-Core
Monolithe
Francia
Pubblicato il 02/01/2018 da Lorenzo Becciani

Quanto è stato difficile iniziare un nuovo processo di scrittura dopo ‘Zeta Reticuli’?
Ogni volta succede più o meno sempre la stessa cosa. Appena finito un album non ho voglia di scrivere nuova musica poi, dopo che è passato un pò di tempo, le idee cominciano ad affiorare e, poco a poco, mentre le raccolgo il concept prende forma. A quel punto viene il momento di concretizzare il lavoro e scrivere canzoni vere e proprie attorno ai riff accumulati. Non direi quindi che è stato più difficile del solito. Le differenze principali con l’album precedente sono che ho cercato di staccarmi dalla “comfort zone” in cui mi trovavo e ho collaborato con il chitarrista/cantante   Rémi Brochard per ‘Delta Scuti’. Competere con ‘Epsilon Aurigae’ e ‘Zeta Reticuli’ ha rappresentato una sfida e allo stesso tempo una fonte di ispirazione.

La tua idea di doom oppure il tuo approccio compositivo sono cambiati tra ‘Monolithe IV’ e ‘Epsilon Aurigae’?
Devo dire che la mia idea di doom è cambiata di album in album. Abbiamo sempre cercato di fare quello che ci piaceva fin da ‘Monolithe’, evolvendoci e evitando i clichè. Di sicuro ‘Epsilon Aurigae’ ha segnato l’inizio di qualcosa di differente. Mi auguro che ‘Nebula Septem’ sia un’ulteriore evoluzione del nostro approccio al doom ma in ogni caso è il risultato di un processo naturale col quale intendiamo evitare di diventare stagnanti.
 
Quando hai cominciato a comporre il nuovo materiale? Dove avete registrato?
Il processo si è esteso dall’estate del 2016 ai primi mesi del 2017. Abbiamo iniziato a registrare a febbraio e abbiamo terminato a giugno con mixaggio e masterizzazione. Il master finale è stato consegnato all’etichetta a settembre. Abbiamo completato il mixaggio di ‘Burst In The Event Horizon’ prima degli altri perché Les Acteurs De L’Ombre ci aveva chiesto un pezzo da inserire in una compilation. Così quel pezzo ha settato gli standard di tutta la release.  

Jari Lindholm si è occupato del mixaggio? Cosa gli avete chiesto in particolare?
È un amico e suona la chitarra in due band che apprezziamo molto ovvero gli Enshine ed i Seas Of Years. Aveva registrato un assolo per ‘Zeta Reticuli’ quindi non è nuovo della famiglia. Credo sia stata un’ottima scelta perché volevamo cambiare un pò il suono e portare qualcosa di fresco. Abbiamo chiesto un suono più potente e pulito e, anche se sono estremamente soddisfatto dei due album precedenti, per questo ritengo che ‘Nebula Septem’ sia il nostro album migliore.

C’è un concept dietro a ‘Nebula Septem’? Ho notato che ogni canzone inizia con una diversa lettera dell’alfabeto ed è collegata ad una diversa tonalità..
‘Nebula Septem’ è il nostro settimo album quindi ci sono tante referenze a quel numero. Sette canzoni, sette musicisti, pezzi di sette minuti, un ettagono in copertina, le prime sette lettere dell’alfabeto e le sette tonalità della scala musicale occidentale. Abbiamo sempre giocato con la numerologia ma stavolta ci siamo spinti oltre. Credo che aggiunga profondità e significato al lavoro e sottolinei il fatto che non si tratta di una mera raccolta di canzoni. Dal punto di vista lirico parlo soprattutto di vita extraterrestre.  

Come siete entrati in contatto con Les Acteurs De L’Ombre? Perchè avete lasciato Debemur Morti?
Abbiamo conosciuto Gérald, il manager dell’etichetta, dopo un concerto a Nantes. Gli era piaciuto lo show e ci ha chiesto se fossimo stati interessati a legarci a loro. A quel tempo eravamo ancora sotto contratto con Debemur Morti e quindi declinammo l’offerta. Qualche mese dopo ci siamo lasciati con la label precedente e quindi abbiamo potuto siglare il contratto. Lo split con Debemur Morti è stato del tutto amichevole. Come succede a certe coppie, sentivamo di avere dato tutto insieme e non avrebbe avuto senso continuare insieme. Saremo sempre loro grati per quello che hanno fatto per i Monolithe.

Anche stavolta l’artwork è stato realizzato da  Robert Høyem. Vi piacciono le strutture geometriche?
Fa parte del nostro immaginario da sei anni e ci è sembrato giusto continuare il rapporto di collaborazione. Come ti dicevo l’illustrazione è legata al numero sette. Ci vedo una sorta di vortice che potrebbe portare in un mondo diverso. È la porta, l’entrata dell’album, che porta in un’altra dimensione per quarantanove minuti. La geometria ha fatto sempre parte dei suoi lavori. Nello specifico avevamo richiesto qualcosa di più simbolico e “in your face”. L’immagine infatti è molto forte.
 
Prova a recensire ‘Burst In The Event Horizon’ e ‘Gravity Flood’ per i nostri lettori..
‘Burst In The Event Horizon’ è la prima canzone che ho scritto per l’album. Volevo tenere un tempo doomy ma anche provare riff diversi, come per esempio uno basato sul tremolo, e idee nuove. É venuta fuori una grande canzone, molto catchy e intensa, sognante e atmosferica. Parla di una nave intrappolata nell’attrazione grativazionale di un buco nero. Si sta lentamente avvicinando all’Event Horizon, il punto del non ritorno. Come spesso succede nei miei testi c’è anche una seconda lettura ma lascio l’interpretazione a chi ascolta. ‘Gravity Flood’ è la chiusura dell’album, un pezzo strumentale diviso in due parti. La prima è molto futuristica, quasi synthwave nello stile, e la seconda più rilassante e emozionale, con un certo feeling anni ‘70 e un assolo di chitarra epico. È molto misteriosa e diverso da tutto quello che abbiamo pubblicato in passato. Immagino che stupirà molti.
 
Cosa ricordi degli Anthemon? Hai altri progetti al momento?
Ci siamo sciolti da dieci anni quindi i ricordi attuali sono piuttosto vaghi. Di sicuro però sono bei ricordi come per esempio la registrazione del primo album ed i concerti al Club Dunois di Parigi. Anche la registrazione del demo del ‘98, a dispetto della poca perizia tecnica, è un ricordo fantastico. Eravamo giovani, senza esperienza ma entusiasti. Al momento sto lavorando ad un progetto parallelo totalmente differente dai Monolithe. Credo che uscirà qualcosa quest’anno ma non ne sono certo perché pure gli altri membri hanno le loro band principali.

La scena extreme metal transalpina è molto forte. Quali sono le band migliori?
Personalmente ho sempre amato i Blut Aus Nord.

A tuo parere qual è l’album migliore nel catalogo di Les Acteurs De L’Ombre?
È molto difficile rispondere anche perché non ho ascoltato tutti gli album. Mi è piaciuto molto ‘Aether’ dei Deluge, ‘Exile’ dei Regarde Les Hommes Tomber’ e ‘End Of Chapter’ degli Au-Dessus.

(parole di Sylvain Bégot)

Monolithe
From Francia

Discography
2003 – Monolithe I
2005 – Monolithe II
2012 – Monolithe III
2013 – Monolithe IV
2015 – Epsilon Aurigae
2016 – Zeta Reticuli
2018 – Nebula Septem