-Core
Dalì
Islanda
Pubblicato il 29/12/2016 da Lorenzo Becciani

Come hai potuto leggere ho apprezzato molto il vostro album e sono curioso di ascoltare i pezzi dal vivo..
Sarà eccitante suonare all’Iceland Airwaves. Dopo diversi mesi siamo totalmente a nostro agio con i pezzi e dal vivo siamo potenti e spontanei. Chitarre e tastiere rendono il suono più consistente.

Immagino che non sia facile emergere in un paese così pieno di band interessanti…
Non lo è infatti. Non è difficile suonare ma ci sono poche venue adatte alle rock band. In pratica abbiamo questa settimana di Iceland Airwaves e poco altro durante l’anno quindi dobbiamo sfruttare al massimo lo spazio che ci viene concesso.

Quello che sorprende è come il suono anche nelle off-venues sia sempre eccellente…
è vero ma qui sono in tanti a nutrire ambizioni artistiche ed i dettagli vengono curati nel migliore dei modi.

Parlaci adesso del nuovo album. Come sono nate le canzoni?
Di solito compongo al pianoforte e registro delle voci alla meglio. Due anni ho iniziato a pensare all’album ma c’è voluto parecchio prima di entrare in studio. A quel punto in due mesi abbiamo completato il processo. Le registrazioni si sono svolte a Reykjavík in uno studio professionale e in quello personale del nostro chitarrista Helgi Reynir Jónsson. ‘Army’ è la prima canzone che ho scritto e per questo è stata posta alla fine della scaletta.

Quali erano le tue ambizioni?
Le band in cui suonavo prima non dico che fossero prevedibili ma comunque suonavano qualcosa di estremamente familiare. Con questo progetto ho voluto creare qualcosa di nuovo, interessante e per certi versi strano.

Sei rimasta sorpresa del risultato una volta ascoltato il master definitivo?
Alcune canzoni sono andate oltre le aspettative. Una di queste è sicuramente ‘My Love’ che è stata prodotta alla grande. Un’altra è ‘Sinister Love’. Sono molto legata al testo.

È stato difficile scegliere il singolo?
No, la scelta è ricaduta su ‘Change You’ in maniera naturale. “I’m gonna change you, I’ll rearrange you, I’ll set your sails to my convenience..”

Perché hai scelto un nome come Dalì?
Sono una fanatica della sua arte e mi sono trovata nell’imbarazzo di scegliere un nome in fretta alla vigilia del primo show come trio. Ho pensato fosse diverso dal solito e facilmente memorizzabile.

A questo punto però sono curioso di sapere il motivo per cui hai scelto la musica come forma d’arte..
Sono sempre stata nella musica. Mio padre è un musicista e anche la mia sorella minore. Si chiama Una Stef e ha una voce fantastica e molto più potente della mia. Sono cresciuta tra jazz, opera e musica classica. A tredici-quattordici anni sono rimasta attratta dall’heavy metal e ho cominciato a studiare canto.

Sei influenzata da qualche cantante islandese in particolare?
Adoro Björk ma è impossibile non amarla. É la regina. In generale ascolto musica più internazionale. Tom Waits e Joni Mitchell sono tra i miei artisti preferiti ma mi piacciono anche Slayer e Meshuggah. Di recente ho apprezzato molto l’album di Jacob Collier.

Qual è l’album che ha cambiato la tua vita?
Direi ‘Grace’ di Jeff Buckley. É un album che ha catturato la mia attenzione in maniera del tutto nuova. É semplicemente unico.

Quali sono i prossimi piani dal vivo?
Stiamo fissando delle date in Danimarca e Inghilterra. Mi auguro di suonare presto anche in Italia.

Chi andrai a vedere in questa edizione di Iceland Airwaves?
Sicuramente PJ Harvey che trovo fantastica.

(parole di Erla Stefánsdóttir)

 

Dalì
From Islanda

Discography
Dalì (2015)