-Core
Coram Lethe
Italia
Pubblicato il 20/06/2018 da Lorenzo Becciani

Perché abbiamo dovuto attendere così tanto per il successore di ‘Heterodox’? É stato un problema relativo solo al cambio di frontman?
Abbiamo dovuto sostenere molti cambi di line-up negli anni ed anche stavolta abbiamo avuto il cambio di cantante e di bassista. Questo certamente ha rallentato la composizione dei nuovi pezzi. Inizialmente ci siamo concentrati di più sui live per acquisire maggior feeling e compattezza della band. Quando siamo diventati un tutt’uno abbiamo iniziato la composizione di “In Absence”.

Come avete scelto Giacomo Bortone? Cosa vi ha convinto rispetto ad altri cantanti?
Conosciamo Giacomo dal 1999, ci ha seguito in sala prove e spesso durante i live sin dall’inizio. In primis quindi è un amico e questa è una cosa molto importante all’ interno di una band. Conoscevamo bene il suo modo di cantare e quando siamo rimasti senza la voce è stato naturale coinvolgerlo. Lui in quel periodo era libero ed è stato entusiasta nel prendere parte al progetto.

In che modo il growl di Giacomo ha cambiato/migliorato l’impatto delle vostre composizioni? Come costruite le linee vocali?
Giacomo ha una voce molto potente che si sposa molto bene con la nostra musica. E’ da molti anni che frequenta la scena death metal e questo probabilmente lo facilita nel sentirsi a suo agio con la band. Solitamente le linee vocali vengono provate da Giacomo a casa o in sala prove sui pezzi grezzi già registrati... lui ci registra la voce sopra e poi ci confrontiamo in sala prove. E’ molto critico e quindi finché le linee non lo soddisfano continua a modificarle.

La domanda potrà sembrare scontata ma ritenete che adesso la line-up sia stabile? Quanto hanno inciso tutti questi cambiamenti di frontman in carriera?
Non abbiamo avuto molta fortuna in questo senso. Però possiamo dire che se da una parte certamente questi inghippi ci hanno molto rallentato sulle uscite discografiche e sui live, dall’altra ci ha permesso di produrre uscite molto diverse fra loro, venendo a contatto con influenze sempre diverse che ci hanno anche migliorato come musicisti. Adesso però la formazione è stabile da anni e c’è un rapporto umano stupendo fra tutti i componenti.

Dove avete registrato l’album? Chi si è occupato della produzione? Vi siete ispirati a qualche album in particolare in termini di suoni?
Abbiamo registrato allo Studio73 con Riccardo Pasini. Lui è un fenomeno e un grande amico. Non volevamo fare un disco finto, volevamo tutto il più naturale possibile. Quindi gli abbiamo detto solo questo e abbiamo voluto che fosse lui a consigliarci. Il risultato per noi è stato stupendo.

Provate adesso a recensire ‘Not Been Born’ e ‘To Rise Again’ per i nostri lettori..
“Not Been Born”è il mio pezzo preferito dell’ album. Una canzone articolata ma che scorre molto bene. C’è una grande attenzione alle melodie delle chitarre e la voce si lega benissimo a questa melodia con grande dinamica e sentimento. La parte finale del pezzo dall’ assolo in poi per me vale il prezzo del disco. Mi da sempre forti emozioni. Una canzone completa dove anche il testo ha la sua importanza.
‘To Rise Again’ è la chiusura del disco, canzone significativa per i Coram Lethe che dopo mille cambi di line-up sono ancora qui con la loro passione e ogni volta risorgono con sempre più entusiasmo. Pianoforte, chitarre e sezione ritmica creano un’atmosfera magica dove la sofferenza della voce fa leva per puntualizzare con forza la voglia dei Coram Lethe di essere ancora qui dopo 20 anni.

Dal punto di vista tecnico vi siete avvalsi di strumentazioni o soluzioni particolari?
Abbiamo lasciato tutto il più naturale possibile, quindi non ci siamo avvalsi di robe particolari. Tutto il disco è stato registrato velocemente e molto naturalmente.

Quale ritenete che sia la differenza principale tra ‘In Absence’ e ‘Heterodox’?
“In Absence” è probabilmente un disco più diretto e omogeneo rispetto ad “Heterodox”, sempre articolato in stile Coram Lethe ma più d’impatto. Sull’ultimo disco ci siamo mossi su una base death metal, spaziando da melodie black a riff thrash, privilegiando sempre atmosfere malinconiche e rabbiose. Il predecessore era figlio di quel periodo della band e aveva anche influenze settantiane che forse hanno creato un’atmosfera un pò diversa dallo standard Coram Lethe.

Di chi è la copertina? Nasconde un messaggio/significato preciso?
Per la copertina abbiamo scelto Paolo Girardi perché è sempre stato uno dei nostri artisti preferiti. Ci piacciono tantissimo i suoi lavori e quindi è venuto naturale affidarsi a lui per la copertina. Ha lavorato secondo le sue sensazioni, noi gli abbiamo inviato i pezzi ed i testi e lui ha creato. Il risultato per noi è stato davvero fantastico.

A mio parere i Coram Lethe sono sempre stati competitivi con quanto proviene dai mercati internazionali ma quest’album ancora di più. Avete intenzione di promuoverlo con delle date estere?
Adesso che abbiamo una formazione stabile e ben rodata credo e spero che il prossimo passo da fare sia quello di suonare all’estero.  Germania ed est Europa sono luoghi dove la scena è molto più viva e gratificante di quella Italiana. Sarebbe molto importante per noi.

Quali sono le migliori metal band italiane a vostro avviso?
Tra le band storiche direi i DeathSS e i Sadist che hanno una discografia eterogenea ma sempre di altissima qualità. Tra i gruppi più giovani e attivi oggi, devo fare i complimenti a Francesco Paoli e ai Fleshgod Apocalipse per aver portato una band italiana sui palcoscenici mondiali. Non è una cosa semplice. Sono stati bravissimi e mi auguro che possano fare da apripista ad altre band di valore.

Quali sono i tre dischi death metal che non possono mancare nella collezione di qualunque appassionato?
Tre sono pochi, ma cercherò di non pensare e scriverli di getto: “Altars of Madness” dei Morbid Angel, “Once Upon the Cross” dei Deicide e “Symbolic” dei Death.
 
(parole di Francesco Miatto)

Coram Lethe
From Italia

Discography
Reminiscence (2000)
The Gates of Oblivion (2005)
...A Splendid Chaos (2009)
Heterodox (2012)
In Absence (2018)