Throne Room. Il mio intento era quello di creare una sorta di nebbia sonora, che riuscisse a trascinare l’ascoltare in una dimensione glaciale sfocata, di difficile definizione. ‘Cut The Silence’ è invece il brano più autobiografico del disco, il pezzo fu portato in sala prove da Pierpaolo, ci teneva particolarmente affinché potessimo rielaborarlo e farlo nostro. Il testo e gran parte della musica sono di Pierpaolo, noi ci abbiamo inserito delle variazioni, è suo e proprio per questo è un brano a cui teniamo tantissimo perché per noi rappresenta il più vivo ricordo di Pierpaolo che potessimo avere.
Marco - ‘Crystal Tears’ è la classica “ballata dark” che può ricordare pezzi storici come ‘Hollow Hills’ dei Bauhaus o ‘All Cats Are Grey’ dei Cure per l’atmosfera opprimente e oscura che evoca all’ascolto. In realtà ho scritto il testo quattro anni prima che nascessero i Fading Rain, ma al momento della composizione l’ho trovato adatto alle sensazioni suscitate dal brano, l’ho proposto ai ragazzi e loro hanno approvato.  ‘Cut The Silence’ musicalmente si distacca un po’ dal mood generale dell’intero album, perchè ha un’andatura molto più “rock” e trascinante, pur mantenendo un sentimento di malinconia palpabile.

Cos’è il post punk per voi?
James – Un modo particolare di concepire la musica e il proprio modo di essere. Il post punk ha una solida matrice esistenziale, che lo rende qualcosa di più di semplice musica per adolescenti arrabbiati o spiantati. Il post punk è un modo di vedere le cose, che difficilmente passa con l’età.
Marco - Per me il post punk non è semplicemente un genere musicale riconducibile alla moda del momento o ad una particolare collocazione geografica, è attitudine.

Pensate di chiudere qui la vostra carriera e magari dedicarvi ad altri progetti o state valutando la possibilità di assumere un altro cantante? Almeno per portare in giro i pezzi di ‘Fading Rain’..
Marco - La scomparsa di Pierpaolo è stata un duro colpo per tutti noi. Non nego che, le prime settimane dopo il drammatico evento, eravamo incerti sul futuro da dare al progetto. Su un aspetto non avevamo dubbi: il disco doveva uscire a tutti i costi, altrimenti ci saremmo sentiti in debito con lui. Successivamente, dopo averne discusso a lungo, abbiamo deciso di provare a tenere in vita la band. La ricerca di una voce adatta al genere non è stata un’impresa semplice: se in Italia stili musicali come il post-punk, il gothic rock e lo shoegaze sono generi di nicchia, in Puglia lo sono ancora di più. Inoltre Pierpaolo aveva una voce unica, non facilmente sostituibile. Attualmente abbiamo trovato un nuovo cantante, ma è ancora presto per poter pianificare eventuali date live.
Nel corso di questi cinque anni, ognuno di noi ha avuto dei side project più o meno rilevanti, con la consapevolezza però che i Fading Rain sono il gruppo principale. Io attualmente sono il bassista dei Bravata, band leccese che propone un punk rock con inserti garage, glam e psych.

Cosa c’è dopo la memoria e l’addio?
James – Probabilmente la rinascita, ovviamente in senso artistico e musicale. I Fading Rain senza Pierpaolo non potranno mai essere identici ai Fading Rain con Pierpaolo, per questo credo che dopo la memoria e l’addio ci sia una necessaria rinascita.
Marco - I momenti.

Fading Rain
From Italia

Discography
Let Silence Begin - 2018